giovedì 27 giugno 2013

Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese, è già stallo nell'iter per farla. Non passa lo Statuto dell'Unione in 5 Comuni su 13

Da sinistra, Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione,
Sandra Focci, sindaco di Vergato, Romano Franchi,
sindaco di Marzabotto ed Elisabetta Tanari, sindaco
di Gaggio Montano
Si aprono le prime buche lungo la strada tracciata dalla Regione per far nascere le Unioni dei Comuni. E chi la percorre rischia di finire nel fosso. Per quanto riguarda l'Unione dell'Appennino Bolognese, sono almeno 3 i Comuni che si sono ammutinati, tra i 13 che dovrebbero far parte dell'Unione. Se Porretta Terme e Granaglione avevano praticamente annunciato il proprio disaccordo, ad essi si è aggiunto anche Lizzano in Belvedere. I tre Comuni si sono ora dichiarati in totale rottura, respingendo lo Statuto dell'Unione, che doveva essere approvato dai rispettivi Consigli comunali entri il 24 giugno scorso. A questi dissidenti vanno aggiunti Camugnano e Castel d'Aiano, che hanno scelto di prendersi altro tempo prima di approvare lo Statuto, dove in effetti le questioni fissate sono tante e tali da prevaricare su molti aspetti la libera scelta dei Comuni stessi (vedi il nostro post del 22 giugno sulle novità introdotte dallo Statuto http://unaideadiappennino.blogspot.it/2013/06/unione-dei-comuni-dellappennino.html), che in alcuni casi si sentono addosso un vestito tagliato non proprio della misura desiderata. In effetti lo Statuto determina uno svuotamento di poteri dei Consigli comunali, rendendoli quasi del tutto irrilevanti per non dire inutili. Approvarlo significa abdicare a favore dell'Unione tutte le scelte qualificanti. E nel Consiglio dell'Unione siederanno solo 13 Sindaci (con doppio voto) e 13 Consiglieri di minoranza (con voto singolo). Gli stessi 3 Sub-ambiti previsti sembrano più un contentino per dare l'illusione ai tre gruppi di Comuni che ne faranno parte di avere una qualche autonomia.
"Lo Statuto è stato messo a punto dagli stessi sindaci", ci ha dichiarato Sandra Focci (sindaco di Vergato e Presidente della disciolta Comunità Montana Media e Alta Valle del Reno, n.d.r.) che abbiamo interpellato. Ma evidentemente ciò è stato fatto senza l'accordo unanime di tutti i Sindaci, se è vero che 3 Consigli comunali l'hanno bocciato ed altri 2 non l'hanno approvato nei tempi fissati.
La rottura sarebbe esplosa in tutte le sue implicazioni a seguito di un incontro tenuto dai Sindaci in Regione martedì 25 giugno alla presenza di Simonetta Saliera, vicepresidente della Giunta regionale e principale artefice della legge 21 che decreta la nascita forzata delle Unioni. Qui il disaccordo sull'iter imposto dalla Regione sarebbe venuto allo scoperto, stando ad alcune note diffuse al termine dell'incontro, che prendono atto dell'"ammutinamento" e riconoscono il sostanziale stallo nell'iter dell'Unione. Al tempo stesso, viene rimarcata la "forte volontà" degli altri 8 Comuni (Marzabotto, Vergato, Grizzana Morandi, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Castel di Casio e Gaggio Montano) di procedere verso l'Unione, in attesa che anche Camugnano e Castel d'Aiano sciolgano le proprie riserve e si aggiungano alla schiera degli "allineati".
Quello che al momento è evidente è che non è possibile chiedere a dei Consigli comunali, che sono organi deliberativi, di votare una scelta pre-confezionata dalla Regione, che suona come una vera e propria imposizione. Ricordiamo che il voto sul testo dello Statuto dell'Unione non prevede la possibilità di emendarlo neppure in parte. E l'iter di sottoporre al voto un testo da prendere "visto e piaciuto", come fosse una macchina usata, è alquanto inusuale. Anche se è stato messo a punto col contributo di alcuni sindaci. Il problema che sta prendendo forma in questi giorni è quello della legittimità dell'iter individuato dalla Regione per dare forma e sostanza alle Unioni, dando per scontato che tale iter potesse stare bene a tutti. Si sta verificando che così non è.

