martedì 10 dicembre 2013

Unioni di Comuni, braccio di ferro tra Alto Reno e Regione

Difficile confronto  tra i 4 Comuni dissidenti e la Regione. E Nesti minaccia di impugnare, dopo il testo della legge regionale,  anche i decreti successori

Dopo 4 ore serrate di confronto, lo scorso 22 novembre a Silla, sul tema “Riordino amministrativo e Unioni di Comuni”, l’unica certezza è che questa Unione non appassiona. Né chi la propone, né chi è chiamato a ratificarla, né i cittadini che ne sono i destinatari. Il sentimento prevalente nella comunità dell’Appennino Bolognese sembra essere quello di chi non vuole “disturbare il manovratore”. Ed è ovvio che così facendo perderà  il diritto di lamentarsi se qualcosa dovesse andare storto.
Organizzato dall’Associazione Amici di Arrigo Carboni e partecipato quasi solo da amministratori locali, con pochissimi  cittadini “normali”, si è svolto lo scorso 22 novembre l’ennesimo incontro pubblico sul tema “delle Unioni e del riordino amministrativo”, introdotto da Antonio Rubbi.

Una cinquantina le persone presenti in sala, di cui almeno la metà sindaci o consiglieri comunali, per il resto mogli, mariti o amici e accompagnatori: più che un pubblico incontro, una specie di seminario per addetti ai lavori. Tra i presenti, anche il consigliere regionale Bignami, che spesso marca “a uomo” la Saliera nei suoi interventi sulle Unioni.
Il presidente del GAL Wladimiro Ferri, invitato a partecipare dagli organizzatori, è intervenuto con un accalorato appello a favore delle Unioni “numerose”. Dopo un’introduzione asettica di Antonio Rubbi, che ha voluto anche ricordare Arrigo Carboni, la vicepresidente regionale Simonetta Saliera è partita all’attacco, mettendo subito in minoranza la posizione separatista espressa da Porretta, Granaglione, Lizzano e Camugnano: “Dob-biamo tutti ragionare sul-le peculiarità di questo territorio, che deve affrontare il suo futuro. Dal 2010 il mondo è cambiato in peggio per Regioni, Province e Comuni, a causa dei tagli lineari portati dalle ultime leggi finanziarie. Occorre ora passare dalla competizione tra Comuni alla cooperazione. Si deve risparmiare sul funzionamento di ogni singolo Ente e si deve anche offrire un miglior servizio ai cittadini. Avremo presto in tutta la regione 46 Ambiti ottimali, che riuniranno i 340 Comuni (erano 348 prima di alcune fusioni recenti, ndr). Ad oggi 40 Ambiti su 46 hanno già approvato lo Statuto dell’Unione”.
Questo per ricordare che l’Ambito a 13 Comuni, identificato con la ex Comunità Montana di Vergato, è oggi uno di questi 6 Ambiti in cui alcuni Comuni, 4 su 9, non hanno firmato lo Statuto dell’Unione. “E’ dal 2008 - ha proseguito Saliera - che le Comunità Montane non ricevono più risorse dallo Stato. I Sindaci questo lo sapevano perché ne facevano parte. La Regione doveva finanziare le Comunità Montane per 2 anni, e invece le ha finanziate per 5 anni. Ora ha deciso, a maggioranza, di finanziare le Unioni, purchè siano Unioni forti. La Regione non obbliga a fare l’Unione, ma incentiva chi la fa. Sono serviti 2 anni per arrivare alla Legge, e dopo averla fatta l’abbiamo anche modificata in questi ultimi giorni”. Come dire che la Regione non è stata insensibile alle critiche motivate, ma intende respingere quelle non motivate. Ha preso poi la parola (la scaletta era stata decisa prima) Sandra Focci, Presidente fino al 31 dicembre della ormai ex Comunità Montana, ha cercato di portare argomenti per sostenere l’utilità e la necessità dell’Unione larga. “Allo Sportello Unico di Unione delle Unità Produttive, primo obiettivo, stiamo già lavorando, senza che sarà chiuso nessuno sportello comunale. Il secondo obiettivo - afferma - è unificare la Protezione Civile”.

Allineata alla Regione

Non ha però spiegato che cosa ci sia di disunito nella Protezione Civile, tanto da richiedere un intervento di “unificazione”, né quali risparmi dovrebbe portare tale unificazione. “Personale: si accentrerà a Vergato il servizio buste paga. Servizi Sociali: entro il 10 febbraio ci sarà un’unica forma di gestione su tutto il territorio. Turismo:dobbiamo promuovere in maniera unitaria questo territorio”.
Anche nel toccare questi tre punti Focci è stata più allineata che convincente. Il sindaco “padrone di casa”, Lisetta Tanari prima cittadina di Gaggio Montano, ha ricordato ai Comuni dissidenti che “sono più le cose che ci uniscono che non quelle che ci dividono”. Poi ad accendere le polveri ci ha pensato l’avvocato Nesti, sindaco di Porretta e capofila degli ammutinati. Ha cominciato citando i principi di sussidiarietà e di adeguatezza.
Gherardo Nesti, sindaco
di Porretta Terme
Poi ha ipotizzato che certi costi, grazie all’Unione, potrebbero aumentare, anziché calare, facendo l’esempio del numero più alto di Vigili urbani che servirebbe dentro a un’Unione troppo vasta. Poi ha ricordato che l’Unione a 4 era preesistente, era già all’interno del Distretto Sanitario e della CM. Solo per questo, ha sostenuto, la Regione dovrebbe riconoscerla, considerata anche la specificità turistica che Porretta e Lizzano hanno, e che i restanti 9 Comuni non hanno. Infine ha sfidato la Regione: se non dovesse esserci un accordo politico prima che si pronunci la magistratura del TAR, verranno impugnati anche i decreti successori. Marta Carboni ha strappato l’applauso, quando ha chieto alla Regione “di darci la strada e la bretella di collegamento con la Val di Setta e l’Autostrada”.
Polmonari, vice sindaco di Lizzano, ha ricordato che lo studio di fattibilità sull’Unione aveva indicato la necessità di fare due Ambiti, uno di 5 e l’altro di 8 Comuni e che la Regione non ne ha tenuto conto. Brunetti, sindaco di Castel di Casio, si è rivolto polemicamente ai colleghi dell’Alto Reno ricordando che  “il clima è poco sereno, da quando si è deciso di usare le marche da bollo, costosissime”. Dalla platea qualcuno gli ha gridato “costa di più il tuo segretario!”. Dopo aver affermato che “il comune con più turismo è Marzabotto”, lasciando perplessi molti nel pubblico, ha ribadito che la divisione a 9 e a 4 “sarebbe un’indebolimento ed una sconfitta della montagna”. Ma non tutta la montagna bolognese è compresa nell’Unione a 13 Comuni, né potrebbe esserlo. Infine Franchi, sindaco di Marzabotto, rispondendo a Polmonari, ha ricordato che la Regione aveva subito chiarito che “non erano consentiti due sub-Ambiti, uno di 5 Comuni e l’altro di 8”. Poi ha concluso chiedendosi “perché oggi in 13 non dovremmo riuscire a fare una politica comune?”, non accorgendosi che le risposte erano già state date.

2 commenti:

marco ha detto...

STO COMINCIANDO A FAR FATICA A LEGGERE IL SUO BLOG. HO METTE UNO SFONDO SFONDO TINTA UNITA O GRASSETTI I CARATTERI.

marco ha detto...

http://www.mutinanet.com/albovergato/2013/docs/20130090G.PDF

ma coi bracci di ferro gli spinaci dal fruttivendolo chi li va a pagare?