lunedì 22 luglio 2013
Frana a Ripoli: richiesta di archiviazione
Manifestazione dei Ripolesi davanti alla Prefettura il 2 maggio 2012 |
mercoledì 17 luglio 2013
Unione dei Comuni dell’Appennino, ora sono 9 su 13. Ma Porretta e Granaglione ricorrono al TAR, mentre la Regione risponde limitando le risorse ai comuni dissidenti
Agli 8 Comuni già favorevoli si è aggiunto in extremis anche
Castel D’Aiano, che nei giorni scorsi si è espresso a favore dell’Unione
dell’Appennino Bolognese. Resta invece fuori Camugnano, guidata dalla nuova
giunta Del Moro, che si è espressa contro l’Unione. Mentre l’iniziativa di
Camugnano potrebbe esaurirsi in una semplice presa di posizione, che non
cambierà le cose rispetto alla sua adesione all’Unione imposta dalla regione, così non è per gli
altri 3 comuni dissidenti, Porretta, Granaglione e Lizzano, che negli ultimi
giorni hanno dato fuoco alle polveri facendo scoppiare una guerra a suon di
carte bollate, ricorsi al TAR e controricorsi.
Lo scorso 21 giugno è stata depositato al TAR di Bologna,
dai comuni di Porretta Terme e Granaglione, ricorso contro la delibera di
Giunta regionale 286/2013 pubblicata il 25 marzo scorso. Tale delibera, nota
come “Programma di riordino territoriale”, ha fissato, una volta per tutte, gli
Ambiti associativi intercomunali per l’esercizio di funzioni e servizi comunali
(e in prospettiva provinciali, visto che alla Provincia di Bologna subentrerà
dal 1 gennaio 2014 la Città Metropolitana ).
In particolare, la delibera 286 ha formalmente incluso
Porretta Terme e Granaglione all’interno dell’Ambito di 13 comuni che fino a
quel momento avevano fatto parte della Comunità Montana del Medio e Alto Reno,
accogliendo quanto annunciato dalla L.R. 21/2013, e quindi ignorando il pronunciamento contrario dei Consigli Comunali.
La risposta della Regione non si è fatta attendere. E’
infatti di due giorni fa la notizia di una modifica, approvata e inserita da
Simonetta Saliera nella Legge Finanziaria, che obbliga tutti i Comuni ad avere
quattro funzioni fondamentali svolte in forma associata entro l’Ambito ottimale
previsto dalla regione entro il 1 gennaio 2014, pena la perdita di alcune
risorse. Come dire che se Porretta e Granaglione perderanno tempo aspettando
che il TAR si pronunci sul loro ricorso, resteranno fuori da alcuni
finanziamenti, modesti ma non per questo meno preziosi, che avrebbero avuto
restando nell’Unione. Resta ora da vedere come si comporteranno Lizzano e Camugnano.
E’ difficile prevedere quale sarà l’orientamento del TAR. Quello che sembra chiaro è però che annullare la delibera 286
significa rimettere in discussione la
L.R. 21, di cui la delibera rappresenta la presa d’atto.
Quindi non si capisce perché il ricorso al TAR è stato fatto dai due Comuni
dissidenti contro una delibera e non contro la legge regionale cui la delibera
si riferisce. Inoltre il ricorso di Porretta e Granaglione non è solo contro la Regione , ma anche contro la Comunità Montana
(che però è già stata dichiarata estinta dalla Regione, e lo sarà formalmente
all’insediamento del Consiglio dell’Unione) e infine contro il Comune di
Vergato, cosa questa di cui non si riesce a comprendere il vero significato.
Forse Vergato ha qualche interesse perché Porretta e Granaglione facciano a
tutti i costi parte dell’Unione? E se anche così fosse, che potere ha un comune
come Vergato per costringere Porretta e Granaglione? Comunque Vergato, per
parte sua, ha già approvato una delibera consiliare per “resistere” in giudizio
nel ricorso al TAR, approvando la spesa di circa 3.500 euro per pagare
l’avvocato.