lunedì 24 giugno 2013

Monzuno, le primarie di centrosinistra lanciano il 22enne Jonathan Gerbi candidato sindaco alle amministrative del 2014

Jonathan Gerbi, in divisa da allenatore
dei pulcini, è il candidato sindaco
alle elezioni di Monzuno del 2014
Ha 22 anni, ama i Simpsons e i Pirati dei Caraibi e ascolta Jovanotti, Red Hot Chili Peppers, Ligabue e Laura Pausini: si chiama Jonathan Gerbi e sarà candidato sindaco a Monzuno per la lista civica di centro sinistra. Sono stati solo 227 gli elettori di centrosinistra che domenica 23 giugno hanno raccolto l'invito della lista Comunità e Territorio a partecipare alle primarie (lo scorso febbraio alle politiche avevano votato 1475 elettori per il centrosinistra) per la scelta del candidato sindaco alle elezioni del 2014. Jonathan Gerbi si è imposto per pochi voti sul segretario di circolo PD Francesco Manieri, ma lo ha battuto senza dover strafare. Se è vero che il numero assoluto dei votanti è stato inferiore alle attese, arriva però un segnale di attenzione da parte dell'elettorato più giovane, accorso numeroso al seggio per appoggiare il giovane ma già benvoluto candidato. Gran parte dei 125 voti di Gerbi sono arrivati infatti dalla fascia dei più  giovani (potevano votare anche i sedicenni), mentre Manieri, pur essendo da molti anni alla guida del locale circolo PD, ha pagato la disaffezione alla politica dell'elettorato più anziano, che ha disertato l'invito alle primarie. Gerbi rappresenta un forte segnale di discontinuità con la figura tradizionalmente più attempata e compassata del candidato sindaco, e potrebbe rappresentare uno sfidante da non sottovalutare per il primo cittadino uscente Marco Mastacchi. Si configura dunque, nei prossimi mesi, uno scontro che più che politico e ideologico sarà generazionale. Tanto più che Gerbi ha mostrato, in campagna elettorale, un mix di capacità oratoria, calma e sicurezza, a dispetto dell'età, in grado di convincere e di mettere in ombra qualsiasi sfidante. Senza ostentare un programma di ricette particolari, ma aprendosi al cambiamento ed all'ascolto delle esigenze dei cittadini, Gerbi ha puntato tutto sulla voglia di cambiamento dei monzunesi, dimostrando di poter intercettare almeno l'attenzione di un elettorato giovane, se non proprio di sinistra. E' noto che le elezioni amministrative sono sempre meno uno scontro tra partiti e coalizioni e sempre più la convergenza di consensi sulla persona e sui programmi. Gerbi ha una faccia pulita, un modo di porsi misurato ed un'immagine legata alla passione per il calcio. Se a questo si aggiunge la capacità sperimentata di attrarre i voti dei più  giovani, i più restìi a interessarsi di politica e amministrazione e fino ad oggi i più assenti agli appuntamenti elettorali, allora la candidatura di Gerbi potrebbe creare più di un problema alla rielezione di Mastacchi.

sabato 22 giugno 2013

Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese, ecco il nuovo Statuto. Definisce gli Organi e introduce la figura del Segretario/Direttore, una sorta di manager dotato di super poteri

Entro lunedì 24 giugno lo Statuto dell’Unione, redatto nelle scorse settimane dai sindaci della nascente Unione dei 13 Comuni dell’Appennino Bolognese, dovrà essere approvatp. Mentre è già annunciata la mancata approvazione da parte di Porretta Terme e Granaglione, in rotta con la Regione e con gli altri 11 Comuni sull’Unione alla quale non volevano aderire, molti tra gli 11 Comuni arriveranno ad approvare lo Statuto al photofinish entro lunedì 24 sera. Allo Statuto, che fissa una serie di principi generali, dovrà poi seguire la stesura e approvazione dei Regolamenti, uno per ciascun settore (Decentramento, Uffici e Servizi, Contabilità, Ufficio di Presidenza, etc.)
Va precisato, per ciò che riguarda lo Statuto, che i Consiglieri Comunali di ciascun Comune hanno potuto votare solo a favore o contro il testo di 37 pagine presentato, senza alcun potere di modifica e di emendamento.

