domenica 13 luglio 2014

Corno alle Scale, negato a Biagi il rinnovo per altri 4 anni. C’è già un preaccordo con altro gestore politicamente gradito a Ente Parco e Regione? Se c’è, non è Zaccanti

Lo scorso 2 luglio si è deciso di andare ad una nuova gara, e di non rinnovare alla Hr di Luigi Biagi l’opzione per altri 4 anni, che sarebbe scattata dal 1 novembre prossimo. Da noi contattato il primo luglio, Biagi ci aveva detto “Non intendo rinunciare alla gestione degli impianti per i prossimi 4 anni”. Ma così non è stato.  “Da mesi  sto aspettando che l’ente Parco e la Regione diano il via ai lavori per rifare l’impianto Cavone-Rocce. So che è finanziato e sarà il caso che i lavori partano se vogliamo aprirlo il prossimo inverno”, aveva aggiunto Biagi al telefono. L’impianto ha  infatti ormai 30 anni e va rifatto per superare i collaudi. Ma è vero, avevamo chiesto a Biagi, che Parco e Regione potrebbero fare un nuovo bando a luglio per affidarsi ad un nuovo gestore? “Ci sono in corso delle trattative”, aveva risposto Biagi, “ma credo che questa sarebbe la scelta peggiore per tutti, perché dubito che qualche altro gestore prenda a mano una patata bollente come questa. Inoltre io ho messo due milioni di tasca mia per tenere efficienti gli impianti e vorrei che la cosa mi venisse riconosciuta…”. Vista la piega presa dai fatti, la cosa non gli è stata riconosciuta. Ma se il bando uscisse, lei si presenterebbe con un’offerta? “Vedremo. Ripeto ci sono delle trattative aperte ed è in particolare l’ente Parco che sta bloccando tutto. Io chiedo solo di potere andare avanti e di garantire l’efficienza degli impianti. Ognuno si assumerà le sue responsabilità”. Questa era la fotografia al 1 luglio scorso. Poi, il pomeriggio del 2 luglio, sono uscite le prime agenzie con la notizia del nuovo bando, annunciato per la metà di luglio. Ora si dovranno fare le cose di corsa, e questo non è mai un bene. C’è ad esempio la questione della vendita pre-stagionale degli abbonamenti, che non si sa se verrà fatta e da chi. Non basta infatti che siano presentate offerte al bando di gara. Chiunque sarà il gestore, vorrà garanzie sui lavori urgenti per rifare la Cavone-Rocce. E se i lavori saranno fatti durante l’estate, questa sarebbe la prova che Biagi è stato volutamente boicottato e fatto fuori.

Che la vicenda sia complicata, dalle parti di Lizzano lo sanno tutti. Anche Giovanni Zaccanti, l’imprenditore di Gaggio che ebbe in gestione gli impianti per 7 anni e che qualcuno vorrebbe ancora interessato a riprendersela, sembra poco interessato al nuovo bando di gara.  “Io sto ancora pagando un mutuo per gli impianti che rifeci quando ebbi la gestione qualche anno fa. Ho un contenzioso aperto con la Regione per queste spese che mi sono accollato…”. Quindi non smentisce le voci di un suo interessamento a tornare a gestire la stazione sciistica? “Non confermo e non smentisco niente. Dico solo che vorrei risolvere il contenzioso prima di tutto. Ora sono fuori per lavoro e non posso aggiungere altro”. Sul possibile ruolo che potrebbe giocare Zaccanti, anche Luigi Biagi si era dichiarato  scettico: “Io gli ho parlato e non mi è sembrato molto interessato a riprendersi la gestione degli impianti del Corno. Credo che l’unica possibilità concreta, se non si vuole rischiare di lasciare il Corno senza un gestore, sia accordarsi con me. Andare ad un nuovo bando sarebbe un salto nel buio”. Ora il “salto nel buio”, per usare le parole di Biagi, è stato fatto. Ed anche se il neo-sindaco di Lizzano Elena Torri ed il presidente del Parco Ceccoli gettano acqua sul fuoco, la situazione si presenta alquanto incerta.

L’Alto Reno ha Saturno contro?

La strana concomitanza di due disgrazie: a Porretta quella delle Terme e al Corno quella degli impianti...
E’ stata una doppia brutta notizia quella ricevuta nei primi giorni di luglio da porrettani e lizzanesi: la Società delle Terme ha portato i libri in tribunale e l’Ente Parco ha revocato l’opzione - che doveva durare altri 4 anni - al gestore degli impianti sciistici, mettendo a rischio (anche se Ceccoli e Torri sono sicuri di no) la prossima stagione. Per chi ci crede, si potrebbe pensare ad una negativa congiunzione astrale. 

Ma senza scomodare Saturno, bestia nera dei seguaci degli oroscopi, ci sono cause precise che determinano le crisi, e queste cause precise sono più o meno sotto gli occhi di tutti. Tra Porretta e gli investitori che hanno rilevato la new-co delle Terme non è mai corso buon sangue. E questo è noto. Sul dispiacere per il fallimento della Società Terme di Porretta  prevale quasi la gioia di chi non vedeva l’ora che queste persone se ne andassero. Una certa dose di fatalismo fa dire a molti: “peggio di così non si poteva trovare. Chiunque arrivi sarà meglio di chi sta per andarsene”. Ma questo è un pensiero sbagliato. Anche se il management delle Terme non è mai entrato nel cuore dei porrettani, anche se ha fatto di tutto per rendersi antipatico, questo modo di pensare è sbagliato e non prospetta nulla di buono per chi verrà (se e quando verrà). Nessun imprenditore acquisterebbe sapendo di avere un ambiente ostile. Quanto invece all’Hr, l’Srl di Luigi Biagi che in questi ultimi 4 anni ha comunque garantito decorosamente lo svolgimento delle stagioni invernali al Corno, sarebbe opportuno che il presidente dell’Ente Parco Ceccoli (e la stessa neo-sindaco Elena Torri) spiegassero che cosa ha fatto di tanto grave l’attuale gestore per essere cacciato  in così malo modo. Per ora si sa solo di un debito di circa 100mila euro (un po’ meno secondo Luigi Biagi, che ammette debiti verso la Cooperativa). Ma a rileggere le dichiarazioni di Ceccoli, si afferma che “presto il debito rientrerà”. Infatti l’ente Parco ha già chiesto di incassare la fidejussione a suo tempo presentata da Biagi. Manca un pezzo della storia e sarebbe interessante se qualcuno la spiegasse. Frattanto l’Ente Parco ha diffidato Biagi dall’incassare per la vendita dei pass stagionali, che contratto alla mano doveva partire entro il 20 luglio. Biagi non ha digerito per niente quella che definisce senza mezzi termini “un’angheria ed una carognata”. Se Ceccoli, in accordo con il sindaco Elena Torri, ha deciso di far fuori Biagi per lanciarsi verso un bando che appare a molti avventuroso, farebbe bene a fornire dettagli, per convincere tutti che non lo è. In giro c’è infatti molta preoccupazione. Chi agisce a ragion veduta, non dovrebbe avere problemi a spiegare la scelta di interrompere un contratto, anche se può essere interrotto in assenza di mancanze del gestore. Facendo le cose in questo modo si fa pensare che la figura del nuovo gestore ci sia già e che un pre-accordo sia stato concluso sottobanco, alla faccia del bando.

Tornando alla vicenda del fallimento delle Terme, mentre Biagi non avrebbe mai voluto perdere il contratto come gestore, avendoci investito (dice) due milioni in quattro anni, Lapilli ha gettato la spugna portando i libri in tribunale. E lo ha fatto subito dopo aver dichiarato un esubero di 58 dipendenti. La Società delle Terme, lo ricordiamo, è la new-co che ha acquistato il Castanea con un mutuo di circa 7 milioni dalla bad-co in mano a Checcoli, che ha così ridotto la sua esposizione con la banca. Il fatturato della società fallita non supera i 4 milioni. Se il commissario liquidatore troverà un acquirente, questo dovrà sobbarcarsi solo un paio di milioni di perdite registrate nel triennio, forse anche meno se sono state ripianate dai soci. Ma soprattutto dovrà subentrare al mutuo di 7 milioni dell’Hotel ex Castanea. Difficilmente si farà carico di quegli esuberi, 58 ex lavoratori stagionali assunti qualche anno fa a tempo pieno, che sono un fardello insostenibile per chiunque amministrerà la società. Va anche ricordato che la proprietà delle sorgenti è della bad-co, anche se la concessione è stata data alla new-co. La bad-co ha 15 milioni circa di debiti ma ha un certo patrimonio immobiliare (Puzzola, Salus e Terme alte), che se oggi non rende niente, ed anzi costa da mantenere, un domani potrebbe riprendere valore. Cosa che sperano le banche creditrici dei 15 milioni, che hanno appunto gli immobili come garanzia. Non si può dunque escludere che dietro al fallimento ci sia una regia (lo stesso Checcoli?), visto che ogni anno deve ripianare le perdite in ragione  del 30% della quota detenuta, mentre per il 70% dovrebbe ripianare Lapilli. Chi rileverà la società fallita, quasi certamente confermerà i  58 esuberi, per riassumerne qualcuno solo come stagionale. Quanto all’albergo, nelle condizioni in cui si trova non farà mai il tutto esaurito, visto che il 70% delle 130 camere è da rifare.

