martedì 10 dicembre 2013

Valorizzazione del rifiuto, da Monzuno arriva un progetto “doc”

Il sindaco Marco Mastacchi ha elaborato un progetto che punta sul coinvolgimento dei cittadini

Mentre il “Sistema Cosea” sembra avere imboccato il viale del tramonto - dovrebbe sopravvivere solo Cosea Ambiente, mentre gli impianti saranno venduti  - a Monzuno si fanno le prove e le esercitazioni sulla “disciplina del rifiuto”.
In un paio di occasioni pubbliche, il sindaco Marco Mastacchi ha accennato i contenuti di una bozza, intitolata “Progetto Valorizzazione Ambientale”, che riunisce i concetti cui l’amministrazione intende ispirarsi, per ciò che riguarda la raccolta ed il trattamento dei rifiuti.
Il documento, si precisa in municipio, non vuole essere in antitesi con l’operato fin qui svolto dal Cosea, ma si pone come contributo, poiché migliorare è sempre possibile, ed inoltre è doveroso, quando i dati sulla raccolta differenziata mettono i Comuni della nostra montagna agli ultimissimi posti nelle classifiche della provincia.
Del resto, attaccare Cosea in questo suo momento di estrema debolezza sarebbe assolutamente cinico, e qui nessuno vuol fare del cinismo. Mentre aspettiamo che la “bozza di Monzuno”, chiamiamola così, diventi un documento vero e proprio, magari presentato ai cittadini con un pubblico incontro al quale Mastacchi già dice di pensare, vediamo quali sono i temi toccati dalla bozza.

La sua finalità dichiarata è “attivare un circuito virtuoso di raccolta e utilizzo degli scarti biodegradabili, per la vendita di materia prima e di produzione di energia elettrica e termica a fini pubblici, con il coinvolgimento, anche economico, dei cittadini e delle realtà economiche del territorio”.

Si tratta di un obiettivo ambizioso, anche se qua e là in Italia e in Europa, ad esempio in Trentino Alto Adige, ma anche in Svizzera e in Austria, esistono parecchi esempi di comunità che l’hanno perseguito e raggiunto. Il bacino interessato dal progetto è sovracomunale: riguarda le Valli del Savena, del Setta e del Sambro. Il cuore del progetto riguarda la produzione di energia attraverso una centrale a Biogas, ottenuto dalla parte umida della raccolta differenziata e dagli sfalci. Viene anche prevista una rete di teleriscaldamento. La parte più innovativa del progetto è quella in cui si immagina una stazione ecologica, nella quale i residenti conferiscono spontaneamente i rifiuti, rigorosamente differenziati a fronte di un riconoscimento economico. Non si deve trascurare, infatti, che il rifiuto ha un valore, anche se viene “regalato”, da chi lo produce, alle società che sono autorizzate alla raccolta. Se, per assurdo, i cittadini conferissero i rifiuti là dove vengono trattati, anziché metterli nei cassonetti, si salterebbe un intero pezzo della filiera del rifiuto, con  un risparmio non indifferente per la collettività. Ma qui conviene aspettare fino a quando il progetto sarà presentato nella sua veste finale. Certo l’elaborazione di simili progetti è un segnale che i tempi stanno cambiando, e che alcune  amministrazioni guardano avanti per non farsi cogliere impreparate.       

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