Lo scorso 2 luglio si è deciso di andare ad una nuova gara,
e di non rinnovare alla Hr di Luigi Biagi l’opzione per altri 4 anni, che
sarebbe scattata dal 1 novembre prossimo. Da noi contattato il primo luglio,
Biagi ci aveva detto “Non intendo rinunciare alla gestione degli impianti per i
prossimi 4 anni”. Ma così non è stato.
“Da mesi sto aspettando che
l’ente Parco e la Regione
diano il via ai lavori per rifare l’impianto Cavone-Rocce. So che è finanziato
e sarà il caso che i lavori partano se vogliamo aprirlo il prossimo inverno”,
aveva aggiunto Biagi al telefono. L’impianto ha
infatti ormai 30 anni e va rifatto per superare i collaudi. Ma è vero,
avevamo chiesto a Biagi, che Parco e Regione potrebbero fare un nuovo bando a
luglio per affidarsi ad un nuovo gestore? “Ci sono in corso delle trattative”,
aveva risposto Biagi, “ma credo che questa sarebbe la scelta peggiore per
tutti, perché dubito che qualche altro gestore prenda a mano una patata
bollente come questa. Inoltre io ho messo due milioni di tasca mia per tenere
efficienti gli impianti e vorrei che la cosa mi venisse riconosciuta…”. Vista
la piega presa dai fatti, la cosa non gli è stata riconosciuta. Ma se il bando
uscisse, lei si presenterebbe con un’offerta? “Vedremo. Ripeto ci sono delle
trattative aperte ed è in particolare l’ente Parco che sta bloccando tutto. Io
chiedo solo di potere andare avanti e di garantire l’efficienza degli impianti.
Ognuno si assumerà le sue responsabilità”. Questa era la fotografia al 1 luglio
scorso. Poi, il pomeriggio del 2 luglio, sono uscite le prime agenzie con la
notizia del nuovo bando, annunciato per la metà di luglio. Ora si dovranno fare
le cose di corsa, e questo non è mai un bene. C’è ad esempio la questione della
vendita pre-stagionale degli abbonamenti, che non si sa se verrà fatta e da
chi. Non basta infatti che siano presentate offerte al bando di gara. Chiunque
sarà il gestore, vorrà garanzie sui lavori urgenti per rifare la Cavone-Rocce. E se
i lavori saranno fatti durante l’estate, questa sarebbe la prova che Biagi è
stato volutamente boicottato e fatto fuori.
Che la vicenda sia complicata, dalle parti di Lizzano lo
sanno tutti. Anche Giovanni Zaccanti, l’imprenditore di Gaggio che ebbe in
gestione gli impianti per 7 anni e che qualcuno vorrebbe ancora interessato a
riprendersela, sembra poco interessato al nuovo bando di gara. “Io sto ancora pagando un mutuo per gli
impianti che rifeci quando ebbi la gestione qualche anno fa. Ho un contenzioso
aperto con la Regione
per queste spese che mi sono accollato…”. Quindi non smentisce le voci di un
suo interessamento a tornare a gestire la stazione sciistica? “Non confermo e
non smentisco niente. Dico solo che vorrei risolvere il contenzioso prima di
tutto. Ora sono fuori per lavoro e non posso aggiungere altro”. Sul possibile
ruolo che potrebbe giocare Zaccanti, anche Luigi Biagi si era dichiarato scettico: “Io gli ho parlato e non mi è
sembrato molto interessato a riprendersi la gestione degli impianti del Corno.
Credo che l’unica possibilità concreta, se non si vuole rischiare di lasciare
il Corno senza un gestore, sia accordarsi con me. Andare ad un nuovo bando
sarebbe un salto nel buio”. Ora il “salto nel buio”, per usare le parole di
Biagi, è stato fatto. Ed anche se il neo-sindaco di Lizzano Elena Torri ed il
presidente del Parco Ceccoli gettano acqua sul fuoco, la situazione si presenta
alquanto incerta.
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