Non se ne parla abbastanza, ma è il tema più importante dal
tempo della nascita delle Regioni in Italia. La legge regionale 21
rivoluzionerà il rapporto tra cittadini e istituzioni, e abbiamo chiesto a
Simonetta Saliera, vicepresidente della Giunta regionale e “regista” del
riordino istituzionale, di fare il punto della situazione. Ecco le domande e le
sue risposte. D. Nel programma della festa provinciale dell'Unità, il tema
"L.R. 21" su riordino amministrativo e Unioni dei Comuni è del tutto
assente. Viene appena sfiorato il tema della Città metropolitana, il 9
settembre, con Draghetti, Manca e Merola. Eppure si tratta di una questione che
tocca da vicino il futuro di tutti i territori della regione. Una svista degli
organizzatori o una scelta dell'Amministrazione Regionale di tenere un basso
profilo sull'argomento?
“L’organizzazione di un programma di un’iniziativa pubblica
è di stretta competenza degli organizzatori. Al tema riordino sono state
dedicate decine di dibattiti in iniziative pubbliche, Feste dell’Unità e altri
incontri pubblici di vario orientamento politico, culturare, sindacale. La
realizzazione della legge 21 e la delimitazione degli ambiti è il frutto di tre
anni di serio confronto sul territorio, con i sindaci, con le parti sociali,
con tutti i partiti, con associazioni di cittadini. Personalmente ho
partecipato, da Piacenza a Rimini, a 150 incontri, di cui almeno una dozzina
nella zona della Valle del Reno”.
D. I ricorsi a TAR e Consiglio di Stato di Camugnano sono
stati affidati ad un esperto, già consulente della Regione, come l'Avv.to
amministrativista Graziosi. Potrebbero mettere in crisi l'assetto e la portata
della L.R. 21? Il modo in cui la nostra Regione ha tradotto i contenuti della
legge nazionale non sono troppo rigidi?
“La Regione
ha approvato e sta applicando, in accordo con i Comuni e le parti sociali, una
legge che ha come obiettivo quello di ridurre i costi di gestione liberando
così risorse per i servizi alla persona, le politiche per il lavoro e le
imprese, la cura del territorio. Veniamo da anni in cui, a partire dalla
manovra varata dall’allora governo Berlusconi nel 2010, i trasferimenti statali
alle Regioni, ai Comuni, alle Province, sono stati pressoché azzerati. In
questo quadro la Regione
e l’intero sistema degli Enti Locali si è fatta portatrice della necessità di
fare di più con meno, riducendo i costi di gestione per garantire i servizi,
gli sportelli sul territorio vicino alle persone. Il processo di riordino
istituzionale che si sta facendo in Emilia-Romagna va proprio nella direzione
di permettere ai Comuni di mantenere le risorse per i cittadini. Ho grande
ammirazione per quei sindaci che accettano questa sfida perché confermano di
avere a cuore prima di tutto la soluzione dei problemi dei loro concittadini”.
D. All'indomani dei ricorsi di Camugnano e Lizzano, è stata
presentata una decina di emendamenti che "ammorbidiscono" la legge
regionale. C'è un nesso tra le due cose o è solo un caso?
“Le modifiche sono frutto dell’intesa tra Giunta, Assemblea
e sistema delle autonomie e permettono a quei Comuni che vogliono partire in un
processo di Unione (nel rispetto dei vincoli regionali e nazionali tra cui
quella di una sola Unione per Ambito) di partire. La Regione, con propri
incentivi e sostegno anche tecnico, è al loro fianco perché crediamo fortemente
in quello che ho provato a spiegare prima: da soli non si va più da nessuna
parte, solo lo stare insieme può dare un futuro alle nostre comunità, specie
quelle più fragili come può essere la nostra montagna a cui in questi anni
abbiamo dedicato tanto affetto, tanta cura e tante risorse per superare le
diseguaglianze rispetto alla pianura e assicurare a tutti i cittadini gli
stessi diritti”. Saliera è certamente uno degli amministratori più attenti e
preparati della nostra Regione. Ciò non toglie che la Legge 21 poteva essere
concepita in modo più flessibile, lasciando a sindaci e cittadini maggiori
spazi di scelta.