mercoledì 20 marzo 2013

Porretta e la polemica sulle acque termali: intervista esclusiva a Lucio di Biase, AD della Società Terme di Porretta


A chi oggi alimenta polemiche in nome del bene di Porretta e del futuro del termalismo, dov’era quando c’era da partecipare ad un’asta fallimentare d’acquisto, tra il 2007 ed il 2008?”. A chiederlo è Lucio Di Biase, AD della Società Terme di Porretta, oggi assieme alla Provincia di Bologna al centro di polemiche e di accuse, prima tra tutte non voler concedere l’uso delle acque termali ad altri operatori. Lo incontriamo mentre a Bologna si sta svolgendo un incontro tra Sindaco di Porretta e funzionari della Provincia. Uno scarno comunicato diffuso dopo l'incontro mostra che la linea dell’Amministrazione comunale è quella di tenere un basso profilo in attesa che le parti in causa si accordino tra di loro. La nota non aggiunge infatti nessun elemento di novità, ma si limita a ribadire che “questa Amministrazione ha ottenuto la disponibilità dei rappresentanti sia delle Terme che dell’Hotel Helvetia ad un incontro stragiudiziale per tentare di definire il contratto di somministrazione dell’acqua tra imprenditori privati, secondo quanto stabilito dai regolamenti e dalle norme di legge. Il processo di liberalizzazione delle acque - si puntualizza per rimandare al mittente attacchi mossi all'Amministrazione - è un passaggio fondamentale per il futuro turistico di questo territorio, ed è per questo che, a suo tempo, abbiamo esplicitamente richiesto alla Provincia di subordinare la concessione alle Terme di Porretta all’obbligo per quest’ultima società di redigere contratti di somministrazione con chiunque ne faccia richiesta”. Tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che è già così, fatti salvi i requisiti che devono essere posseduti da chi richiede la somministrazione.
In realtà, la polemica sulla cosiddetta “liberalizzazione” dell’acqua termale a Porretta si sta sempre più rivelando essere una semplice diatriba tra Società delle Terme e Hotel Helvetia della famiglia Pavanello, legata ad un contenzioso su un vecchio contratto in scadenza. Dal prossimo 7 aprile, infatti, l’hotel Helvetia rischia di restare a secco di acqua termale, perché non avrà più effetto il contratto di somministrazione annuale siglato a suo tempo, e prima che il controllo della Società passasse, nel maggio 2012, alla compagine che fa capo al dott. Di Biase. “Il contratto in questione di somministrazione all’Helvetia – ci spiega Di Biase – fu fatto in un particolare momento di debolezza economica della Società. L’Hotel Helvetia aveva fatto dei lavori di ingente valore, attraverso una propria impresa (Lenzi, ndr) in uno degli edifici del complesso termale. Si addivenì ad una compensazione inserendo tra le forme di pagamento il contratto di somministrazione a favore dell’Helvetia, a condizioni particolarmente vantaggiose. Noi siamo subentrati dopo e ci siamo ritrovati con questo contratto annuale di somministrazione, siglato nelle particolari circostanze che ho detto, che prevede 1,6 milioni di litri d’acqua/anno a fronte di un contributo di soli 4.800 euro. L’acqua di rubinetto costa meno. Ora ci pare evidente che tale contratto capestro deve essere riscritto, perché noi abbiamo una serie di obblighi che voglio ricordare. In primis dobbiamo garantire la corretta gestione della risorsa mineraria, cioè emungere in modo da tenere in vita le falde acquifere. Poi dobbiamo garantire l’igienicità di quest’acqua, il suo essere priva di batteri. Per questo abbiamo dovuto fornire alla Provincia una serie di garanzie, a partire da una struttura dedicata che include un ingegnere minerario, un laboratorio di analisi che campiona continuamente l’acque e la sottopone ai controlli dell’AUSL. E tutte queste cose hanno un loro costo”. Il senso di quanto spiegato da Di Biase è: “d’accordo la somministrazione a tutti, ma non certo gratis o in rimessa. Anche perché - continua a spiegarci - noi abbiamo messo nel piatto tra gli 8 e i 9 milioni di euro per tenere in vita e rilanciare un’azienda fallita, prendendo a cuore tra l’altro il destino di tutti i suoi dipendenti, che da 40 che erano al momento del nostro subentro sono arrivati sino al numero di 125. Chi oggi parla in nome del bene di Porretta, si ricordi di queste cose. Noi le abbiamo fatte”. Se questo è il contesto, cadono anche certe richieste, avanzate da varie parti, di ridiscutere la concessione, magari mettendola a gara con un "bando di evidenza pubblica".  "Perfino il Commissario Europeo" ricorda Di Biase "ha escluso i bandi per tutte le concessioni in tema di sanità. Molti dimenticano che le leggi vigenti considerano le acque termali alla stregua dei farmaci. E certi discorsi del genere dell'"acqua pubblica" qui non hanno senso".
Quanto alla somministrazione all’Helvetia, Di Biase concorda con quanto dichiarato dall'Amministrazione comunale e non esclude assolutamente di poter pervenire al più presto ad un nuovo contratto, se ci sarà la volontà della controparte. Per quanto riguarda invece altre richieste “non ci risulta che siano state accettate dalla Provincia per la mancanza dei requisiti dei soggetti richiedenti, ad es. nel caso di un centro estetico. Non la Società delle Terme, bensì la Provincia riconosce tali requisiti. Infine ricordo che le acque termali non possono affatto essere a disposizione di tutti. Le leggi vigenti stabiliscono che possono essere usate solo per stabilimenti termali, estrazione di sali minerali e produzione di bevande analcoliche”.

Nessun commento: