Le rocce ofiolitiche scavate dalla galleria Sparvo per
i lavori della Variante di valico, analizzate a fine marzo, hanno rilevato
"una concentrazione tra i 35.5 e i 72.7 grammi di amianto
per chilogrammo di terra, a fronte di un limite per la salute fissato a un
grammo per chilogrammo".
Sono stati dunque sospesi nella stessa giornata i lavori di
movimentazione terra per tutto il materiale a rischio. Lo afferma in Aula l'assessore
regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, rispondendo a una
interrogazione di Andrea Defranceschi (M5S) che chiedeva conferma di notizie di
stampa.
Avuta la conferma del superamento dei limiti, Defranceschi
ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, chiedendo di
accertare "chi ha omesso le misure di sicurezza per prevenire la
contaminazione da amianto". E punta il dito contro "le istituzioni
competenti: il sindaco di Monzuno - elenca - la Provincia di Bologna,
l'assessore regionale alla sanità e l'Ausl di Bologna. Sono a rischio - afferma
- gli operai che hanno partecipato alle escavazioni in galleria, quelli che
hanno trasportato i materiali con le ruspe, gli abitanti della zona, gli
automobilisti di passaggio sulla provinciale che potrebbero aver inalato le
fibre di amianto".
Le relazioni preliminari - afferma l'assessore Lusenti -
hanno evidenziato in alcuni casi picchi di amianto, ma con aspetto non
fibroso". Gli esami sulla qualità dell'acqua, poi, "hanno sempre
avuto esito regolare, anche se non prevedono in particolare la ricerca di
amianto", prosegue: "tuttavia Hera, in autocontrollo, mantiene
monitorata la presenza di contaminazione". E "i primi campionamenti
sono stati effettuati il 21 marzo; in attesa dei dovuti e necessari
accertamenti sono state vietate le operazioni".
Defranceschi ha replicato dichiarandosi "non
soddisfatto della risposta, perché vengono confermate tutte le mie paure",
ha detto: "'non abbiamo idea di quanto amianto ci sia e dove sia''. Ma
"si sapeva che l'amianto c'era e nulla è stato fatto per prevenirne la
dispersione". Un'altra interrogazione alla Giunta regionale sui rischi e
le analisi dell'acqua e della roccia ofiolitica contenente amianto
nell'escavazione della galleria, detriti che sarebbero stati depositati lungo
la golena del fiume Setta e coperti per evitare lo spargimento, era stata
depositata ieri da Manes Bernardini (Lega nord), per "le copiose piogge di
questi giorni che hanno destato non poche preoccupazioni tra i residenti della
zona e i lavoratori", essendo "l'amianto frantumato, con conseguente
dispersione in atmosfera e nell'acqua, il più potente cancerogeno ambientale
conosciuto".
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