Vediamo che cosa contiene lo Statuto e quali sono i punti importanti.
I SUB-AMBITI. L’art. 29 (Decentramento) fissa in “tre” il numero dei Sub-ambiti organizzativi. Questo vuol dire che probabilmente c’è già un accordo di massima sulla distribuzione dei Comuni all’Interno del Sub-ambiti, che comunque dovrà essere ratificato dal Regolamento del Decentramento che sarà votato a maggioranza dal Consiglio dell’Unione (contano le quote di voti assegnate a ciascun Comune).
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE. L’art. 13 stabilisce che nel Consiglio entra un Consigliere di maggioranza, cioè il sindaco, che vale due voti, più uno di minoranza (il più votato) per ciascun Comune. Quindi i Consiglieri saranno 26, di cui i 13 di maggioranza disporranno di 26 voti contro 13 voti della minoranza. Perché il Consiglio riunito sia valido, occorrerà che possa esprimere la maggioranza delle quote di voto attribuite (quindi almeno 20 voti su 39: ad es. 5 sindaci e 10 Consiglieri di minoranza, oppure 4 sindaci e 13 Consiglieri di minoranza, etc.). Le delibere votate sono valide con almeno la metà più uno dei votanti: es., con 15 Consiglieri presenti, di cui 5 Sindaci e 10 di minoranza, basta che votino in 8 per rendere valida una delibera). Va visto ora se il Regolamento del Consiglio che verrà redatto e approvato non cambierà le cose.
Il Presidente del Consiglio sarà eletto con la maggioranza qualificata dei 2/3 delle quote di voto dei Consiglieri. Idem per il vice Presidente.
LA GIUNTA ED IL PRESIDENTE DELL’UNIONE (art. 23). E’ il rappresentante legale dell’Unione dei Comuni e viene eletto a maggioranza assoluta delle quote di voto tra i Sindaci di tutti i Comuni aderenti all’Unione. E’ prevista la possibilità di istituire anche un Ufficio di Presidenza (art.25).
CONFERENZA DI SUB-AMBITO  (art. 30). E’ costituita dai sindaci dei Comuni di ciascun Sub-ambito e può sottoporre agli organi dell’Unione  provvedimenti che riguardino interessi specificamente attinenti alla collettività o al territorio del proprio Sub-ambito. Il suo Presidente, eletto dalla maggioranza dei sindaci del Sub-ambito, propone al Consiglio e alla Giunta dell’Unione le deliberazioni per l’approvazione.

IL SEGRETARIO/DIRETTORE (ART. 38). Con questo nome viene introdotta la massima carica dell’Unione, cui compete la gestione giuridica amministrativa dell’Ente. Ha la responsabilità dell’attività svolta dagli uffici, della realizzazione dei programmi e dei progetti, del personale e delle risorse finanziarie e strumentali.

domenica 16 giugno 2013

Acque termali di Porretta: “La concessione delle acque termali al Comune di Porretta? Mi pare complicato”

“La concessione delle acque termali al Comune di Porretta? Mi pare complicato”. Così ha commentato oggi, in una intervista esclusiva, l’assessore provinciale Graziano Prantoni, facendo il punto sul contenzioso, a tutt’oggi aperto, tra Società delle Terme e Hotel Helvetia. Nonostante un pronunciamento del Tribunale di Bologna dello scorso 4 giugno, a tutt’oggi le parti non hanno ancora trovato un accordo sul prezzo di somministrazione dell’acqua termale, che Società delle Terme vorrebbe ridiscutere con l’Hotel Helvetia, considerato che il prezzo fino ad oggi praticato è identico a quello addebitato agli utenti per l’acqua di rubinetto. Incontriamo l’assessore, che ha la delega alle attività produttive ed alle concessioni termali, durante un incontro tra imprenditori e operatori economici presso lo Chalet Val Serena di San Benedetto Val di Sambro. Da noi interpellato, ci ha rilasciato un’intervista esclusiva sulla questione delle acque termali di Porretta.
D. Presto la Provincia cederà il posto alla Città Metropolitana. Quante possibilità ha il comune di Porretta Terme di ottenere dalla Regione le deleghe per la concessione delle acque termali quando saranno restituite dalla Provincia?
Al momento il quadro normativo non lo consente. La Regione è titolare della delega. Fino ad oggi tale delega è stata attribuita alle 9 Province, che con una gara ad evidenza pubblica assegnano le concessioni delle acque a soggetti pubblici e privati che si candidano alla gestione delle acque, avendone i requisiti. Mi pare che sia abbastanza complicato immaginare che ci siano realtà territoriali in grado di assicurare questo. A meno che non ci sia

