Il “pubblico incontro”, promosso ieri sera alle Caselline di Pian di Setta dal sindaco di Monzuno Marco Mastacchi per tranquillizzare i residenti, ottiene
il risultato opposto: quello di allarmare tutti.
Dopo una prima parte
sonnacchiosa, in cui Gerosa per l’AUSL e Druglio per Arpa hanno praticamente
ammesso che “non si sapeva nulla” sulla massiccia presenza di ofioliti tra i materiali di scavo
delle gallerie, la seconda parte della serata fa emergere tutta la
preoccupazione dei residenti. “L’abbiamo saputo per caso”, ripetono varie volte
i tecnici rispondendo alle domande, quasi stupiti dalla foga con cui molti
residenti chiedono conto di come siano stati svolti i controlli di legge.
“Per anni avete accumulato milioni
di tonnellate di detriti di scavo lungo il Setta” dice un residente di Grizzana
“e dobbiamo credere che non avevate idea di che cosa potesse esserci in mezzo?
Ma allora in che cosa consistono i vostri controlli, nell’analizzare quello che
vi dice Società Autostrade?” chiede ai due funzionari uno dal pubblico. Ed i
tecnici non sanno letteralmente che cosa rispondere. “Ma allora stasera che
cosa siete venuti a dirci?” chiede una signora con la voce un po’ tremula per
la rabbia più che per l’emozione. “Siamo qui per dire che presto saranno rese
pubbliche le analisi dei campioni”, prova a dire
un tecnico. “Ma quali analisi?
E’ più di due anni che camion e nastri trasportatori scaricano roba lungo il
Setta, e avete aspettato fino ad oggi per fare le analisi?” si chiede dalle
file del pubblico. “Ma noi non potevamo sapere se c’era amianto” è la solita
risposta, e sui campioni di aria rilevati in due postazioni nei primi 4 giorni
“non è stato trovato niente”, affermano in coro i tecnici. “Per forza”,
interviene uno dal pubblico con sarcasmo, “se fate i campioni dopo avere
coperto coi teli che cosa potevate trovare?”
E in effetti sono molti gli elementi
sconcertanti in questa storia. A cominciare dal fatto che, dopo avere
annunciato la propria presenza, né Società Autostrade né Osservatorio
Ambientale hanno partecipato. Chi abita tra Rioveggio e Pian di Setta, ed anche
chi passa per la trafficatissima strada lungo Setta, assiste da anni al via vai
di camion e ai lavori di decine di ruspe nel deposito, una immensa discarica a
cielo aperto autorizzata dal Ministero (scavalcando la Regione ) che corre per
almeno 3 Km
lungo l’alveo del fiume. L’idea che pioggia e vento abbiano liberato nell’aria
fibre di amianto, e che queste sostanze cancerogene siano state respirate per
anni dalla popolazione, se prima sembrava un’ipotesi remota, dopo il “pubblico
incontro” del 23 maggio sembra quasi diventata per molti una certezza. L’altra
certezza è che nessuno, prima della fine di marzo 2013, si era mai preoccupato
di controllare se c’era amianto. Né ARPA, che sostiene di avere svolto oltre
300 campionamenti in due anni, ne l’AUSL, che interviene per tutelare la salute
sui luoghi di lavoro e controlla l’acqua del Setta che rifornisce l’acquedotto
Hera di Bologna. Dopo alcuni esami fatti eseguire da RTI, il consorzio di
imprese che ha in appalto i lotti 6 e 7 da Società Autostrade, da cui erano
emerse altissime concentrazioni di amianto tra le rocce scavate e depositate
lungo il Setta, ARPA e AUSL si sono mosse due mesi fa. Prima intimando a RTI di
coprire con immensi teli le zone di scarico dove c’era amianto, e dopo avviando
un monitoraggio dell’atmosfera, pompando aria in continuo su due postazioni e
catturando le sostanze disperse con filtri mandati poi al laboratorio. Ma
campionare l’aria dopo avere coperto l’amianto coi teli è la cosa più inutile
che si possa fare: lo capirebbe un bambino. Eppure è quello che ARPA e USL stanno facendo. Se ciò non bastasse, "sono state coinvolte anche due
Università per fare delle controanalisi", come annuncia il sindaco di Monzuno Mastacchi. Il che fa dubitare ancora di più
sull’attendibilità delle analisi di ARPA.
Intanto c’è un’indagine della
Procura, a seguito dell'esposto presentato dal Consigliere regionale 5 Stelle Defranceschi contro Sindaco, Regione e AUSL. Occorrerà capire che tipo di dati assumeranno i magistrati e se calcheranno le orme di ARPA e AUSL o seguiranno altre strade. Deluso anche lo stesso Defranceschi, presente alla serata: " Tutte queste analisi fatte dopo che i buoi sono scappati dalla stalla non servono a niente. Non sapremo mai che cosa abbiamo respirato per degli anni, e questa disinformazione sta solo facendo arrabbiare la cittadinanza. Infine i campionamenti di terreno andrebbero fatti su un'area ben più vasta di quel fazzoletto di terra considerato".
E martedì 28 maggio alle ore 18 si replica: ci sarà un nuovo incontro pubblico, sempre promosso dal Comune di Monzuno. Ma si può già immaginare che anche da lì non uscirà niente.
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