Agli 8 Comuni già favorevoli si è aggiunto in extremis anche
Castel D’Aiano, che nei giorni scorsi si è espresso a favore dell’Unione
dell’Appennino Bolognese. Resta invece fuori Camugnano, guidata dalla nuova
giunta Del Moro, che si è espressa contro l’Unione. Mentre l’iniziativa di
Camugnano potrebbe esaurirsi in una semplice presa di posizione, che non
cambierà le cose rispetto alla sua adesione all’Unione imposta dalla regione, così non è per gli
altri 3 comuni dissidenti, Porretta, Granaglione e Lizzano, che negli ultimi
giorni hanno dato fuoco alle polveri facendo scoppiare una guerra a suon di
carte bollate, ricorsi al TAR e controricorsi.
Lo scorso 21 giugno è stata depositato al TAR di Bologna,
dai comuni di Porretta Terme e Granaglione, ricorso contro la delibera di
Giunta regionale 286/2013 pubblicata il 25 marzo scorso. Tale delibera, nota
come “Programma di riordino territoriale”, ha fissato, una volta per tutte, gli
Ambiti associativi intercomunali per l’esercizio di funzioni e servizi comunali
(e in prospettiva provinciali, visto che alla Provincia di Bologna subentrerà
dal 1 gennaio 2014 la Città Metropolitana ).
In particolare, la delibera 286 ha formalmente incluso
Porretta Terme e Granaglione all’interno dell’Ambito di 13 comuni che fino a
quel momento avevano fatto parte della Comunità Montana del Medio e Alto Reno,
accogliendo quanto annunciato dalla L.R. 21/2013, e quindi ignorando il pronunciamento contrario dei Consigli Comunali.
La risposta della Regione non si è fatta attendere. E’
infatti di due giorni fa la notizia di una modifica, approvata e inserita da
Simonetta Saliera nella Legge Finanziaria, che obbliga tutti i Comuni ad avere
quattro funzioni fondamentali svolte in forma associata entro l’Ambito ottimale
previsto dalla regione entro il 1 gennaio 2014, pena la perdita di alcune
risorse. Come dire che se Porretta e Granaglione perderanno tempo aspettando
che il TAR si pronunci sul loro ricorso, resteranno fuori da alcuni
finanziamenti, modesti ma non per questo meno preziosi, che avrebbero avuto
restando nell’Unione. Resta ora da vedere come si comporteranno Lizzano e Camugnano.
E’ difficile prevedere quale sarà l’orientamento del TAR. Quello che sembra chiaro è però che annullare la delibera 286
significa rimettere in discussione la
L.R. 21, di cui la delibera rappresenta la presa d’atto.
Quindi non si capisce perché il ricorso al TAR è stato fatto dai due Comuni
dissidenti contro una delibera e non contro la legge regionale cui la delibera
si riferisce. Inoltre il ricorso di Porretta e Granaglione non è solo contro la Regione , ma anche contro la Comunità Montana
(che però è già stata dichiarata estinta dalla Regione, e lo sarà formalmente
all’insediamento del Consiglio dell’Unione) e infine contro il Comune di
Vergato, cosa questa di cui non si riesce a comprendere il vero significato.
Forse Vergato ha qualche interesse perché Porretta e Granaglione facciano a
tutti i costi parte dell’Unione? E se anche così fosse, che potere ha un comune
come Vergato per costringere Porretta e Granaglione? Comunque Vergato, per
parte sua, ha già approvato una delibera consiliare per “resistere” in giudizio
nel ricorso al TAR, approvando la spesa di circa 3.500 euro per pagare
l’avvocato.
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