mercoledì 2 luglio 2014

Impianti del Corno alle Scale: la società Hr di Luigi Biagi non li gestirà per i prossimi 4 anni. Ente Parco e Regione faranno un nuovo bando a metà luglio

I gatti della società Hr all'opera l'inverno scorso sulle piste
Da noi contattato stamattina al telefono, Luigi Biagi si è limitato a dire che tutto era nelle mani del Comune di Lizzano e del sindaco Elena Torri. Poi nel pomeriggio Elena Torri ha rilasciato questa dichiarazione alla DIRE: "I tempi sono forse un po' stretti, ma la stagione invernale al Corno alle Scale non e' a rischio. Il Comune sta aspettando il bando per il nuovo gestore che l'Ente parco pubblichera' a breve, credo intorno a meta' luglio. Ci sono tutti i tempi perche', chi desidera partecipare, lo faccia in modo da garantire la regolarita' della stagione invernale, che aprira' l'8 dicembre".
L'attuale gestore, la societa' Hr, che risulta in debito con l'Ente parco di circa 100.000 euro, termina il mandato il prossimo 31 ottobre. Quindi il nuovo gestore, gioco forza, subentrerebbe dall'1 novembre, avendo circa un mese di tempo per presentarsi pronto per la nuova stagione sciistica. "Io sono estremamente fiduciosa - afferma il sindaco di Lizzano - e il Comune fara' di tutto per garantire la regolarita' della stagione". La decisione dell'Ente parco di non rinnovare il contratto con la Hr "credo si basi su motivazioni oggettive. Credo che l'Ente e la Regione abbiano una seria intenzione di garantire una gestione solida e forte" del Corno alle Scale.
Tra i possibili partecipanti alla nuova gara torna a uscire il nome di Giovanni Zaccanti, l'imprenditore di Gaggio Montano che già in passato aveva gestito per 7 anni gli impianti del Corno. Da noi contattato nei giorni scorsi, Zaccanti si è limitato a dirre io sto ancora pagando un mutuo per gli impianti che rifeci quando ebbi la gestione qualche anno fa. Ho un contenzioso aperto con la Regione per queste spese che mi sono accollato…”.
Tale contenzioso, di cui non sono noti i particolari, potrebbe essere pregiudizievole per partecipare al nuovo bando di gara.
"Sara' un bando aperto e trasparente, a cui potranno partecipare tutti i soggetti che abbiano le carte in regola, che siano solventi verso vecchi impegni e che abbiano a cuore lo sviluppo del territorio e la salvaguardia dell'occupazione", ha infatti precisato il presidente dell'Ente Parco Ceccoli alla DIRE. Il parco spera cosi' di rassicurare cittadini, turisti e imprese sul futuro del Corno alle Scale. "Come gia' avvenuto nell'autunno dell'anno scorso per la stagione 2013-2014, che infatti si e' svolta regolarmente - ricorda Ceccoli - l'Ente parco lavora da tempo assiduamente, in collaborazione con la Regione, perche' anche la prossima stagione sciistica abbia luogo senza problemi, perche' ci e' nota l'importanza del Corno alle Scale per l'indotto economico della valle del Reno".

Fallimento annunciato per le Terme di Porretta. Ora lavoratori e sindacati sperano nell'esercizio provvisorio

Il Prof. Aspero Lapilli, azionista di maggioranza
della Società Terme di Porretta
Alla fine la società delle Terme di Porretta, ora controllata da Aspero Lapilli, che pochi mesi fa aveva estromesso il socio Lucio Di Biase arrivando a detenere il 70% delle quote, ha portato i libri in tribunale. Dopo che per tutta la giornata di ieri abbiamo inutilmente cercato di avere un contatto con l'interessato e con l'AD delle Terme Alessandra Sartini, dopo l'incontro dei soci avvenuto lunedì 30 giugno, l'unica dichiarazione  che spiega la situazione è quella arrivata oggi da parte di Ignazio Reina della Filcams-CGIL di Bologna: "siamo stati informati che la decisione è di portare i libri in tribunale e quindi andare al fallimento, ma con esercizio provvisorio". Già domani 3 luglio, al tavolo di crisi alla Provincia di Bologna, potrebbe esserci anche il curatore fallimentare scelto dal giudice. Dopo il comunicato Filcams-CGIL del 20 giugno scorso che aveva lanciato l'allarme sulla stagione estiva a rischio per le terme dell'appennino bolognese, si sarebbe ora giunti all'epilogo: il fallimento.
A far deflagrare la situazione era stata l'apertura della procedura di mobilità per 58 dipendenti dichiarati in esubero sui complessivi 79. "Con l'esercizio provvisorio - sottolinea Reina - abbiamo la speranza di poter fare la stagione". Tra l'altro l'esercizio provvisorio potrebbe essere compatibile con un allungamento di due mesi della cig che è possibile grazie agli accordi regionali sugli ammortizzatori firmati lunedì; una misura su cui il sindacato contava per aiutare a traghettare le Terme oltre l'estate.
In un'intervista esclusiva rilasciataci un mese fa e pubblicata sul numero di giugno del notiziario Un'Idea di Appennino, Aspero Lapilli ci aveva tra l'altro dichiarato che "le Terme non chiuderanno mai". Purtroppo i fatti sembrano smentirlo, ed ora tutto dipende dalla capacità del Tavolo di crisi aperto dalla Provincia di Bologna di reperire in tempi brevi nuova liquidità con l'ingresso di qualche nuovo socio. Ma con 25 milioni di debiti le Terme di Porretta non sembrano granchè appetibili ed il futuro della principale risorsa turistica di Porretta si profila alquanto incerto.

giovedì 12 giugno 2014

AAA Rocchetta Mattei Offresi. Oggi la Fondazione Carisbo ha riunito sindaci, industriali e operatori culturali per fare nascere un'Associazione che la prenda in gestione a suo completo rischio

Da sinistra, Antonio Rubbi, Leone Sibani e Rocco di Torrepadula
"Basta spendere, ora dobbiamo pensare tutti a come farla diventare remunerativa" Questo è in sintesi il messaggio lanciato da Leone Sibani, presidente della Fondazione Carisbo, ai tanti convenuti nella Sala del Conte Mattei alle 17 di oggi per conoscere il futuro della Rocchetta ormai restaurata (per due terzi).
Dopo avere speso 26,5 milioni tra acquisto e restauro (quest'ultimo costato 12 milioni più IVA solo di lavori, durati 8 anni), la Fondazione getta la spugna e passa la palla al territorio. Gli invitati, entrando nella sala, hanno trovato su ogni seggiola una copia (10 pagine e 23 articoli) dello Statuto, radatto dai legali di Carsbo, dell'Associazione Sostenitori della Rocchetta Mattei. Resta in bianco solo il valore delle quote, che saranno differenziate per persone fisiche e Società o Associazioni, Consorzi, Comuni, Regione, etc. "Scopo dell'incontro - è stato detto chiaramente e ribadito anche dai consiglieri Antonio Rubbi e Rocco di Torrepadula - era reperire un parterre di potenziali Soci, interessati a dare vita a questo nuovo organismo che dovrà "preservare, gestire e utilizzare" il complesso architettonico e paesaggistico della Rocchetta Mattei". Un "giocattolo" che solo per stare chiuso, ci è stato confidato, costerà non meno di 75mila euro all'anno. A questo importo va aggiunto il deterioramento continuo, che esige una manutenzione costante, oltre alle utenze, alle spese di funzionamento ed alle inevitabili imposte. 
La sala gremita di sindaci e
operatori culturali
Tra le tante cose necessarie al funzionamento della Rocchetta, aggiungiamo noi, ce n'è anche una che non è la meno importante: servono almeno un ripetitore ed un gestore che si allacci per assicurare campo ai telefoni cellulari, che oggi come oggi sono isolati e muti. Immaginate un convegno internazionale in un posto dove i cellulari non funzionano? Tanto per rendere l'idea di quello che ancora serve per poterla utilizzare. Poi manca anche un parcheggio adeguato, che però si farà... E gli alberghi più vicini sono quelli di Porretta Terme...
Finisce così la rumba di progetti, proposte, idee più o meno credibili che in questi anni si sono accatastati sui tavoli della Fondazione, fino all'ultimo presentato poche settimane fa col timbro dell'Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese, che chiedeva di usare gratuitamente gli spazi della Rocchetta per progetti su fiabe, musica, grafica, etc. 
Si chiude quindi per sempre la fase in cui Comuni, Proloco e Associazioni assortite si rivolgevano alla Fondazione-mucca da mungere, e si apre la fase del rilancio della Rocchetta con un Consiglio di gestione che sappia realizzare operazioni remunerative e in grado di autosostenersi. Occorrerà ripensare tutto da capo e saper ragionare in grande, perchè anche
Marco Palmieri,
presidente e AD
di Piquadro
solo puntare ad un pareggio di bilancio significa che dovranno esserci fatturati milionari per pagare costi di gestione e spese altrettanto milionarie.
Eppure ancora oggi, dopo che era stato spiegato a tutti con grande franchezza quali sono gli obiettivi reali della Fondazione ("il sociale viene prima di tutto, per altre spese soldi non ce n'è più"), quasi come chi non capisce che è ormai inutile suggerire proposte finanziate dalla Fondazione, si sono susseguiti al microfono rappresentanti delle più disparate organizzazioni più o meno culturali, compresa la Direttrice della Soprintendenza al Museo Etrusco di Marzabotto, vantando titoli e idee per animare questo contenitore e proponendosi come gestori o come parti in causa. Dopo che i vertici al gran completo della Fondazione erano stati chiarissimi nel dire "vedetevela voi, noi la nostra parte l'abbiamo già fatta", uno dopo l'altro sono stati rivolti appelli alla Fondazione per promuovere forme di "disponibilità su base di volontariato" o anche "per titoli di merito" per partecipare alla gestione. Quello che Sibani ed altri hanno comunicato, era semplicemente che "all'uscita, chi fosse interessato ad entrare con qualche quota nell'Associazione che gestirà la Rocchetta può lasciare il suo nome, la mail e il telefono. Tra qualche mese, verso settembre, facciamo un'altra bella riunione e ne riparliamo. Voi metteteci i soldi e noi vi diamo la Rocchetta Mattei. Più chiaro di così! I tempi si profilano lunghi, anche perchè la bozza di statuto, modificabile sì, ma non troppo, prevede un'assemblea dei Soci ed un Consiglio di Amministrazione composto da 3/5 elementi, "non di più perchè quando si è in troppi a decidere poi non si decide niente". A questo punto si tratta di raccogliere non meno di qualche centinaio di migliaia di euro per costituire una dotazione finanziaria con cui l'Associazione potrà partire e avventurarsi a realizzare i primi progetti. Se questi falliranno, non sarà più la Fondazione a farsene carico ma i Soci che avranno finanziato l'Associazione. Ed il progetto del museo Ontani? Lo abbiamo chiesto a Fabio Roversi Monaco, che nove anni fa acquistando il castello con annessi e connessi diede il via, in nome e per conto della Fondazione Carisbo, all'avventura della Rocchetta Mattei e del suo rilancio. "Il Consiglio di amministrazione della Fondazione" è stata la sua risposta telegrafica "ha bocciato il mio progetto di un Museo-Ontani. C'era già tutto, l'artista che donava le sue opere e quant'altro. Ma non se ne farà più niente". Ora si vedrà se, come e quando potrà nascere un'Associazione che deciderà che cosa fare di questo contenitore. Le potenzialità non mancano, come non mancano, a parole, le professionalità, le capacità e la voglia. Si volta pagina e si riparte da zero, dunque. Ma questo pare adeguato ai tempi nuovi e idoneo a prefigurare l'unico futuro sensato e possibile, per un territorio affamato di turismo come il Medio Reno. Che "non è la Romagna, che ha una naturale inclinazione a ricevere e a coccolare il turista", come Sibani ha detto e ripetuto. Come dire che le capacità non si improvvisano e che ora la partita deve giocarsela il territorio in prima persona, chiamando a raccolta chi vuole starci e chi è pronto a scommettere sull'impresa. Perchè di impresa si tratta.

