martedì 6 maggio 2014

Il turismo abbandona la Media Valle del Reno: -72% le presenze nel 2013 rispetto al 2012

A dirlo sono i dati a consuntivo del 2013 pubblicati sulla pagina Statistica della Provincia.
Regge solo il polo termale di Porretta, perde presenze il Corno, crollano arrivi e presenze nella Media Valle del Reno. Crescono solo Bologna, l’Imolese, e la Valsamoggia.
I dati consuntivi del 2013 presentano anche alcune novità: arrivano i cinesi.

L’Unione a 9, quindi i 9 sindaci riconfermati o neoeletti il 25 maggio, avranno il loro bel da fare per sostenere che Alto Reno e Medio Reno hanno una vocazione turistica comune. Se la collina e la montagna della Media Valle del Reno avevano un tempo una qualche vocazione turistica, se mai erano mete di villeggiatura e luoghi attrattivi per l’acquisto di seconde case, col 2013 si può dire che questi tempi sono finiti. I dati consuntivi dell’anno 2013 pubblicati dalla Provincia di Bologna confermano impietosamente il trend dei primi mesi dell’anno trascorso e lanciano un vero e proprio allarme rosso: nei 10 comuni della Valle del Reno (Camugnano, Castel d'Aiano, Castel di Casio, Gaggio Montano, Granaglione, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Marzabotto, Porretta Terme e Vergato)  il 2013 ha segnato sul 2012 un -23,58% degli arrivi ed un  preoccupante -33,55% nelle presenze. Mentre infatti Porretta Terme tiene e Lizzano in Belvedere arranca (Porretta +7,64% gli arrivi, +1,32% le presenze, Lizzano +5,34% gli arrivi, -11,60% le presenze) hanno perso fortemente terreno gli altri 8 comuni.
Basta infatti scorporare  i dati delle due località turistiche dell’Alto Reno, ed ecco che i dati della Media Valle del Reno sono  catastrofici. Sottraendo i numeri di Lizzano e Porretta, restano  circa 20.000 arrivi nel 2012, che  si riducono nel 2013 ad appena 6.000. E le 82.500 presenze del 2012 si assottigliano nel  2013 fino a diventare 22.400. Il crollo delle presenze (-72%) dice chiaramente che una politica turistica comune tra Alto e Medio Reno non può esistere. Meno marcato, ma non meno preoccupante, è il calo negli otto comuni delle Cinque Valli (Castiglione dei Pepoli, Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi), che segnano -22,58% per gli arrivi e -32,19% per le presenze. Qui le presenze sono scese in un anno da 210.517 a 142.756, che per quanto in forte calo sono comunque ancora 7 volte le presenze della Media Valle del Reno.
Considerato che i dati totali della Provincia di Bologna, a dispetto della crisi, dimostrano una tenuta sostanziale (3.329.054 le presenze 2013, con un modesto calo del 2,95% rispetto al 2012) dove sono andate queste decine di migliaia di turisti che abbandonano le nostre Valli? Il conto è presto fatto: il grosso si ferma a Bologna, che infatti è cresciuta  del 5,34% in un anno, arrivando a 2.145.429   presenze,   ben   120.000 in più rispetto al 2012. Queste 120.000 presenze in più sono più o meno quelle che mancano da un anno all’altro nei 16 comuni di montagna, che stanno perdendo quasi del tutto il proprio richiamo sui turisti di passaggio, che battono in lungo e in largo Bologna, Imola e l’Imolese (274.519 presenze, +4,13% rispetto al 2012), perfino la Valsamoggia (30.877 presenze, +111,15% rispetto al 2012), ma non si spingono né a Castel d’Aiano, né a Monzuno, né a Castiglione e nemmeno a Gaggio Montano. E sui motivi per cui ciò accade sarà meglio cominciare a riflettere seriamente.
Ma le novità non finiscono qui. In un anno sono cresciuti i turisti stranieri, che sono ormai oltre il 40% sia per gli arrivi che per le presenze, compensando il leggero calo di quelli italiani. Per provenienza restano primi i tedeschi, mentre in un solo anno i cinesi sono balzati dall’ottavo al secondo posto, con +85,51% di arrivi e +72,62% di presenze. Peccato che nel Medio Reno di cinesi non se ne veda neanche uno, mentre le Cinque Valli sono  predilette proprio dai Cinesi seguiti dai Rumeni, che forse non sono sempre tutti turisti. Paesi Bassi, Regno Unito e Germania si confermano i principali paesi di provenienza di ciò che rimane del turismo nella Valle del Reno, che per il resto attira turisti dell’Emilia-Romagna, della Toscana e della Lombardia. Dopo il 25 maggio la palla passerà alle Unioni, quella già esistente di Vergato e quella, ancora in alto mare, contesa tra Pianoro e San Lazzaro di Savena. Sindaci e operatori dovranno sedersi attorno al tavolo e capire che i turisti snobbano i territori privi di  strutture organizzate.     

Nessun commento: