Il sindaco Marco Mastacchi ha elaborato un progetto che punta sul coinvolgimento dei cittadini
Mentre il “Sistema Cosea” sembra avere imboccato il viale
del tramonto - dovrebbe sopravvivere solo Cosea Ambiente, mentre gli impianti
saranno venduti - a Monzuno si fanno le
prove e le esercitazioni sulla “disciplina del rifiuto”.
In un paio di occasioni pubbliche, il sindaco Marco
Mastacchi ha accennato i contenuti di una bozza, intitolata “Progetto
Valorizzazione Ambientale”, che riunisce i concetti cui l’amministrazione
intende ispirarsi, per ciò che riguarda la raccolta ed il trattamento dei
rifiuti.
Il documento, si precisa in municipio, non vuole essere in
antitesi con l’operato fin qui svolto dal Cosea, ma si pone come contributo,
poiché migliorare è sempre possibile, ed inoltre è doveroso, quando i dati
sulla raccolta differenziata mettono i Comuni della nostra montagna agli
ultimissimi posti nelle classifiche della provincia.
Del resto, attaccare Cosea in questo suo momento di estrema
debolezza sarebbe assolutamente cinico, e qui nessuno vuol fare del cinismo.
Mentre aspettiamo che la “bozza di Monzuno”, chiamiamola così, diventi un
documento vero e proprio, magari presentato ai cittadini con un pubblico
incontro al quale Mastacchi già dice di pensare, vediamo quali sono i temi
toccati dalla bozza.
La sua finalità dichiarata è “attivare un circuito virtuoso
di raccolta e utilizzo degli scarti biodegradabili, per la vendita di materia
prima e di produzione di energia elettrica e termica a fini pubblici, con il
coinvolgimento, anche economico, dei cittadini e delle realtà economiche del
territorio”.
Si tratta di un obiettivo ambizioso, anche se qua e là in
Italia e in Europa, ad esempio in Trentino Alto Adige, ma anche in Svizzera e
in Austria, esistono parecchi esempi di comunità che l’hanno perseguito e
raggiunto. Il bacino interessato dal progetto è sovracomunale: riguarda le
Valli del Savena, del Setta e del Sambro. Il cuore del progetto riguarda la
produzione di energia attraverso una centrale a Biogas, ottenuto dalla parte
umida della raccolta differenziata e dagli sfalci. Viene anche prevista una
rete di teleriscaldamento. La parte più innovativa del progetto è quella in cui
si immagina una stazione ecologica, nella quale i residenti conferiscono
spontaneamente i rifiuti, rigorosamente differenziati a fronte di un
riconoscimento economico. Non si deve trascurare, infatti, che il rifiuto ha un
valore, anche se viene “regalato”, da chi lo produce, alle società che sono
autorizzate alla raccolta. Se, per assurdo, i cittadini conferissero i rifiuti
là dove vengono trattati, anziché metterli nei cassonetti, si salterebbe un
intero pezzo della filiera del rifiuto, con
un risparmio non indifferente per la collettività. Ma qui conviene
aspettare fino a quando il progetto sarà presentato nella sua veste finale.
Certo l’elaborazione di simili progetti è un segnale che i tempi stanno
cambiando, e che alcune amministrazioni
guardano avanti per non farsi cogliere impreparate.
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