Si è presentata da sola alle primarie di centrosinistra. La
sua candidatura è giunta a sorpresa dopo dichiarazioni di disimpegno nella
politica attiva comunale da parte del gruppo di minoranza di cui anche lei
faceva parte.
Che cosa le ha fatto cambiare idea?
"Ho scelto di candidarmi a primo cittadino a fronte delle
tante sollecitazioni ricevute da amici del mio comune che hanno visto nel mio
impegno la possibilità di dare nuovo slancio al nostro territorio. L'esperienza
importante fatta nella lista civica "Idee in Comune", contrapposta
alla lista appoggiata dal PD, era per me conclusa in quanto incompatibile
con la mia appartenenza politica a Centro Democratico, partito guidato da
Bruno Tabacci e in coalizione con il PD. Quando il PD ha scelto di indire
primarie di coalizione ho deciso di accogliere l'invito degli amici e di
offrire una alternativa possibile e mi sono candidata. Il PD ha poi rinunciato
a presentare candidature riconoscendomi candidata unica di coalizione".
Quali sono i punti di continuità e quelli di discontinuità
del suo programma rispetto a quanto fatto dalla giunta Agostini?
"Al momento non esiste un programma definito. Ci sono tante idee e soprattutto
tanti desideri su come si vorrebbe il nostro comune nel futuro. Il programma lo
stiamo predisponendo grazie al confronto
con tutte le associazioni, culturali, di volontariato ed economiche del
territorio e con gli incontri in programma con la popolazione delle diverse
frazioni. Sono emozionata dalla voglia di partecipare che sto riscontrando: non
sarà il mio programma, ma il programma di chi come me pensa che un futuro
importante per il nostro comune sia possibile".
Lizzano ha bisogno di una nuova governance e di un rilancio
come località turistica. Qual è la sua ricetta al riguardo e da dove bisogna
partire?
"La mia amministrazione comunale sarà una squadra di
persone motivate, appassionate, consapevoli delle criticità, ma anche della
grande bellezza e delle grandi potenzialità che ha il nostro territorio.
Abbiamo un tesoro ma non sappiamo valorizzarlo e proporlo. Il nostro compito
sarà quello di creare i presupposti perché il nostro comune sia appetibile per
chi voglia qui vivere, investire o villeggiare, 12 mesi l'anno. La ricetta é
solo questa: amare così profondamente la nostra terra, prenderci cura di lei a
tal punto, da rendere impossibile per chi entra in contatto con lei non
rimanerne affascinato e desiderare di visitarla o di rivederla il prima possibile.
Che cosa cambierà se lei venisse eletta sindaco per ciò che
riguarda l'adesione di Lizzano all'Unione Alto Reno? Pensa che questa strada
rimanga la migliore da percorrere e quante sono le chances secondo lei che
l'Unione sia riconosciuta dalla Regione? L'Alto Reno deve fare gioco di
squadra. E quando parlo di Alto Reno parlo anche dei comuni di Gaggio Montano e
di Castel Casio. Di questo sono certa. E la Regione Emilia
Romagna avrebbe a mio avviso il dovere di facilitare la collaborazione
tra queste realtà. Solo insieme infatti potremmo superare le grandi difficoltà
proprie dei territori montani. In che modo ricostruire la comunione di intenti
lo si vedrà a tavolino, studiando in modo approfondito le soluzioni possibili.
Ma credo che sia chiaro a tutti che la montagna deve fare massa critica per
avere maggiori garanzie per i propri abitanti e per il proprio territorio".
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