martedì 20 maggio 2014

Vergato, scoppia la grana di Sanguineda a pochi giorni dalle elezioni

Si sono concluse le indagini sulla lottizzazione abusiva in un'area vincolata dove in vent'anni sono sorte 39 case e ville con piscina, tra cui quelle di alcuni vip.
“Si è conclusa l’indagine preliminare sugli abusi edilizi perpetuati in Appennino” informa oggi una nota del consigliere regionale Andrea Defranceschi. “E finalmente” prosegue la nota, “anche la Procura mi da’ ragione! Aspetto con fiducia che venga rinviato a giudizio chi ha permesso di edificare ville private in un’area protetta. 39 fra case, ville, villette e piscine costruite senza alcuna logica rurale, urbanistica o paesaggistica. Una vera e propria operazione di lottizzazione abusiva portata avanti con la complicità di tecnici, amministratori e sindaci che non solo non hanno impedito la costruzione di decine e decine di edifici, ma hanno altresì avvalorato l’illecita presunzione dei proprietari abusivi di aver diritto a tutte le opere di urbanizzazione necessarie. Un denuncia la mia – corredata da esposti – che mi è valsa una serie di querele da parte dei soggetti in questione, ma che ora, finalmente, sta per vedere il suo giusto epilogo.
In poco meno di vent’anni, uno degli ecosistemi più suggestivi del nostro Appennino è stato impunemente deturpato da nomi e persone ben precise, e con responsabilità ancor più gravi visto il ruolo che ricoprono. Come per esempio l’allora responsabile tecnico del Comune, il famoso geometra Ivano Nanni, per quello attuale – persona scelta con nomina diretta dal sindaco Focci – e per alcuni professionisti incaricati dai proprietari tra cui la geometra Ilaria Pozzi, assieme al padre Stefano Pozzi, ai tempi il comandante dei Vigili urbani che svolgeva i controlli nella zona.
Tra le opere concesse: un acquedotto che verrebbe implementato avvalendosi in parte di fondi europei e in parte con l’aumento delle bollette per tutti i residenti della Provincia: l’ultimo tassello che mancava per completare un’opera di lottizzazione abusiva di un’area vincolata. Il sindaco di Vergato Sandra Focci intanto, incurante delle più basilari regole, continua a prodigarsi nel tentativo di far allacciare tutti gli edifici illegittimamente realizzati alla condotta idrica pubblica anche tramite convocazioni pubbliche e delibere comunali”.
La nota del consigliere Defranceschio prosegue con numerosi altri dettagli.
“Nell’informativa di reato redatta dal Capitano della compagnia di Vergato, Luigi Ingrosso, si può leggere chiaramente quanto denuncio da anni: “Nanni Ivano ha spadroneggiato nel corso degli anni, gestendo a suo piacimento le pratiche edilizie”. E ancora: “una zona protetta che, negli anni, è diventata residenziale per soddisfare i gusti di pochi, gli elementi che descrivono quella zona come area lottizzata abusivamente sono stati raccolti”. Non usa mezzi termini il Capitano: “Una selvaggia realizzazione di opere edilizie, anche di pregio in assenza di concessioni o con atti autorizzativi illeciti”. Nei rogiti, originati dalla vendita della tenuta, è possibile leggere che: “la parte acquirente si obbliga ad aderire al consorzio che si costituirà fra gli utenti, al fine di ottenere gli allacciamenti elettrici per uso illuminazione, nonché ad ottenere gli allacciamenti all’acquedotto e per effettuare le relative opere”.
Persino il Consulente Tecnico dell’Ufficio, perito nominato dalla Procura, rimane stupito: “probabilmente, era già nell’intenzione di molti soggetti l’idea di poter frazionare la “tenuta Sanguineda” a fini edificatori e di poter anche realizzare in loco tutte le opere di urbanizzazione necessarie”.
Nel corso degli anni è stato compiuto uno scempio senza precedenti per tutelare l’interesse di pochi illustri abitanti, tra cui l’amministratore delegato della Valsoia Furio Burnelli: autore a fine anni ’90 di una domanda per “sistemare” a Sanguineda una roulotte in cui riporre, durante i mesi invernali, le arnie per le api, si ritrova ora con una villa di tre piani dotata di piscina interna.  C’è tutto, fuorché le api.

Dopo anni di battaglie solitarie” conclude Defranceschi, “spero che oggi si possa finalmente mettere un punto definitivo a una vicenda che ha del paradossale. E siccome gli esposti non mi bastano, ho presentato un’interrogazione in cui chiedo alla giunta se non intenda intervenire presso la Provincia di Bologna perché blocchi ogni finanziamento a favore del citato acquedotto, finalizzato, con l’acclarata complicità del Comune di Vergato, e quali azioni intenda porre in essere per verificare che il Comune adotti le più opportune azioni per il recupero delle somme dovute e non percepite, per l’applicazione delle sanzioni pecuniarie a carico degli edifici illegittimi e per le ordinanze di abolizione o sequestro degli stessi.”

mercoledì 14 maggio 2014

Grizzana Morandi: Mirco Baldi precisa che Voltiamo Pagina "non è affatto una costola di Forza Italia"