sabato 15 giugno 2013

Terremoto di grado 3.5 avvertito alle 20.22 nell'appennino modenese e bolognese

Terremoto di magnitudo 3.5 questa sera alle ore 20:22:22 italiane del giorno 14 Giugno 2013 (18:22:22 14/Giu/2013 - UTC). Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico dell'Appennino modenese.
 

Comuni entro i 10Km

MONTESE (MO)
ZOCCA (MO)
CASTEL D'AIANO (BO)
VERGATO (BO)
Comuni tra 10 e 20km

GUIGLIA (MO)
MARANO SUL PANARO (MO)
CAMUGNANO (BO)
CASTEL DI CASIO (BO)
CASTELLO DI SERRAVALLE (BO)
CASTIGLIONE DEI PEPOLI (BO)
GAGGIO MONTANO (BO)
GRANAGLIONE (BO)
GRIZZANA MORANDI (BO)
LIZZANO IN BELVEDERE (BO)
MARZABOTTO (BO)
PORRETTA TERME (BO)
SAVIGNO (BO)
SAMBUCA PISTOIESE (PT)

venerdì 14 giugno 2013

Costa romagnola, inaugurata la prima tecnospiaggia

È stata inaugurata a Bellaria-Igea Marina la prima "tecnospiaggia" d'Italia.
Si tratta di un'installazione realizzata grazie alla collaborazione di Telecom Italia - che offre i servizi cloud Nuvola Italiana - e UMPI. Al Bagno Andrea sono stati installati ombrelloni dotati di celle fotovoltaiche e gestiti da remoto, un sistema di videosorveglianza (per prevenire i furti ma anche per portare soccorso ai bagnanti), totem interattivi - che permettono di inviare foto e cartoline elettroniche, ricevere informazioni dal meteo e dati sulla qualità dell'aria, di pubblica utilità o turistiche e ricaricare i mezzi elettrici. Inoltre una rete Wi-Fi copre l'intera spiaggia. Se la rete wireless è offerta ai frequentatori della spiaggia, le strutture sono connesse tramite la tecnologia a onde convogliate, che permette di sfruttare la rete elettrica per trasmettere dati.
Il ministro Piero Gnudi vede il "Progetto Tecnospiaggia" come un'opportunità per rilanciare il turismo in Italia. Gli fa eco il presidente di UMPI, Luca Cecchini, secondo il quale «il turista straniero, molto più orientato ai servizi e alla multimedialità di quanto non sia quello italiano, potrà essere incentivato a bagnarsi sulle coste italiane».

L'obiettivo finale, naturalmente, è di interessare con questa tecnologia gli oltre 12.000 stabilimenti balneari italiani, che costituiscono un mercato dal valore potenziale di 650 milioni di euro.

