Marco Mastacchi, sindaco civico di Monzuno, candidato al secondo mandato |
Dormirà sonni tranquilli per tutta la campagna elettorale
Marco Mastacchi, sindaco eletto nel 2009 dopo che la sua lista civica Dimmi
riuscì a interrompere una tradizione di sindaci PCI-DS-PD che era durata più di
30 anni. Nessuno dei 3 candidati sindaci che lo sfideranno il 24 maggio sembra
infatti in grado di impensierirlo. Non lo era il giovane Jonathan Gerbi,
vincitore di frettolose primarie tenute - chissà perché? - sei mesi fa per
scelta del locale circolo PD, allora capeggiato da Francesco Manieri, che uscì
dal risultato delle primarie piuttosto malconcio, tanto da decidere di farsi da
parte e di passare la mano a Cosimo Barbarino.
Va comunque riconosciuta a Gerbi una saggezza che altri
politici locali, pensando di essere “navigati”, hanno dimostrato di non avere.
La decisione di lasciare la campagna elettorale, dopo un risultato non
disprezzabile alle primarie, ha dimostrato in questo ragazzo 23enne un’umiltà,
ed una capacità di lettura dei fatti locali,
che forse difetta ai militanti del suo partito. Gerbi è stato saggio a
farsi da parte e potrà diventare una risorsa tra qualche anno. L’avvicendamento
alla guida del PD ha sortito una nuova candidatura - questa volta senza
primarie, tanto a che servono? - bensì per semplice acclamazione di pochi
iscritti al circolo monzunese. Ad essere scelta è stata Nicoletta Poli, la
prima, e forse l’unica, persona che si era resa disponibile, dopo il passo indietro
di Francesco Manieri, che dopo il ritiro di Gerbi non ha esercitato il suo
diritto a candidarsi. Della neo-candidata Nicoletta Poli, laureata ed esperta
in consulenze filosofiche, cui è stato affidato l’ingrato compito di riportare
il comune a sinistra, abbiamo pubblicato
un’ampia intervista esclusiva sul numero di febbraio. Donna colta, dai
tanti interessi e con un curriculum professionale lussureggiante, resta avvolta
nel mistero incomprensibile del perché si sia fatta incastrare dal locale circolo PD (del quale non ha mai
fatto parte). A fare breccia è stato forse il suo programma assai agguerrito, che auspica “una
vera rivoluzione socio-culturale del territorio” ed una “svolta epocale”:
dall’assessorato alle politiche giovanili, con tanto di “Sportello Giovani”
(che potrebbe essere un’ottima idea in sé, ma chissà quanto praticabile in un
territorio tricentrico), alla lotta contro l’”emergenza sociale e la povertà”
(fatta con quali soldi?), dalle opere scolastiche e le “strutture che possano
ridare dignità ai ragazzi” alle opere “per dare soluzione al dissesto
idrogeologico”. Intenti tutti condivisibili e a volte necessari, che però
dipendono poco dalla buona volontà di un sindaco, molto da poteri e
finanziamenti disposti, se mai lo saranno, da Regione e Stato.
Assai più terra terra, e vicino alla sensibilità di chi come
lui è un commerciante, come tale impegnato nella lotta quotidiana per la
sopravvivenza in un sistema vessatorio, è il programma di Germano Tonelli,
candidato dal Movimento di Beppe Grillo. Tonelli ha dalla sua un’arma non
trascurabile: 5 anni di opposizione in consiglio comunale. Poi conosce bene la
macchina-Comune. A sorpresa potrebbe essere proprio lui l’anti Mastacchi,
magari sul filo di lana con la
Poli. Senza cercare di
strafare, Tonelli punta a “ricostruire a Monzuno quel senso di comunità andato
disperso”, e indica 3 priorità: “la
Casa della Salute, l’asilo nido, l’inutilità della
Tangenziale di Vado”, pronto a irrobustire il suo programma con nuovi punti
suggeriti dai cittadini stessi, come lo “mission” pentastellata impone ai suoi
seguaci.
Meno incisivo, almeno fino ad ora, il programma proposto da
Fabio Vignoli, che torna alla carica dopo il risultato modesto riportato nel
2009 dalla sua lista Monzuno nel Cuore. Più attento a stigmatizzare i difetti
del “nemico Mastacchi”, anzichè illustrare ai monzunesi un’alternativa
credibile, Vignoli si gioca tutto con la chiave di lettura del sarcasmo da
gossip monotematico, con cui cerca di flagellare, attraverso il suo blog
“chiacchiere da bar” (per chi non lo conoscesse una sorta di “Dagospia di
paese”), tutto ciò che a suo parere non va, non funziona o gli risulta
incomprensibile a Monzuno o nell’universo.
Spinto da sentimenti verso il sindaco in carica che, in certi momenti,
sembrano pure forme di odio personale (viste anche le querele ricevute), da
anni ne pedina le mosse e non perde occasione per attaccarlo sul suo blog con
qualunque scusa.
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