La lista Voltiamo Pagina di Grizzana Morandi non è affatto una costola di Forza Italia e affermare questo è dire una cosa falsa”. A dichiararlo è Mirco Baldi, l’imprenditore di Grizzana che da 10 anni anima la lista civica da lui fondata, con la quale è presente come consigliere di minoranza in consiglio comunale anche nel mandato che sta per concludersi. Questa precisazione è importante, e ringraziamo Mirco Baldi per avercelo fatto notare, scusandoci per il nostro errore.
Tutto è nato da un equivoco della collaboratrice che, sul numero di maggio di Un’Idea di Appennino, ha intervistato il sindaco di Grizzana, Graziella Leoni, in occasione della presentazione della lista appoggiata dal PD “Qualità e futuro per Grizzana Morandi”, con cui la Leoni si candida per il secondo mandato.
In una risposta ad una domanda dell’intervista, nel virgolettato della risposta di Graziella Leoni, si fa riferimento “all’altra lista civica, costola di Forza Italia”, ma questa è un’interpolazione aggiunta per equivoco dalla nostra collaboratrice, che ha male interpretato le cose dette dal sindaco. Non c’è stata alcuna malafede né alcun tentativo di attribuire a Voltiamo Pagina una parentela politica che non ha, ma si è solo trattato di un malinteso della nostra collaboratrice e di una svista mia nell'impaginare il suo pezzo. Nel riportare certe interviste possono capitare incidenti di percorso, soprattutto quando si fanno le cose un po’ di corsa. In questo caso l'affermazione è sfuggita anche al sottoscritto al momento di impaginare e sfortunatamente è stata pubblicata. Tanto più che nella presentazione della lista Voltiamo pagina, a fianco dell'intervista alla Leoni sullo stesso numero di Un'Idea di Appennino, è comunque bene evidenziato, nel virgolettato di Mirco Baldi, quanto segue: "...insieme ai miei amici, ho voluto un gruppo aperto, curioso dei contributi di tutti e non prigioniero delle etichette politiche... Infatti i componenti del nostro gruppo sono di diversi orientamenti politici, ma uniti nell'amore per il nostro territorio e nella voglia di darsi da fare per migliorarlo e farlo crescere economicamente e civilmente". Quindi quel riferimento a Forza Italia non c'entrava proprio nulla.
Ho parlato con Graziella Leoni” spiega Mirco Baldi nel sollecitarci questa smentita “e lei stessa mi ha confermato di non aver detto niente di ciò. Per me e per la mia lista è importante che non passi questa forma di apparentamento con Forza Italia, dal momento che Voltiamo Pagina è una lista costituita da persone dei più diversi orientamenti politici, unite solo dall’amore per il nostro comune ed il nostro territorio. Non solo io, ma altri componenti della lista si sono indignati per quel falso riferimento, che potrebbe solo danneggiarci”.

Poiché capita a tutti di sbagliare, ammettiamo il nostro errore e ci scusiamo con Mirco Baldi e con tutti i componenti della sua lista per l’infelice incidente. Voltiamo Pagina è una lista civica che non ha nulla a che vedere con Forza Italia e che quindi non può in alcun modo essere considerata “una sua costola”.

lunedì 12 maggio 2014

San Benedetto Val di Sambro, il candidato Massimo Stefanini sulle orme di Gianluca

Quelli che seguono sono i punti principali e i temi “caldi” ripresi da una intervista al candidato sindaco PD Massimo Stefanini, rilasciata il 30 marzo e pubblicata su Un’Idea di Appennino di aprile scorso.

I valori: “La nostra politica si impegnerà per l'equità sociale, per un forte sostegno alla scuola pubblica, alle politiche sociali e del lavoro,  ad un bilancio comunale sotto controllo e  a tutte quelle caratteristiche che come centro sinistra  ci contraddistinguono  e che in molti comuni d'Italia ad esempio la destra non ha dimostrato di  saper garantire”. Il messaggio ai delusi da Gianluca Stefanini: “La prima rassicurazione si attuerà con il completo  cambio generazionale della nostra proposta politica amministrativa. Inoltre  la nostra attività politica si baserà sempre  sul costante e puntuale confronto con i cittadini, anche nelle frazioni”. Gli obiettivi: completare quanto avviato dall’attuale giunta: “Sull’Asilo nido  e la palestra di Ripoli, confermo che il progetto prevede  la costruzione di un palazzetto dello sport con funzioni polivalenti (centro per convegni e congressi, struttura strategica per emergenze di protezione civile). Questo tipo di impianto, di cui attualmente il comune di SBVS è sprovvisto, vista anche  la sua  collocazione strategica al centro della vallata del Setta, è per noi un intervento  assolutamente indispensabile. Sul declino di Castel dell’Alpi: “Per quanto riguarda Castel Dell'Alpi, questa Amministrazione, negli ultimi 10 anni (2004/2014), ha investito in opere pubbliche circa 1.300.000 euro, una cifra ben al di sopra della media spesa nelle varie frazioni”. Cambierà qualcosa nell’atteggiamento tenuto con le famiglie di Ripoli? “Sulle famiglie di Ripoli coinvolte dallo scavo della galleria Val di Sambro, alla luce dei fatti, il comportamento dell’Amministrazione è stato ineccepibile”. 

San Benedetto Val di Sambro: Santoni, un sindaco per “Crescere insieme”

Abbiamo chiesto un’intervista esclusiva all’ingegnere Alessandro Santoni, candidato sindaco della lista civica indipendente “Crescere Insieme”. Qual è l’obiettivo raggiunto, che l’ha riempita di soddisfazione fino ad ora? “Siamo riusciti a riportare la politica in mezzo alla gente condividendo con loro idee e programma. Anche grazie al nostro operato le persone sono tornate a parlare di politica in modo sano e soprattutto costruttivo e, come noi, esclusivamente per il bene del nostro Comune”.
Qual è la sua posizione sul progetto di realizzazione di un Centro sportivo, scolastico e polifunzionale nella frazione di Ripoli? “Penso che sia necessario valutare progetti alternativi per quattro validi motivi. Primo, la palestra non è una scelta strategica: questi impianti devono avere valenze sovra comunali, ma, vista anche la presenza della vicina struttura di Lagaro, quella prospettata sarà un'opera incapace di dare tali risposte. Secondo, per rendere sostenibile la costruzione di una palestra bisogna minimizzarne il grado di inutilizzo, per farlo generalmente la si associa ad importanti comprensori scolastici che, a Ripoli, non sono presenti. Terzo, se si vuole parlare di rivalorizzazione occorre realizzare subito interventi finalizzati a tale scopo, questa frazione non può più aspettare, ma tutti sappiamo che al momento sull’area individuata non è possibile eseguire alcun tipo di intervento edilizio. Infine, i notevoli costi annui di esercizio di un impianto con queste caratteristiche, in un periodo di ristrettezze economiche come quello che stiamo vivendo, renderanno ancora più difficile la gestione economica e sociale non solo di Ripoli, ma dell'intero Comune”.
Qual è la sua proposta? “Investire tutte le risorse economiche destinate a Ripoli su un progetto alternativo: un grande impianto fotovoltaico a terra, in grado di produrre ogni anno 780.000 KWh di energia elettrica, capace di soddisfare le esigenze di tutte le famiglie residenti di Ripoli che così vedranno annullarsi i costi dell'energia. Se si vuole parlare di rivalorizzazione del territorio, interventi di questo tipo sono più adeguati: vogliamo che da domani si parli di Ripoli come di un esempio da seguire e non di un problema”.
Quale futuro vede per Castel dell'Alpi? “La situazione è sotto gli occhi di tutti: lo stato di abbandono e degrado che purtroppo caratterizza oggi il lago, che anni addietro ha rappresentato uno dei maggiori poli attrattivi della nostra montagna, costituisce un freno importante alla promozione turistica di tutto il territorio. Siccome sappiamo che per risolvere definitivamente il problema occorre intervenire sia con opere di svuotamento dell'invaso che di consolidamento delle ultime due briglie di monte, e poiché sappiamo che occorrono risorse economiche importanti, abbiamo già predisposto il progetto degli "Interventi di eliminazione dell'emergenza idraulica del lago di Castel dell’Alpi" da inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per accedere alla richiesta di contributo a valere sulla quota dell'otto per mille dell'Irpef, con la possibilità che lo stesso venga finanziato per intero. Questo progetto è pronto per essere inviato, manca solo la firma del legale rappresentante del nostro Comune, ossia del Sindaco, ma per questa saranno i cittadini a decidere”. Quali servizi pensa di offrire per le famiglie?
“Per aiutare le famiglie a rimanere nel nostro Comune è necessario mirare a raggiungere una qualità dei servizi simili a quelli presenti in realtà più densamente popolate. Tra tutti i comuni contermini, il nostro è oggi ancora l'unico a non offrire un servizio di asilo nido dedicato alla primissima infanzia: sarà questo uno degli obiettivi irrinunciabili della nostra azione, indispensabile per conciliare le esigenze familiari ed occupazionali dei cittadini. Sempre in quest'ottica offriremo alle famiglie un servizio di pre e post scuola pomeridiano in tutti gli istituti materni ed elementari dal lunedì al venerdì”.
La sua ricetta per il lavoro?

“Le clausole sociali: uno strumento che ha già trovato positive applicazioni e che costituisce un’utile misura di sostegno che consente la piena valorizzazione del capitale umano e sociale di tutta la comunità. L’introduzione di questo nuovo istituto negli appalti pubblici impone l'inserimento lavorativo di "soggetti svantaggiati" in tutti i futuri affidamenti dell'Amministrazione Comunale, e questo già a partire da tutti i progetti che vi ho appena illustrato. Ricordo che per definizione le persone "svantaggiate" sono sia quelle che si trovano in condizioni familiari e sociali difficili, ma anche quelle che non hanno un impiego lavorativo”. Giada Pagani

Monzuno, il programma con cui Mastacchi punta al secondo mandato

Il programma della Lista Dimmi messo a punto dal sindaco Marco Mastacchi è aperto dallo slogan-bandiera  “La Politica al servizio del territorio e non il territorio al servizio della Politica”. Sono 16 pagine, con cui viene annunciata la costituzione di due nuove Consulte oltre a quella delle Frazioni: una per le Attività produttive, l’altra del Volontariato. Sarà aperto un ufficio a Rioveggio in cui il sindaco riceverà i cittadini un giorno alla settimana. Si conferma il sostegno ai progetti della scuola con  “interventi sulle strutture scolastiche”, come anche alla Materna parrocchiale di Monzuno e la realizzazione, coi fondi del Parco Fluviale, dell’ampliamento della Materna a Rioveggio. Si annuncia la consegna della scuola materna di Vado entro il 2015/2016 (per il Nido si attende invece di conoscere esigenze future e risorse disponibili). Viene poi prevista la creazione di una mensa scolastica in cui impiegare forza lavoro locale e si annunciano azioni per valorizzare la Pinacoteca dal punto di vista turistico. Verrà affidata la gestione di eventi all’associazione Strada dei Vini e dei Sapori e rafforzata la collaborazione con Appennino Slow e col trimestrale Nelle Valli Bolognesi (che comunque è edito da EmilBanca e non dal Comune), considerato “punta di diamante del territorio”. Si annuncia la realizzazione dell’Auditorium di Monzuno entro 5 anni, dopo l’acquisizione del Cinema dalla parrocchia. Verrà realizzato il progetto definitivo del Parco Fluviale con campo da tennis coperto, giochi per bambini e pista ciclabile dalla Bolognina alla Casa della Salute. Verrà creata una Sala polivalente sopra il negozio Coop di Vado e completati i lavori di sistemazione dell’Area Rondelli a Monzuno, dove si farà uno Spazio Giovani nei locali liberati spostando la scuola nel nuovo Polo Scolastico. Lo stesso è annunciato a Rioveggio nei locali dell’ex scuola elementare. Assieme a Cosea saranno realizzati Mini-EcoPunti “per portare la differenziata dal 35% al 55%”. Si metteranno anche bilance per pesare i rifiuti conferiti nelle Isole Ecologiche e premiare così i cittadini virtuosi.
Verrà rifatta l’illuminazione pubblica con l’obiettivo di risparmiare oltre il 50%. Nella piazza di Vado e in altri centri saranno aperte fontane di “Acqua del Sindaco”. Per l’estate è annunciata la gara dell’USL per realizzare la Casa della Salute, e resta confermato l’impegno per attuare la Tangenziale di Vado e far riparare ad Autostrade la Tangenziale di Monzuno. Sarà ridimensionata l’edificabilità consentita dal nuovo RUE e si insisterà con Autostrade per far ricostruire il Ponte Cattani. 



Monzuno, Mastacchi accerchiato da sinistra e dal M5S

Marco Mastacchi
Quando si dice gli opposti: è il caso di due programmi, uno di 31 pagine 
(Comunità e Territorio, lista appoggiata dal PD), con candidata sindaco Nicoletta Poli, l’altro di 5 righe della lista Monzuno nel Cuore di Fabio Vignoli, che del PD fu segretario ma non fu accettato come candidato PD alle comunali del 2009. A queste elezioni Vignoli ci riprova, puntando sui delusi della sinistra e cercando di “demolire” il consenso di Mastacchi, suo bersaglio preferito, come dimostrano 5 anni di punzecchiature lanciate dal suo blog Chiacchiere da bar.
Nicoletta Poli
Partiamo dai punti principali del  programma Poli-PD, che passa in rassegna una quindicina di questioni, con una Premessa generale più 4 capitoli di 16 paragrafi. Ma quanti lo leggeranno tutto? Si va dalla creazione di alcuni sportelli tematici (Sportello Giovani, Numero Verde Disoccupati e Sportello Povertà, Sportello Artisti della Montagna), alla proposta di una pista ciclabile che colleghi Vado
con Rioveggio nell’ambito del Parco Fluviale. C’è la promozione di agricoltura bio e filiera corta, l’istituzione di un piccolo Pronto Soccorso con Sala operatoria nella futura Casa della Salute, la creazione di gruppi di Mutuo Aiuto, il mantenimento delle convenzioni 
Fabio Vignoli
esterne per mensa e trasporto scolastico, la trasformazione del nido di Rioveggio in nido intercomunale, l’unificazione in un Polo scolastico delle elementari e medie di Monzuno (peraltro annunciato anche dal programma di Mastacchi), la realizzazione a Vado di una Scuola dell’infanzia con annesso  Nido nell’area ex Asilo Conti. Tranne qualche piccola sfumatura, i contenuti del
programma della candidata Poli sono abbastanza sovrapponibili con quelli del sindaco Marco Mastacchi. Cambia solo l’approccio ai temi, assai più elaborato e collegato allo scenario nazionale ed europeo.

Il programma di Fabio Vignoli (Monzuno nel Cuore) afferma di voler “riportare ad una gestione diretta comunale i servizi di mensa scolastica, raccolta rifiuti , manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio pubblico”. Si parla anche di “impostare la politica amministrativa su una valorizzazione delle risorse del territorio come veicolo per nuovi investimenti e riduzione della disoccupazione”. C’è chi ha osservato che per portare sotto la gestione diretta del comune, sia la raccolta rifiuti, che la manutenzione del patrimonio pubblico, occorrerebbe spendere il doppio o il triplo di quanto si fa oggi, ma questo non sembra scoraggiare Vignoli, che non spiega neppure  quali “risorse del territorio” dovrebbero diventare “veicolo per nuovi investimenti e riduzione della disoccupazione”. 
Germano Tonelli
Il programma di Germano Tonelli del Movimento 5 Stelle indica tra le cose da realizzare, oltre alla Casa della Salute, un centro per la Protezione Civile, la mensa comunale e sistemi di videosorveglianza del territorio, per il quale si invoca un “serio programma di messa in sicurezza”. Per l’Auditorium di Monzuno si auspica “un secondo progetto più innovativo”. Oltre al Parco Fluviale di Rioveggio, si punta a un Parco Fluviale anche a Vado, previo smantellamento del vecchio tracciato autostradale dismesso (quindi niente Tangenziale di Vado, considerata un’inutile spreco di risorse), con percorsi vita, ponti in legno e pulizia annuale del letto del Setta. Come per la gestione comunale della mensa, si auspica la gestione diretta del trasporto pubblico, del verde, dei cimiteri e del canile. Tra i servizi alle imprese si auspica, in caso di lavori ad aggiudicazione diretta, di adottare un sistema di rotazione dei fornitori. Sarà ridotta la tassazione alle imprese start up legate all’ambiente. Tra i servizi al cittadino sono previste borse lavoro per i disoccupati, l’istituzione di una Banca del Tempo come già sperimentato con successo a Parma, un servizio comunale di pronto intervento per le necessità degli anziani e la creazione di un Baby Parking. Per incentivare il turismo, oltre ai Parchi fluviali con sentieri e percorsi naturali, si parla di un portale turistico online multilingue da promuovere anche presso i tour operator. Sul tema dei rifiuti viene proposto un insieme di misure che vanno dalla drastica riduzione degli imballaggi, anche con incentivi alle attività commerciali per la vendita di prodotti sfusi, all’uso obbligatorio di compostiere, dall’apertura nei fine settimana delle isole ecologiche all’introduzione del porta-a-porta previo referendum. Per le scuole è proposto un accentramento, con elementari e medie a Monzuno e Nido e Materna a Vado. Sul fronte dell’energia, verrà fatta una gara per sostituire 1.200 punti luce, finanziati a costo zero grazie ai risparmi in bolletta. Saranno creati 10 punti di accesso wifi liberi e gratuiti, resi disponibili 4 pc nelle due biblioteche comunali, ed è previsto un corposo pacchetto di servizi per avvicinare i cittadini all’amministrazione, tra cui un registro on line per raccogliere i suggerimenti dei cittadini.

martedì 6 maggio 2014

Lizzano, il candidato sindaco Paolo Taglioli: "un futuro senza partiti..."

Abbiamo rivolto tre domande al candidato sindaco Paolo Taglioli. Perchè nel suo programma elettorale ha deciso di mettere tra le prime cose la riduzione dell'IMU? Pensa che sia così importante per i lizzanesi? “Perché è una misura  che può essere attuata da subito e consente di lasciare soldi nelle tasche dei contribuenti con l'auspicio che possano essere spesi per il  rilancio  dell'economia del territorio”. Quanto è importante il turismo sulla neve per il futuro economico di Lizzano? I dati del 2013 parlano di un lieve calo delle presenze (-11,6%), mentre aumentano gli arrivi (+5,34%). Quanto è strategico il Corno per rialzare i numeri del turismo a suo parere? “Il turismo  sulla neve è sicuramente molto importante ed il Corno strategico,  ma riteniamo fondamentale,  per il futuro economico di Lizzano,  offrire servizi qualificati anche ai turisti che non praticano sport invernali. Il nostro obiettivo è il rilancio del turismo in tutte e 4 le stagioni dell'anno”.  Che cosa differenzia la sua proposta politica da quella della sua avversaria: E' più una questione di contenuti o solo di approccio ai problemi? “Entrambe le cose.  Siamo una lista civica, libera dai condizionamenti dei partiti politicie e i soli dunque a poter difendere con forza il nostro territorio dalle ingerenze di chi ha interessi ben distanti da quelli dei Lizzanesi. Il nostro approccio è concreto, per dare risposte reali ai problemi della montagna e ridarle un futuro”. Della squadra di Paolo Taglioli fanno parte Bernardini Enrico, Bonacorsi Ivana, Cioni Stefano, Marcacci Luigi, Marchioni Caterina, Mazza Sergio, Miglianti Pasquino, Pasquali Federico, Pozzi Mascia e Tagliani Chiara.