Porretta Soul Festival 18-21, presentato il programma della 26.a edizione

Bobby Rush, Mitty Collier, Latimore, David Hudson, Toni Green, Falisa Janaye, Charles Walker & The Dynamites, Osaka Monaurail, Brooklin Soul Stew, Charlie Wood, Bruce James & Bella Black, Sax Gordon’s International Soul Caravan. Sono i nomi della 26esima edizione del Porretta Soul Festival, che si terrà dal 18 al 21 Luglio al Rufus Thomas Park di Porretta Terme.
Molte le esibizioni da non perdere, eseguite da artisti provenienti a Porretta da oltreoceano in esclusiva europea. Tra gli altri, due autentici miti del “chitlin’ circuit” (il circuito dei locali per la gente di colore): Bobby Rush , celebrato nel premiatissimo film/documentario di Martin Scorsese “The Blues”, maestro sul palcoscenico di sceneggiate che coinvolgono le sue discinte e carnose coriste e Latimore, voce profonda e possente, mentore e artefice del debutto e del successo di Joss Stone. Quanto alla leggendaria Mitty Collier,  che tante volte ha diviso il palco con Otis Redding, si tratta di un’altra presenza che conferma il livello qualitativo dell’edizione 2013.
Un'ulteriore sorpresa riguarda il funk, che quest’anno arriva dal Giappone con l’esplosiva “9 piece band” Osaka Monaurail del funambolico Ryo Nakata, un James Brown dagli occhi a mandorla.
Il Memphis Sound sarà rappresentato con la collaborazione dello Stax Museum Of American Soul Music di Memphis,

giovedì 6 giugno 2013

Porretta, il Tribunale di Bologna ordina a Società delle Terme di sottoscrivere il contratto di somministrazione con l'Hotel Helvetia. Ma il contenzioso potrebbe restare aperto

Il Tribunale di Bologna ha accolto la richiesta del Gruppo Helvetia per ciò che riguarda la sottoscrizione del contratto di concessione delle acque termali da parte del concessionario Terme di Porretta secondo lo schema approvato dalla delibera 89/06 della Provincia di Bologna.  
L'ordinanza del Tribunale di Bologna, datata 4 giugno 2013, "ordina" alla società delle Terme di Porretta di sottoscrivere il contratto di somministrazione con Helvetia, riconoscendo che sia un vero e proprio "obbligo" giuridico a carico della Società concessionaria. Società della Terme, come chiarisce l’ordinanza, aveva “contestato la legittimazione di Helvetia a pretendere la fornitura di acqua termale, in quanto la ricorrente non era autorizzata ad operare come stabilimento termale”. Ma Helvetia, sottolinea l’ordinanza, “ha ottenuto in corso di causa l’autorizzazione”. Pertanto “non si ravvisano altri impedimenti alla sottoscrizione del contratto”. 
Viene altresì riconosciuto l'esistenza di un "pregiudizio irreparabile" per l'Helvetia, in caso di mancata somministrazione di acqua termale, che "non consentirebbe lo sviluppo dei programmi imprenditoriali già avviati".

Al di là della legittima soddisfazione espressa da Gianluca Pavanello a nome del Gruppo Helvetia, l’ordinanza del Tribunale non sembra aggiungere nessun elemento di novità nel contenzioso aperto tra le parti. Infatti non risulta essere  mai stata interrotta, da parte della società Terme di Porretta, la somministrazione dell’acqua termale. Sempre da quanto risulta, è stata negata la volontà di prorogare il vecchio contratto di somministrazione a condizioni ritenute non congrue. Ma su questo punto è probabile che Helvetia abbia qualcosa da dire. Il vero nodo, sul quale la sentenza non dice nulla, era e rimane quello del prezzo della somministrazione. Richiamando l’applicazione “dello schema approvato dalla delibera 89/06 della Provincia di Bologna”, la sentenza mette il dito nella piaga, cioè l’indeterminatezza della delibera e della stessa legge regionale 32/88. Ecco che cosa stabilisce lo schema tipo all’articolo 2:

“Prezzo massimo
Il somministrato corrisponde al somministrante un prezzo per la risorsa somministrata non superiore ai costi diretti e indiretti sostenuti per la somministrazione (comprensivi degli ammortamenti, oneri finanziari, imposte, costi per lo sviluppo e promozione del marchio, essendo questi ultimi pari ai relativi costi degli ultimi 5 anni annualizzati), maggiorati di una percentuale di utile per il somministrante pari al 13 %.
        Qualora la somministrazione della risorsa richieda la realizzazione di opere aggiuntive, rispetto a quelle necessarie per il normale esercizio della concessione, il costo di tali opere è a integrale carico del somministrato.
         Qualora sia necessario ripristinare l’idoneità della risorsa, anche in seguito a  contaminazioni, i costi di ripristino, sostenuti dal somministrante, sono a carico del somministrato in misura proporzionale alla quantità di risorsa somministrata.
        Qualora i somministrati siano più di uno, i costi di somministrazione, per la determinazione del prezzo massimo di cessione a ciascun somministrato, sono ripartiti tra i somministrati, in proporzione alle quantità di risorsa di cui i contratti prevedono la somministrazione”.

