"Scappo dalla città: la vita, l'amore e
le vacche"? No, proprio l'opposto del famoso film del 1991. Si fugge
invece dalla collina e dalla montagna in Emilia-Romagna: secondo l'Istat e
l'elaborazione di Coldiretti regionale, tra il 1990 e il 2010 le aziende
agricole delle zone collinari e montane si sono più che dimezzate, passando
dalle oltre 64mila dell'inizio degli anni '90 alle 27.420 del 2010.
Coldiretti ha scritto al presidente della Giunta regionale,
Vasco Errani, all'assessore alla Sicurezza territoriale e Difesa del suolo
Paola Gazzolo e all'assessore all'Agricoltura Tiberio Rabboni per
riaffermare la necessità di "una forte azione per reperire le risorse
necessarie per ripristinare le situazioni gravemente danneggiate dalle frane di
questi giorni". "Prendiamo atto con soddisfazione - ha detto il
presidente di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello - della tempestività con
cui l'amministrazione regionale ha raccolto i dati per dichiarare lo stato di
emergenza, evidenziando i danni alle opere pubbliche e alla viabilità, ma è
necessario dare un segnale di presenza attenta di tutte le istituzioni a fianco
dei cittadini dell'Emilia-Romagna, ancora una volta colpiti da eventi
eccezionali e imprevedibili". "Lo spopolamento nelle zone interne con
il calo del presidio agricolo - commenta Coldiretti - si avverte soprattutto in
situazioni come quelle di questi mesi in cui nel solo mese di marzo è piovuto
oltre il triplo della media del periodo. Il venir meno della cura dei terreni e
dei fossi, con l'aumento dei territori incolti, ha contribuito non poco alle
frane che in questi giorni interessano tutta la dorsale appenninica. Ad essere
colpite sono soprattutto le aziende agricole che operano sul territorio".
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