venerdì 5 luglio 2013
Svincolo di Sasso: perché? Chi fa il pendolare con l’auto verso Bologna se lo chiede tutti i giorni
Chi entra nella Nuova Porrettana allo svincolo del vecchio casello di Sasso Marconi trova il passaggio sbarrato dal new jersey e deve fare un giro di due chilometri e ripassare dal punto in cui era per potere accedere. Pare che Società Autostrade non voglia prendersi la responsabilità di eliminare lo sbarramento, perché l’immissione dallo svincolo sulla Nuova Porrettana non rispetterebbe i criteri di sicurezza dettati dal nuovo Codice della strada. Questa spiegazione lascia perplessi. Possibile che non si riesca a trovare una maniera di entrare (non manca lo spazio per allargare la sede stradale o correggerne la traiettoria) evitando quel giro infinito fino alla rotonda? Forse nessuno desidera porsi il problema. Chi è responsabile di quel tratto stradale? Il Comune di Sasso? Società Autostrade? Da chi dipende sistemare quel moncherino di opera, che tanto fu strombazzata quando fu aperta, e che rimane come un omaggio alle cose fatte a metà? Nei giorni scorsi un’interrogazione è stata fatta al Sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti da due consiglieri della lista civica Sasso Libera, Marco Veronesi e Giovanni Bortolotti. Ma se questo è un problema per chi abita a Sasso, è un problema ben maggiuore per chi, provenendo dalla montagna in direzione di Bologna, con questo sbarramento fa i conti ogni giorno. Non sarebbe male se qualche sindaco delle Valli del Savena si prendesse a cuore la cosa e cercasse di venirne a capo. O i sindaci non se ne sono mai accorti?
Vergato, parte da qui la sfida a Poste Italiane. Si chiama La Nuova Posta ed entra sul mercato con orari lunghi e tariffe concorrenziali
Il simbolo è volutamente somigliante a quello cui siamo abituati da sempre. Stessi colori, blu e giallo, ma questa è la Nuova Posta, un servizio di poste private, con tanto di autorizzazione ministeriale, che da qualche mese ha aperto a Vergato nella centralissima piazza IV Novembre, al n. 3/c (di fronte alle Poste...). E mentre gli uffici di Poste Italiane anziché aumentare diminuiscono, soprattutto nei piccoli comuni di montagna, gli Uffici della Nuova Posta stanno aprendo sedi e insidiano i loro cugini più grandi a suon di tariffe concorrenziali. Qualche esempio: la raccomandata semplice (max 20 gr.) costa € 3,20 (che scendono a € 2,55 incl. IVA per Enti e ditte convenzionate) contro i 3,60 di Poste Italiane, mentre la raccomandata A/R costa 3,90 (ovvero € 3,15 incl. IVA per Enti e ditte convenzionate) contro 4,30. Anche per spedire una lettera si risparmia: fino a 20 gr. € 0,60 (0,55 in convenzione) contro 0,70, da 21 a 50 gr. € 1,50 contro 1,90. L’altra cosa interessante è l’orario di apertura. Se le Poste tradizionali chiudono alle 13.30 (al sabato anche prima) e se ne riparla all’indomani alle 8.00, la Nuova Posta apre alle 8.00, chiude alle 13.00, riapre alle 14.30 e chiude alle 17.30. Solo al sabato il servizio apre alle 8.30 e chiude alle 13.00. Meno stress, ed anche qualche servizio in più. A cominciare dalle consegne urgenti nell’hinterland. “Consegnamo raccomandate urgenti nella nostra zona di competenza entro 3 ore, se ci vengono consegnate entro le ore 12.00. Il costo è di € 8,33+IVA (totale € 10,00) fino ad un peso di 2 Kg.” afferma Daniele Gallai, direttore dell’Ufficio di Vergato. La zona di competenza dell’ufficio di Vergato comprende Castel di Casio, Castiglione, Grizzana, Camugnano, Castel d’Aiano, Sasso Marconi, Gaggio, Marzabotto, Porretta e Vergato. Il servizio offerto può comprendere la tracciabilità delle singole spedizioni sul sito www.lanuovaposta.it, il rimborso secondo un valore concordato in caso di smarrimento della raccomandata, e tutti i servizi accessori come la spedizione di pacchi, il confezionamento posta con inoltro da liste clienti, le spedizioni di posta massiva con e senza destinatario. Per Enti e ditte è possibile anche il pagamento con fattura a fine mese.
Unione dell'Appennino Bolognese, “alcuni comuni stanno fuori”, conferma Sandra Focci, presidente della disciolta Comunità Montana
Sull’iter in corso per l’Unione dei Comuni incontriamo la presidente della disciolta C.M. della Valle del Reno, nonché sindaco di Vergato.
Sindaco Focci, a che punto è lo Statuto dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese?