Come si può vedere, lo schema tipo stabilisce con chiarezza solo che tutti i costi, diretti e indiretti, sostenuti dal somministrante, possono essere aumentati del 13%. Ma non dice nulla di preciso su come debbano essere documentati e rendicontati tali costi, se non che il totale deve risultare dagli ultimi 5 anni e poi annualizzato. Sarebbe sufficiente dimostrare che, ad es. per lo sviluppo e la promozione del marchio della risorsa somministrata, è stato speso un certo importo, per fare lievitare il prezzo finale imposto ai somministranti. Oppure che il laboratorio di analisi per garantire la purezza e igienicità della risorsa acqua termale ha dovuto affrontare spese straordinarie, etc.

Questo per dire che il problema, al di là del contenzioso ormai superato tra due concorrenti, interessati entrambi ad acquisire clientela nel turismo termale, ciascuno a scapito dell’altro, resta aperto sul vero contenzioso, che è quello  legato alla determinazione del prezzo della somministrazione. Dai costi sostenuti dal concessionario, ovviamente documentati, dipende la determinazione del prezzo finale ai somministrati. A meno che non siano meglio definiti e quindi modificati lo schema-tipo del contratto (l’art. 7 prevede espressamente l’obbligo di cambiare il prezzo se la Provincia dovesse cambiare lo schema tipo) o la stessa legge regionale cui lo schema tipo si ispira. E l’occasione potrebbe esserci nel momento in cui, per la soppressione della Provincia attesa il prossimo 1 gennaio 2014 salvo proroghe, la Regione richiamerà a sé la delega per darla alla Città Metropolitana o, previo provvedimento apposito, al Comune di Porretta Terme o ad altra istituzione appositamente creata.

Infine resta da vedere se l’istituzione che subentrerà alla Provincia di Bologna deciderà di entrare nella compagine azionaria del concessionario. La Provincia di Parma, diversamente da quella di Bologna che si limita a concedere le concessioni, ha nella Società delle terme di Salsomaggiore e di Tabiano Spa una partecipazione del 15,62%, per un valore nominale delle azioni pari a € 3.999.105,00. Lo stesso vale per la Provincia di Forlì-Cesena, che detiene il 10,20% del capitale delle Terme di Castrocaro ed il 20,70% delle Terme di S.Agnese.

mercoledì 5 giugno 2013

Variante di Valico: Il Codacons si costituirà parte civile

Il Codacons si costituirà parte civile in eventuali processi legati alla Variante di Valico. Lo fa sapere la stessa associazione che assisterà "alcuni proprietari di terreni ed abitazioni che sono rimaste lesionate a seguito dei lavori in qualche modo riconducibili" all'opera. Prendendo atto dell'apertura di un fascicolo per disastro colposo, a seguito di un esposto legato ad una frana nella zona di Castiglione dei Pepoli, il Codacons "si attiverà per depositare la propria nomina di persona offesa così come si è attivata a tutelare altri cittadini rimasti vittime di situazioni analoghe nel nostro Appennino".


L'associazione fa sapere anche, in una nota firmata dall'avvocato e vicepresidente Bruno Barbieri, di essersi già attivata "per un cittadino di San Benedetto Val di Sambro, residente sulla parte destra del fiume Setta, Località Ponte Locatello, che si sta vedendo franare una buona parte del terreno prospiciente la propria abitazione, a causa della progressiva erosione dell'argine da parte del fiume Setta. L'erosione cominciò a seguito della realizzazione di una strada di servizio per i lavori, che portò ad un'evidente modifica del percorso naturale del fiume e delle sue correnti". Per questi motivi i legali "hanno attivato al Tribunale civile di Bologna un procedimento d'urgenza per l'espletamento di un accertamento tecnico preventivo, citando Autostrade per l'Italia spa, Anas e le società aggiudicatrici dell'appalto e di esecuzione degli stessi". Ieri, la prima udienza.