Lizzano, la candidata sindaco Elena Torri: "come cambia il Belvedere"


"Il nostro programma? Meno ammiccante ma pieno di visione futura”. A dirlo è Elena Torri, candidata sindaco a Lizzano, che risponde a qualche domanda in questa intervista rilasciata al notiziario Un'Idea di Appennino di maggio che qui anticipiamo.
I dati sul turismo del 2013 dicono che Lizzano è cresciuta come arrivi, ma ha perso più del 10% di presenze sul 2012.  E’ colpa della crisi o diminuisce la voglia di fare turismo?
A mio avviso il nostro Comune ha perso in questi ultimi anni, ancora prima della capacità di fare turismo, la voglia di essere una comunità unita e coesa. Penso che per essere un paese che fa turismo con successo occorra per prima cosa saper riconoscere le proprie peculiarità e le proprie ricchezze. Se vinceremo partiremo da qui, coinvolgendo tutti gli abitanti per ricostruire una collettività che conosce e partecipa e che, assieme all'amministrazione, si dovrà fare carico delle scelte amministrative, anche in tema di ridefinizione della proposta turistica. Penso ad un turismo bianco, sportivo, ma anche ambientale, culturale, eno-gastronomico. A livello istituzionale, all'interno della nascente Città Metropolitana, il nostro impegno sarà quello di rivendicare per il comprensorio del Corno alle Scale il primato di montagna dei Bolognesi”. Quante chance esistono perché l’autonomia dell’Alto Reno sia riconosciuta dalla Regione? “Credo che il territorio dell'Alto Reno abbia peculiarità e problematiche che non possano essere gestiste in modo congiunto con tutti i comuni appartenenti alla ex Comunità Montana. Credo che grande forza all'Unione Alto Reno la darebbe l'ingresso dei comuni di Gaggio Montano e Castel di Casio, attualmente nell'Unione a nove, ma omogenei a noi. Mi auguro comunque che con la Regione si instauri un dialogo, che vada al di là dei ricorsi, per vederci riconosciuta quell'autonomia che noi consideriamo un nostro diritto”. In definitiva, in che cosa differisce la sua proposta politica per Lizzano rispetto a quella del suo avversario? “Anche se a prima vista abbiamo alcuni punti che ci accomunano, le divergenze sono enormi. Il programma di Paolo Taglioli è un programma da consenso elettorale, un programma con una visione di breve periodo, con slogan populisti e non sostenibili (uno per tutti: la riduzione dell'IMU). Non trovo in quel programma una visione di Comunità e di futuro. Il nostro programma, scritto a più mani con i cittadini, è un programma meno ammiccante ma di maggiore visione futura”. Della squadra di Elena Torri fanno parte Cristian Preci, Francesca Carpani, Gianalberto Cavazza, Ilaria Dabizzi, Lorena Barilani, Mara Caselli, Mariagrazia Provenzano, Michael Taglioli, Michele Finetti e Zeno Tamarri.


Il turismo abbandona la Media Valle del Reno: -72% le presenze nel 2013 rispetto al 2012

A dirlo sono i dati a consuntivo del 2013 pubblicati sulla pagina Statistica della Provincia.
Regge solo il polo termale di Porretta, perde presenze il Corno, crollano arrivi e presenze nella Media Valle del Reno. Crescono solo Bologna, l’Imolese, e la Valsamoggia.
I dati consuntivi del 2013 presentano anche alcune novità: arrivano i cinesi.

L’Unione a 9, quindi i 9 sindaci riconfermati o neoeletti il 25 maggio, avranno il loro bel da fare per sostenere che Alto Reno e Medio Reno hanno una vocazione turistica comune. Se la collina e la montagna della Media Valle del Reno avevano un tempo una qualche vocazione turistica, se mai erano mete di villeggiatura e luoghi attrattivi per l’acquisto di seconde case, col 2013 si può dire che questi tempi sono finiti. I dati consuntivi dell’anno 2013 pubblicati dalla Provincia di Bologna confermano impietosamente il trend dei primi mesi dell’anno trascorso e lanciano un vero e proprio allarme rosso: nei 10 comuni della Valle del Reno (Camugnano, Castel d'Aiano, Castel di Casio, Gaggio Montano, Granaglione, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Marzabotto, Porretta Terme e Vergato)  il 2013 ha segnato sul 2012 un -23,58% degli arrivi ed un  preoccupante -33,55% nelle presenze. Mentre infatti Porretta Terme tiene e Lizzano in Belvedere arranca (Porretta +7,64% gli arrivi, +1,32% le presenze, Lizzano +5,34% gli arrivi, -11,60% le presenze) hanno perso fortemente terreno gli altri 8 comuni.

giovedì 10 aprile 2014

Variante di Valico, ora la frana di Ripoli minaccia l’A1

Anche se non è mai stato riconosciuto che a muovere il versante siano stati gli scavi della galleria, ora la frana di Ripoli minaccia l’A1. Da novembre 2011 si sono mossi di 15 cm i piloni del Viadotto Rio Piazza dell’A1, mentre prosegue a rilento lo scavo delle due canne, che ormai hanno superato l’abitato di Ripoli

La montagna su cui poggia il paese di Ripoli Santa Maria Maddalena non ha mai smesso di muoversi ed ora minaccia il viadotto Rio Piazza, su cui passa il vecchio tracciato dell’A1. Autostrade per l’Italia deve affrontare un problema ben più grave e delicato di quello di aver trasformato Ripoli in un paese fantasma. Infatti i dati degli inclinometri e dei piezometri installati a presidio dell’abitato, tra Ripoli e Serrucce, ma anche a presidio dei piloni del viadotto Rio Piazza, continuano a fornire dati poco promettenti. Tanto che il 14 marzo scorso è stato attivato un

domenica 30 marzo 2014

San Benedetto, Massimo Stefanini presenta la propria candidatura per il centrosinistra

Anticipiamo qui alcuni stralci dell'intervista esclusiva avuta dal candidato PD Massimo Stefanini, che guiderà la lista di centrosinistra a San Benedetto. L'intervista completa apparirà sul n. 31 di Un'Idea di Appennino, in uscita il 10 aprile.

Se lei vincerà le elezioni, Gianluca Stefanini farà il vicesindaco?
Per sua precisa scelta politica, Gianluca Stefanini a nessun titolo ed  in nessun modo farà parte  della futura coalizione amministrativa di Centro Sinistra. 
Come pensa di rassicurare i tanti elettori di fede PD o di centrosinistra di San Benedetto che si dichiarano insoddisfatti dopo i due mandati del sindaco uscente? 
La prima rassicurazione si attuerà con il completo  cambio generazionale della nostra proposta politica amministrativa, questo vale   non solo per  gli elettori del  PD ma per  tutti i cittadini del comune...
Prenderà le distanze, o confermerà la bontà, rispetto ad alcune scelte dell'attuale amministrazione di cui lei ha fatto parte nell'ultimo mandato, ad esempio sulla palestra progettata a Ripoli che costerà 1,8 milioni più i costi di manutenzione?
Sull’Asilo nido e la palestra di RIPOLI, confermo che il progetto, salvaguardato  e finanziato  da  una convenzione di carattere nazionale,  prevede  la costruzione di un palazzetto dello sport con funzioni polivalenti (Centro convegni, centro congressi struttura strategica per emergenze di protezione civile)  nel quale potranno essere praticate finalmente  con misure regolamentari le seguenti attività: Basket pallamano pallavolo tennis calcetto e body building. Questo genere di impianto, di cui attualmente il comune di SBVS è sprovvisto, vista anche  la sua  collocazione strategica al centro della vallata del setta è per noi un intervento  assolutamente utile ed indispensabile. 
C’è chi in paese ritiene che le famiglie di Ripoli sono un po’ state abbandonate al loro destino dall’attuale amministrazione...
Sulle famiglie di Ripoli coinvolte dallo scavo della galleria Val di Sambro, alla luce dei fatti,  il comportamento dell’Amministrazione Comunale è stato ineccepibile. Non si poteva bloccare i lavori in quanto tutte le relazioni tecniche di tutti gli organismi pubblici  preposti ai controlli ed alle verifiche escludevano categoricamente le previsioni catastrofiche paventate da qualcuno. Tale posizione è stata  assunta unanimemente da tutti i soggetti pubblici competenti...
L'Amministrazione Comunale si è sempre  impegnata doverosamente, al fianco dei cittadini, ottenendo  le seguenti cose:  il massimo della sicurezza sull'incolumità pubblica,  particolari tecniche di scavo tali da minimizzare gli impatti negativi indotti,  un monitoraggio completo di tutti gli edifici e di tutta l'area  24h su24h, l'attivazione di un piano di protezione civile e la  richiesta dei  risarcimenti integrali di tutti i danni eventualmente riscontrati. Fino ad oggi  sono stati erogati, ai cittadini di Ripoli  che hanno subito i danni, circa 3 Milioni di Euro. 
Non è mancato chi ha parlato, senza mezzi termini, di “declino” in cui è stata abbandonata la frazione di Castel dell'Alpi... Esiste un progetto per rilanciarla?
Per quanto riguarda Castel Dell'Alpi questa Amministrazione negli ultimi 10 anni (2004/2014) ha investito in opere pubbliche circa 1.300.000 euro, una cifra tutto sommato ben al di sopra della media spesa nelle varie frazioni, e ben al di sopra anche se  confrontata con  quanto speso storicamente in precedenza.
Questo però non vuol dire che il paese non abbia dei problemi, il Lago ma non solo. Vorrei preoccuparmi e parlare  anche di quelle famiglie che sono state coinvolte dalla frana di Monte Oggioli il 6 Aprile del 2013 e che purtroppo hanno perso tutto. Grazie all’impegno profuso nei confronti del governo, che ci ha concesso lo stato di calamità naturale, si potranno ottenere le risorse per effettuare i ripristini delle opere pubbliche e risarcire il valore delle case distrutte. 
Sul lago,  come affermato anche nei numerosi Consigli di Frazione, bisogna conquistare risorse certe e costanti tutti gli anni per effettuare la pulizia periodica del tratto finale del rio Savena,  del Rio Degli Ordini e della parte alta del Bacino Lacustre. 

