Il presidente Vasco Errani ha firmato la richiesta di stato
di emergenza per tutto il territorio dell'Emilia-Romagna, per la durata massima
prevista di 90 giorni, a causa del maltempo che anche oggi ha colpito la
regione e del dissesto idrogeologico in atto.
Nella lettera al presidente del Consiglio uscente Mario
Monti e al capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, un 'primo
fabbisogno' viene quantificato in 63 milioni di euro, per interventi di somma
urgenza.
Le segnalazioni di danni, ad oggi (ma il dato è in continuo aggiornamento), sono oltre 410, di cui 20 relative a criticità idrauliche e circa 390 relative a dissesti. In difficoltà anche il reticolo idrografico del territorio montano, dove le ondate di piena hanno danneggiato o distrutto numerose opere idrauliche,
provocato erosioni delle sponde, tracimazione di fossi e canali, danni alle strutture dei ponti e cedimenti di parti delle reti fognarie e degli acquedotti. Danni significativi anche alla viabilità provinciale e comunale con interruzioni totali o parziali del traffico.
Per le necessità più immediate la Regione ha già stanziato
700.000 euro, mentre circa 2,5 milioni sono stati resi disponibili da Comuni,
Province e Consorzi di Bonifica. La richiesta nasce dalle piogge eccezionali,
dalla gravità dei danni che continuano a provocare e dall'elevato rischio
residuo che permane nei territori colpiti, oltre che dall'impossibilita di
affrontare la situazione con i mezzi finanziari e i poteri ordinari di Regione
ed Enti locali.
"Non possiamo tuttavia continuare a ragionare solo in
termine d'emergenza - commenta il Governatore - la grave situazione di
questi giorni ripropone in tutta la sua importanza il tema della prevenzione.
Occorre garantire alle Regioni risorse stabili e costanti per la manutenzione
ordinaria. Serve un Piano nazionale - ha ribadito - per la messa in sicurezza
del territorio".
Le continue piogge che dal mese di marzo hanno interessato
il territorio regionale, e che proseguono, hanno causato piene lunghe e
significative dei fiumi Enza, Secchia, Panaro e Reno, nelle province di Reggio
Emilia, Modena e Bologna. Ma i problemi hanno interessato sostanzialmente tutte le province
dell'Emilia-Romagna e circa 70 comuni.
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