Abbiamo chiesto un’intervista esclusiva all’ingegnere
Alessandro Santoni, candidato sindaco della lista civica indipendente “Crescere
Insieme”. Qual è l’obiettivo raggiunto, che l’ha riempita di soddisfazione fino
ad ora? “Siamo riusciti a riportare la politica in mezzo alla gente
condividendo con loro idee e programma. Anche grazie al nostro operato le
persone sono tornate a parlare di politica in modo sano e soprattutto
costruttivo e, come noi, esclusivamente per il bene del nostro Comune”.
Qual è la sua posizione sul progetto di realizzazione di un
Centro sportivo, scolastico e polifunzionale nella frazione di Ripoli? “Penso
che sia necessario valutare progetti alternativi per quattro validi motivi.
Primo, la palestra non è una scelta strategica: questi impianti devono avere
valenze sovra comunali, ma, vista anche la presenza della vicina struttura di
Lagaro, quella prospettata sarà un'opera incapace di dare tali risposte.
Secondo, per rendere sostenibile la costruzione di una palestra bisogna
minimizzarne il grado di inutilizzo, per farlo generalmente la si associa ad
importanti comprensori scolastici che, a Ripoli, non sono presenti. Terzo, se
si vuole parlare di rivalorizzazione occorre realizzare subito interventi
finalizzati a tale scopo, questa frazione non può più aspettare, ma tutti
sappiamo che al momento sull’area individuata non è possibile eseguire alcun
tipo di intervento edilizio. Infine, i notevoli costi annui di esercizio di un
impianto con queste caratteristiche, in un periodo di ristrettezze economiche
come quello che stiamo vivendo, renderanno ancora più difficile la gestione
economica e sociale non solo di Ripoli, ma dell'intero Comune”.
Qual è la sua proposta? “Investire tutte le risorse
economiche destinate a Ripoli su un progetto alternativo: un grande impianto
fotovoltaico a terra, in grado di produrre ogni anno 780.000 KWh di energia
elettrica, capace di soddisfare le esigenze di tutte le famiglie residenti di Ripoli
che così vedranno annullarsi i costi dell'energia. Se si vuole parlare di
rivalorizzazione del territorio, interventi di questo tipo sono più adeguati:
vogliamo che da domani si parli di Ripoli come di un esempio da seguire e non
di un problema”.
Quale futuro vede per Castel dell'Alpi? “La situazione è
sotto gli occhi di tutti: lo stato di abbandono e degrado che purtroppo
caratterizza oggi il lago, che anni addietro ha rappresentato uno dei maggiori
poli attrattivi della nostra montagna, costituisce un freno importante alla
promozione turistica di tutto il territorio. Siccome sappiamo che per risolvere
definitivamente il problema occorre intervenire sia con opere di svuotamento
dell'invaso che di consolidamento delle ultime due briglie di monte, e poiché
sappiamo che occorrono risorse economiche importanti, abbiamo già predisposto
il progetto degli "Interventi di eliminazione dell'emergenza idraulica del
lago di Castel dell’Alpi" da inviare alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, per accedere alla richiesta di contributo a valere sulla quota
dell'otto per mille dell'Irpef, con la possibilità che lo stesso venga
finanziato per intero. Questo progetto è pronto per essere inviato, manca solo
la firma del legale rappresentante del nostro Comune, ossia del Sindaco, ma per
questa saranno i cittadini a decidere”. Quali servizi pensa di offrire per le
famiglie?
“Per aiutare le famiglie a rimanere nel nostro Comune è
necessario mirare a raggiungere una qualità dei servizi simili a quelli
presenti in realtà più densamente popolate. Tra tutti i comuni contermini, il
nostro è oggi ancora l'unico a non offrire un servizio di asilo nido dedicato
alla primissima infanzia: sarà questo uno degli obiettivi irrinunciabili della
nostra azione, indispensabile per conciliare le esigenze familiari ed
occupazionali dei cittadini. Sempre in quest'ottica offriremo alle famiglie un
servizio di pre e post scuola pomeridiano in tutti gli istituti materni ed
elementari dal lunedì al venerdì”.
La sua ricetta per il lavoro?
“Le clausole sociali: uno strumento che ha già trovato
positive applicazioni e che costituisce un’utile misura di sostegno che
consente la piena valorizzazione del capitale umano e sociale di tutta la
comunità. L’introduzione di questo nuovo istituto negli appalti pubblici impone
l'inserimento lavorativo di "soggetti svantaggiati" in tutti i futuri
affidamenti dell'Amministrazione Comunale, e questo già a partire da tutti i progetti
che vi ho appena illustrato. Ricordo che per definizione le persone "svantaggiate"
sono sia quelle che si trovano in condizioni familiari e sociali difficili, ma
anche quelle che non hanno un impiego lavorativo”. Giada Pagani
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