Loiano, si ritira Nannoni, restano in corsa Zappaterra e Imbaglione

Così come accadde anche 10 anni fa, dopo essersi candidato anche a questa tornata elettorale, Angelo Nannoni ha deciso di ritirarsi. In questo momento restano in corsa quindi solo due candidati, Tamara Imbaglione, con la sua lista civica appoggiata dal PD, e Danilo Zappaterra per il M5S. Se quest'ultimo non dovesse ricevere da Beppe Grillo l'autorizzazione ad usare il simbolo M5S, visto che sono moltissimi i Comuni italiani che aspettano da Grillo la cosiddetta "certificazione" delle liste, dovrà decidere se correre con un simbolo "vicino" a quello del M5S, anche se diverso da quello certificato, oppure ritirarsi a sua volta.
L'ultimo comune ad ottenere da Grillo la certificazione è stato Marzabotto tre giorni fa. Nei prossimi giorni si saprà se le due liste in attesa a Loiano e a Monzuno avranno la certificazione M5S, oppure se correranno con un simbolo diverso, oppure se saranno ritirate.

sabato 29 marzo 2014

Vergato, il Pd sceglie un uomo d’apparato per correre da sindaco: è il tesoriere regionale Massimo Gnudi

Con un comunicato che tradisce, nei toni e nei termini, le ragioni e le valutazioni che hanno animato la discussione interna protrattasi per ben 20 giorni, il PD di Vergato ha annunciato, lo scorso 27 marzo, il candidato sindaco, che è stato indicato dal PD bolognese. Sarà Massimo Gnudi, consigliere provinciale e uomo dell’apparato-partito, essendo tesoriere regionale del PD da 7 anni, a correre per la coalizione di centrosinistra. Certo le ragioni addotte nel comunicato, più che ai cittadini di Vergato, sembrano rivolte ai sindaci dei Comuni vicini, nel senso che il PD di Bologna considera Vergato più per il suo ruolo strategico di “capitale” di un’Unione politicamente frammentata, cui è affidato il compito di ricucire gli strappi con l’Alto Reno creati durante il mandato di Sandra Focci, che come occasione per dare un segno di rinnovamento. Nella scelta del candidato sono prevalse le ragioni “diplomatiche” (la mission è “riallacciare rapporti positivi anche coi Comuni dell’Alto Reno”) su quelle legate alla sua esperienza di amministratore, che in quanto consigliere provinciale è oggettivamente scarsa, ed alle aspettative dei cittadini vergatesi, che non conoscono il candidato. Va detto sibito che, se la “mission” è questa, Gnudi ha pochissime chance di riportare i 4 Comuni scissionisti dell’Alto Reno all’interno di un’Unione a 13. Ed è curioso che dentro al PD si speri in quest’ardua impresa.
“…Nella prospettiva – recita il comunicato - dell’ormai certa istituzione della Città Metropolitana di Bologna e alla contestuale chiusura della Provincia, si rende necessaria la candidatura di una persona con caratteristiche politiche istituzionali di esperienza, che sappia continuare a svolgere un ruolo fondamentale di sintesi tra i Sindaci stessi dell’Unione Appennino Bolognese e riallacciare rapporti positivi anche con quelli dell’Unione dell’Alto Reno, per poter rafforzare il ruolo della montagna bolognese nella futura Città Metropolitana”.
L’altra preoccupazione, apertamente dichiarata nella nota che accompagna la candidatura Gnudi, è che
“ tale figura di comprovata esperienza, qualora eletta, possa rappresentare in modo efficace la centralità politico-amministrativa e l’importanza del Comune di Vergato come riferimento in tutte le sedi istituzionali superiori”. Insomma, sembra voler dire il PD, sappiamo che Vergato è una piazza politicamente importante e vogliamo tenerla sotto il controllo del partito. “Rappresentare in modo nuovo e forte – continua la nota - le istanze della montagna bolognese, in modo particolare di Vergato quale Comune centrale, nella nuova Città Metropolitana è sicuramente necessario ma anche indispensabile, per poter continuare a mantenere e soprattutto a rafforzare i servizi per i nostri cittadini. Per continuare a rafforzare in Regione la posizione di Vergato per quanto riguarda la mobilità, la viabilità e la sanità. Sempre di più sarà infatti opportuno che si partecipi in modo unitario alle politiche sovra comunali, per poter ridurre le distanze fra i nostri Comuni e la Città di Bologna e in particolar modo accedere in maniera sempre più attenta alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea”.
Per trovare una figura con le caratteristiche adeguate alla “mission” da compiere si è quindi dovuto cercare fuori Vergato. Gnudi è infatti residente a Sasso Marconi e dal 2004 presta la sua attività di Consigliere provinciale a Bologna. Ma soprattutto è un fedelissimo della macchina-partito ed è un pezzo importante dell’apparato PD regionale, visto che dal 2007 ricopre la carica di tesoriere del PD dell’Emilia-Romagna. Ora vedremo come e con quali argomenti Gnudi saprà farsi accettare dagli elettori vergatesi, che nulla o quasi sanno di lui, se non che è diretta espressione di via Rivani e che è stato catapultato a Vergato da Bologna. 60 anni il prossimo dicembre, Massimo Gnudi dovrà mostrare nella brevissima campagna elettorale a sua disposizione di poter rappresentare le istanze di Vergato in un momento politico davvero delicato e di transizione, sia per il PD che per il territorio, in attesa che cominci ad operare la tanto attesa Città Metropolitana.

domenica 9 marzo 2014

Monzuno, tre avversari per Mastacchi alle comunali. Sono Nicoletta Poli, Germano Tonelli e Fabio Vignoli

Marco Mastacchi, sindaco civico
di  Monzuno, candidato al
secondo mandato
Dormirà sonni tranquilli per tutta la campagna elettorale Marco Mastacchi, sindaco eletto nel 2009 dopo che la sua lista civica Dimmi riuscì a interrompere una tradizione di sindaci PCI-DS-PD che era durata più di 30 anni. Nessuno dei 3 candidati sindaci che lo sfideranno il 24 maggio sembra infatti in grado di impensierirlo. Non lo era il giovane Jonathan Gerbi, vincitore di frettolose primarie tenute - chissà perché? - sei mesi fa per scelta del locale circolo PD, allora capeggiato da Francesco Manieri, che uscì dal risultato delle primarie piuttosto malconcio, tanto da decidere di farsi da parte e di passare la mano a Cosimo Barbarino. 
Va comunque riconosciuta a Gerbi una saggezza che altri politici locali, pensando di essere “navigati”, hanno dimostrato di non avere. La decisione di lasciare la campagna elettorale, dopo un risultato non disprezzabile alle primarie, ha dimostrato in questo ragazzo 23enne un’umiltà, ed una capacità di lettura dei fatti locali,  che forse difetta ai militanti del suo partito. Gerbi è stato saggio a farsi da parte e potrà diventare una risorsa tra qualche anno. L’avvicendamento alla guida del PD ha sortito una nuova candidatura - questa volta senza primarie, tanto a che servono? - bensì per semplice acclamazione di pochi iscritti al circolo monzunese. Ad essere scelta è stata Nicoletta Poli, la prima, e forse l’unica, persona che si era resa disponibile, dopo il passo indietro di Francesco Manieri, che dopo il ritiro di Gerbi non ha esercitato il suo diritto a candidarsi. Della neo-candidata Nicoletta Poli, laureata ed esperta in consulenze filosofiche, cui è stato affidato l’ingrato compito di riportare il comune a sinistra, abbiamo pubblicato  un’ampia intervista esclusiva sul numero di febbraio. Donna colta, dai tanti interessi e con un curriculum professionale lussureggiante, resta avvolta nel mistero incomprensibile del perché si sia fatta incastrare  dal locale circolo PD (del quale non ha mai fatto parte). A fare breccia è stato forse il suo  programma assai agguerrito, che auspica “una vera rivoluzione socio-culturale del territorio” ed una “svolta epocale”: dall’assessorato alle politiche giovanili, con tanto di “Sportello Giovani” (che potrebbe essere un’ottima idea in sé, ma chissà quanto praticabile in un territorio tricentrico), alla lotta contro l’”emergenza sociale e la povertà” (fatta con quali soldi?), dalle opere scolastiche e le “strutture che possano ridare dignità ai ragazzi” alle opere “per dare soluzione al dissesto idrogeologico”. Intenti tutti condivisibili e a volte necessari, che però dipendono poco dalla buona volontà di un sindaco, molto da poteri e finanziamenti disposti, se mai lo saranno, da Regione e Stato.
Assai più terra terra, e vicino alla sensibilità di chi come lui è un commerciante, come tale impegnato nella lotta quotidiana per la sopravvivenza in un sistema vessatorio, è il programma di Germano Tonelli, candidato dal Movimento di Beppe Grillo. Tonelli ha dalla sua un’arma non trascurabile: 5 anni di opposizione in consiglio comunale. Poi conosce bene la macchina-Comune. A sorpresa potrebbe essere proprio lui l’anti Mastacchi, magari sul filo di lana con la Poli.  Senza cercare di strafare, Tonelli punta a “ricostruire a Monzuno quel senso di comunità andato disperso”, e indica 3 priorità: “la Casa della Salute, l’asilo nido, l’inutilità della Tangenziale di Vado”, pronto a irrobustire il suo programma con nuovi punti suggeriti dai cittadini stessi, come lo “mission” pentastellata impone ai suoi seguaci.