“E’ già stato approvato dalla maggior parte dei comuni, restano indietro Camugnano, dove la nuova Giunta si è appena insediata, e Castel d’Aiano. Poi dovremo tornare a ragionare con quei comuni, che sappiamo che non hanno intenzione di approvarlo e quindi che stanno fuori dall’Unione: Porretta, Granaglione, che già si erano espressi, e pare anche Lizzano”.
Ma possono non approvare lo Statuto questi comuni? e appellandosi a che cosa?
“Questo andrebbe chiesto a loro. Sappiamo che l’Unione dei Comuni è una scelta strategica, mentre questi comuni avrebbero preferito la soluzione di separarsi dal Medio Reno e dalla valle del Setta. Noi invece riteniamo che la potenzialità del nostro territorio sia proprio quella di stare insieme, con tutte le specificità che abbiamo”.
Lasciamo per un momento da parte questi comuni “dissidenti”. Quali sono ora le prossime scadenze per la nascita dell’Unione?
“Ci sarà prima un incontro con la Regione, per capire come comportarci con questi comuni che non hanno approvato lo statuto. La procedura della Regione (art. 7) prevedeva la trasformazione di diritto della Comunità Montana in Unione dei Comuni. Dovremo attendere quindi le decisioni della Regione. Subito dopo lo statuto verrà pubblicato, ed entrerà in vigore dopo 30 giorni dalla pubblicazione. A quel punto si dovrà procedere all’elezione di tutti gli organismi della nuova Unione”.
Lo Statuto è un documento rigido, che tale è e tale rimane…
“Lo statuto è stato fatto da tutti noi sindaci. Pertanto nel momento in cui approda nei Consigli comunali deve essere obbligatoriamente approvato nella stessa maniera da tutti, altrimenti non è valido. Abbiamo tenuto diverse Conferenze dei sindaci per sviluppare la più ampia discussione e abbiamo condiviso il documento da sottoporre nei Consigli comunali. Abbiamo cercato di fare uno strumento flessibile, le parti organizzative vengono rimandate ad appositi Regolamenti che verranno discussi successivamente. Sono stati previsti 3 sub-ambiti, pensando anche ai comuni dell’Alto Reno. Nel momento in cui alcuni comuni dell’Alto Reno non dovessero stare con noi, dovremo capire come riorganizzare i sub-ambiti, che sono solo forme organizzative per la gestione dei servizi, non comportano spese o elezione di organismi ma solo riorganizzazione dei servizi per i cittadini”.
Grizzana Morandi, un milione per la scuola di Riola. La Regione sblocca risorse che tornano nella disponibilità del Comune
Una delibera della Regione ha sbloccato il 24 giugno scorso 15,2 milioni di euro dai vincoli del patto di stabilità. Grizzana Morandi è tra i comuni che più beneficieranno del provvedimento, visto che potrà scongelare 1.066.000 euro.
Queste risorse potranno essere impiegate per la scuola di Riola, i cui lavori sono fermi da anni per la mancanza di risorse spendibili nella casse comunali. Il paradosso del patto di stabilità impedisce infatti di usare risorse proprie esistenti, finchè lo Stato non sarà nelle condizioni di rimuovere il vincolo.
Nel caso di Grizzana si trattava quindi di fondi già impegnati, in questo caso per il completamento dell’edificio che ospiterà scuola elementare e scuola media. Si attendono ora per i prossimi mesi le indizioni delle gare, che permetteranno ai fornitori aggiudicatari dei lavori di aprire cantieri e rimettere in moto l’economia sempre più asfittica e depressa del settore edilizio. Fino ad oggi la scuola aveva già assorbito circa 1,4 milioni di euro, e per completare la parte mancante dei lavori erano state fatte dalla Giunta anche ipotesi alternative, tra cui quella di un mutuo di 580.000 euro per la centrale a cippato. Bisognerà ora vedere se un milione sarà sufficiente per completare l’opera.
Per sbloccare questi fondi la Regione ha fatto accordi con lo Stato prestando garanzie che permettono di rivedere il riparto delle spese.
Dal 2010 ad oggi le risorse complessivamente sbloccate dalla regione ammontano a 400 milioni, mentre la sola delibera del 24 giugno ha sbloccato 100 milioni, di cui la metà circa a disposizione dei piccoli comuni. In autunno è prevista una nuova tranche di risorse svincolate dal patto di stabilità, che permetterà di far partire nuovi interventi sul territorio a beneficio dei fornitori dei comuni e quindi dei cittadini.
Dopo Imola, che si è visti sbloccati 2,5 milioni, e Monghidoro, che potrà spendere 1,35 milioni, Grizzana si è classificata al terzo posto nella graduatoria dei 48 comuni della provincia di Bologna interessati dalla delibera di sblocco dal patto di stabilità.
Passante Nord, M5S lo attacca. Presentate due interrogazioni alla Camera e al Senato. “Nemmeno Società Autostrade vuole farlo perché inutile”. Contrari anche i Sindaci
In rosso, l’ipotesi di nuovo tracciato che attraversa l’abitato di vari comuni
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Entro il mese di luglio, Società Autostrade renderà pubblico il progetto preliminare per la realizzazione del Passante Nord, opera pensata 10 anni fa e che costerà circa 1,3 miliardi di euro. Il precedente progetto, bocciato dall’UE nel 2010, è stato modificato (da 41 a 30 km) e attraverserebbe i territori dei comuni della cintura, per cui diversi sindaci sono contrari all’opera. Va aggiunto che per far recuperare i costi ad Autostrade la Tangenziale diventerà a pagamento. Così è partita un’offensiva del M5S per bloccarla. "Le dichiarazioni dell'Assessore Alfredo Peri sul Passante Nord sono una carezza ai costruttori” – dice Elisa Bulgarelli, senatrice bolognese del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un'interrogazione in Senato, così come Michele Dell'Orco ha fatto alla Camera – “ma la politica fatta per interesse non è buona politica. E dietro al Passante Nord non ci sono ragioni di tipo trasportistico, ma esclusivamente interessi politici e di speculazione edilizia. Persino la stessa Autostrade per l'Italia” - continua la Senatrice, ricordando lo studio preventivo dello scorso dicembre - "non vuole farlo, ritenendolo inutile sia per lo snodo autostradale che per il traffico di Bologna."
"Le previsioni di traffico in crescita sulle quali si basava il primo progetto di Passante si sono rivelate clamorosamente sbagliate" - dice Michele Dell'Orco, componente della Commissione trasporti alla Camera - "e ci sono alcune piccole opere utili che sarebbero ben più efficaci del Passante Nord e meno invasive della nuova infrastruttura.” Lo stesso comitato per l'alternativa ha presentato un progetto diverso e intelligente che non è stato mai preso in seria considerazione, ma che costituisce una valida alternativa perché prevede un allargamento in asse di tangenziale e autostrada risolvendo il problema di viabilità ma a consumo di suolo zero, di più veloce realizzazione e con costi molto più contenuti. La Pianura Padana è già fortemente antropizzata, molto inquinata e ormai orfana
della sua agricoltura. Quest'opera inutile va abbandonata."
"Da anni cerchiamo di fermare il Passante Nord" - dice Andrea Defranceschi, Capogruppo M5S in Regione - "ma hanno cercato in tutti i modi di modificarlo e di fare pressioni per portarlo avanti, a scapito del territorio e contro ogni logica economica e di mobilità”.
martedì 2 luglio 2013
Vado, assemblea PD aperta ai cittadini. Sarà presente il segretario provinciale Raffaele Donini
Fatte le primarie, è il momento per gli elettori monzunesi della coalizione di centrosinistra di metabolizzare il risultato, che ha visto l'outsider Jonathan Gerbi prevalere sul segretario uscente Francesco Manieri, mentre sono in corso tentativi di destabilizzare il giovane candidato da parte di vecchi fuoriusciti dal PD e spingerlo verso una lista "non ortodossa", da presentare alle amministrative del 2014. Non mancano motivi di preoccupazione sia all'interno del PD locale che a livello provinciale, per la piega imprevista che potrebbero prendere le cose, anche alla luce di un quadro nazionale incerto, in vista del congresso nazionale PD, che si prepara tra grandi incertezze dovute allo scontro interno tra correnti.
Per il 3 luglio alle 20.30, presso la sala del CENTRO
SOCIALE di VADO - Via Val di Setta 38/b, è convocata l’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI,
ma aperta ai cittadini, con il seguente Ordine del Giorno:
1- Valutazione sulle Primarie per il Candidato Sindaco e
avvio della Campagna Elettorale per le Amministrative 2014;
2- Feste di Pian di Setta e Vado;
3- Impegno politico per la produzione di una documentazione
da inviare alla Federazione Provinciale in vista del Congresso Nazionale;
3- Dimissioni del Segretario;
4- Avvio di un percorso precongressuale per il rinnovo della
Segreteria di Monzuno. All’Assemblea sarà presente il Segretario Provinciale
Raffaele Donini.
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