A dirlo sono i dati a consuntivo del 2013 pubblicati sulla pagina Statistica della Provincia.
Regge solo il polo termale di Porretta, perde presenze il
Corno, crollano arrivi e presenze nella Media Valle del Reno. Crescono solo Bologna,
l’Imolese, e la Valsamoggia.
I dati consuntivi del 2013 presentano anche alcune novità:
arrivano i cinesi.
L’Unione a 9, quindi i 9 sindaci riconfermati o neoeletti il
25 maggio, avranno il loro bel da fare per sostenere che Alto Reno e Medio Reno hanno una
vocazione turistica comune. Se la collina e la montagna della Media Valle del
Reno avevano un tempo una qualche vocazione turistica, se mai erano mete di
villeggiatura e luoghi attrattivi per l’acquisto di seconde case, col 2013 si
può dire che questi tempi sono finiti. I dati consuntivi dell’anno 2013
pubblicati dalla Provincia di Bologna confermano impietosamente il trend dei
primi mesi dell’anno trascorso e lanciano un vero e proprio allarme rosso: nei
10 comuni della Valle del Reno (Camugnano, Castel d'Aiano, Castel di Casio,
Gaggio Montano, Granaglione, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere,
Marzabotto, Porretta Terme e Vergato) il
2013 ha
segnato sul 2012 un -23,58% degli arrivi ed un
preoccupante -33,55% nelle presenze. Mentre infatti Porretta Terme tiene
e Lizzano in Belvedere arranca (Porretta +7,64% gli arrivi, +1,32% le presenze,
Lizzano +5,34% gli arrivi, -11,60% le presenze) hanno perso fortemente terreno
gli altri 8 comuni.
Basta infatti scorporare
i dati delle due località turistiche dell’Alto Reno, ed ecco che i dati
della Media Valle del Reno sono
catastrofici. Sottraendo i numeri di Lizzano e Porretta, restano circa 20.000 arrivi nel 2012, che si riducono nel 2013 ad appena 6.000. E le
82.500 presenze del 2012 si assottigliano nel
2013 fino a diventare 22.400. Il crollo delle presenze (-72%) dice
chiaramente che una politica turistica comune tra Alto e Medio Reno non può
esistere. Meno marcato, ma non meno preoccupante, è il calo negli otto comuni
delle Cinque Valli (Castiglione dei Pepoli, Loiano, Monghidoro, Monterenzio,
Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi), che segnano
-22,58% per gli arrivi e -32,19% per le presenze. Qui le presenze sono scese in
un anno da
Considerato che i dati totali della Provincia di Bologna, a
dispetto della crisi, dimostrano una tenuta sostanziale (3.329.054 le presenze
2013, con un modesto calo del 2,95% rispetto al 2012) dove sono andate queste
decine di migliaia di turisti che abbandonano le nostre Valli? Il conto è
presto fatto: il grosso si ferma a Bologna, che infatti è cresciuta del 5,34% in un anno, arrivando a
2.145.429 presenze, ben 120.000 in più rispetto
al 2012. Queste 120.000 presenze in più sono più o meno quelle che mancano da
un anno all’altro nei 16 comuni di montagna, che stanno perdendo quasi del
tutto il proprio richiamo sui turisti di passaggio, che battono in lungo e in
largo Bologna, Imola e l’Imolese (274.519 presenze, +4,13% rispetto al 2012),
perfino la Valsamoggia
(30.877 presenze, +111,15% rispetto al 2012), ma non si spingono né a Castel
d’Aiano, né a Monzuno, né a Castiglione e nemmeno a Gaggio Montano. E sui
motivi per cui ciò accade sarà meglio cominciare a riflettere seriamente.
Ma le novità non finiscono qui. In un anno sono cresciuti i
turisti stranieri, che sono ormai oltre il 40% sia per gli arrivi che per le
presenze, compensando il leggero calo di quelli italiani. Per provenienza
restano primi i tedeschi, mentre in un solo anno i cinesi sono balzati
dall’ottavo al secondo posto, con +85,51% di arrivi e +72,62% di presenze.
Peccato che nel Medio Reno di cinesi non se ne veda neanche uno, mentre le
Cinque Valli sono predilette proprio dai
Cinesi seguiti dai Rumeni, che forse non sono sempre tutti turisti. Paesi
Bassi, Regno Unito e Germania si confermano i principali paesi di provenienza
di ciò che rimane del turismo nella Valle del Reno, che per il resto attira
turisti dell’Emilia-Romagna, della Toscana e della Lombardia. Dopo il 25 maggio
la palla passerà alle Unioni, quella già esistente di Vergato e quella, ancora
in alto mare, contesa tra Pianoro e San Lazzaro di Savena. Sindaci e operatori
dovranno sedersi attorno al tavolo e capire che i turisti snobbano i territori
privi di strutture organizzate.
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