Meno incisivo, almeno fino ad ora, il programma proposto da Fabio Vignoli, che torna alla carica dopo il risultato modesto riportato nel 2009 dalla sua lista Monzuno nel Cuore. Più attento a stigmatizzare i difetti del “nemico Mastacchi”, anzichè illustrare ai monzunesi un’alternativa credibile, Vignoli si gioca tutto con la chiave di lettura del sarcasmo da gossip monotematico, con cui cerca di flagellare, attraverso il suo blog “chiacchiere da bar” (per chi non lo conoscesse una sorta di “Dagospia di paese”), tutto ciò che a suo parere non va, non funziona o gli risulta incomprensibile a Monzuno o nell’universo.  Spinto da sentimenti verso il sindaco in carica che, in certi momenti, sembrano pure forme di odio personale (viste anche le querele ricevute), da anni ne pedina le mosse e non perde occasione per attaccarlo sul suo blog con qualunque scusa.                                    

Popolazione straniera, Vergato comune più multietnico della montagna

Ahlame Boufessas, cittadina italiana di origini libiche, 
è arruolata negli Alpini dal 2008 e presta servizio a Lampedusa, 
presso il Centro di prima accoglienza 
Secondo uno studio appena uscito dell’Istituto Cattaneo, la percentuale di stranieri è qui pari al 15,4%, cioè un residente su sei. In provincia gli altri comuni con più stranieri sono Crevalcore (16%), Bazzano (15,3%) e S.Agata Bolognese (14,7%). Camugnano è il comune della provincia con meno stranieri in assoluto: erano appena 109 nel 2012.
Gli stranieri residenti in provincia di Bologna al 1° gennaio 2013  sono  114.485,   cioè l’11,4% della popolazione residente complessiva.
Rispetto all’incidenza percentuale della popolazione straniera, il comune di Bologna si colloca al quinto posto con il 14,6%, preceduto dai comuni di Crevalcore (16,0%), Vergato (15,4%), Bazzano (15,3%) e Sant’Agata Bolognese (14,7%). Il comune con meno stranieri è invece Camugnano, con appena 109 stranieri nel 2012.
In provincia di Bologna dal 1998 al 2013 la popolazione straniera è aumentata di oltre 90mila unità, ma la componente italiana è rimasta pressoché costante. Ciò significa che l’incremento della popolazione totale è da attribuire quasi esclusivamente all’aumento dei cittadini stranieri. 
Questi e molti altri dati sono stati presentati nei giorni scorsi da un volume, realizzato per l'Osservatorio delle Immigrazioni della Provincia di Bologna dalla Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo.
Tra le tante informazioni contenute  nello studio, si rileva che la popolazione straniera è nettamente più giovane di quella italiana: gli italiani residenti nella provincia di Bologna hanno un’età media di 47 anni, contro un’età media di 33 anni degli stranieri. Questo spiega ad esempio perché i minori stranieri residenti nella provincia di Bologna al 1° gennaio 2013 sono oltre il 16% del totale dei minori residenti.
I bambini stranieri nati nella provincia di Bologna nel 2012 sono stati 1.859, pari al 22,0% del totale dei nati nell’anno. Quindi la popolazione straniera aumenta ad un ritmo di uno su cinque nuovi nati, ed abbassa fortemente l’età media, col risultato che gli anziani italiani sono molti di più di quanto dicono le statistiche.
Gli italiani residenti nella provincia di Bologna hanno un’età media di 47 anni, contro un’età media di 33 anni degli stranieri.  Degli oltre 2.700 matrimoni celebrati nel 2011 nella provincia di Bologna, il 13,6% è stato celebrato fra coppie miste (cioè fra un italiano/a e una straniera/o). I matrimoni celebrati fra sposi entrambi stranieri sono stati il 3,6% (per un complessivo 17,2% di matrimoni celebrati con almeno uno sposo straniero). 
Il Paese di cittadinanza più rappresentato è la Romania (21.216 residenti in provincia di Bologna al 1° gennaio 2013, pari al 18,5% del totale degli stranieri residenti). Al secondo posto il Marocco (15.308 residenti, pari al 13,4%) e al terzo l’Albania (8.196 residenti; 7,2%). I cittadini stranieri provenienti da un Paese dell’Unione europea a 27 sono 28.281, pari al 24,7% del totale degli stranieri residenti in provincia. 
Nel 1992 le donne erano poco più di un terzo della popolazione straniera. A partire dal 2006 diventano più della metà, per arrivare al 1° gennaio 2013 ad attestarsi al 52,0%.
Fra i primi gruppi nazionali stranieri più numerosi nella provincia, le donne sono in maggioranza fra ucraini (82,6%), moldavi (68,8%) e rumeni (55,6%). 

Nella provincia di Bologna il numero di acquisizioni di cittadinanza italiana è sestuplicato dal 2002 al 2012, passando dagli iniziali 301 casi agli attuali 1.893.

Porretta Cinema Festival, nel segno di Ozpetec. Si terrà dall’8 al 13 aprile la XIII edizione

Sarà dedicata a Ferzan Ozpetec la rassegna monografica della XIII edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme, annunciato dall’8 al 13 aprile.

Il regista turco (è nato a Istambul nel 1959 e si è poi naturalizzato italiano) è tra quelli più amati sia dalla critica che dal grande pubblico, che lo scoprì nel 1997 con Il bagno turco (Hamam) ed ebbe conferma nel 2001 con Le fate ignoranti, interpretato da Margherita Buy e Stefano Accorsi. Altro grande successo nelle sale è quello del 2003 con La finestra di fronte, cast che comprende Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova, Filippo Nigro e Massimo Girotti, alla sua ultima interpretazione. Il film fa incetta di premi (5 David di Donatello, 3 Nastri d’argento, 4 Ciak d’oro e 3 Globi d’oro), approdando anche negli USA. Saturno contro (2007), Un giorno perfetto (2008) e Mine vaganti (2010) sono gli altri suoi grandi successi, seguiti da due regie teatrali: l’Aida (2011) e la Traviata (2012). Il suo nuovo  film in uscita è Allacciate le cinture.

Unione Alto Reno, al via la gestione associata tra i 4 Comuni. Porretta ha già deliberato il passaggio all’Unione dei primi servizi

Giuseppe Nanni, presidente dell'Unione
Alto Reno e sindaco di Granaglione
E’ stata annunciata da Giuseppe Nanni. Presto anche le gare saranno bandite da una centrale unica di committenza. A seguire, anche la Polizia Municipale sarà gestita dall’Unione
I Comuni hanno l’autonomia per decidere, come è scritto anche nel TUEL (Testo Unico Enti Locali). Ed anche se la Regione continua a ignorarlo basta una delibera per dimostrare che le cose stanno così. Turismo, sportello unico per le attività produttive (SUAP),  protezione civile,   personale, sismica e informatica,  ai quali si aggiungeranno anche la polizia municipale e la centrale unica di committenza: sono otto  i servizi che verranno gestiti in forma associata dall’Unione dei comuni dell’Alto Reno (Camugnano, Granaglione, Lizzano in Belvedere e Porretta Terme). 
Gherardo Nesti, sindaco di Porretta
Intanto già il 20 febbraio il Consiglio comunale di Porretta ha deliberato il passaggio all’Unione della SUAP, dell’Informatica, del Personale e del Turismo ed ha riconfermato la gestione in forma associata della Sismica e della Polizia municipale, allargandola ai 4 Comuni dell’Unione. Ampi poteri sono stati conferiti dal Consiglio al sindaco Nesti per la messa a punto e l’approvazione delle relative convenzioni.

Ad annunciare l’accelerazione dei tempi sulle gestioni associate era stato, lo scorso 15 febbraio, il presidente dell’Unione Giuseppe Nanni, che   sottolineava come questa decisione,  condivisa dai 4 sindaci interessati,  Gherardo Nesti, Alessandro Agostini e Alfredo Del Moro oltre allo stesso Nanni, sia il primo, importante,  passo per l’avvio di un processo di razionalizzazione delle risorse  umane e con l’obiettivo dichiarato di aumentare  la  qualità,  l’efficienza dei servizi stessi, con un risparmio per i cittadini.