Domani 5 febbraio si terrà la discussione in aula del Consiglio regionale sulla fusione dei 5 Comuni della Valsamoggia, dopo il voto
favorevole del 30 gennaio scorso della commissione Bilancio affari generali e
istituzionali: sì da Pd, Idv, Fds, contrari Pdl, Lega nord, Mov5stelle e
Udc, astenuto Sel-Verdi, con una dichiarazione di voto del capogruppo Gian
Guido Naldi il quale, valutato l’esito referendario, si è detto contrario
a questa fusione (l'esito della consultazione popolare pone “un problema
di democrazia”, ha spiegato). Dopo il via libera della commissione, tocca ora all’Assemblea legislativa esprimersi
definitivamente sulla nascita del nuovo e unico ‘comune di Valsamoggia’, in
luogo degli attuali comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano,
Monteveglio e Savigno, tutti nella provincia di Bologna.
Lo scorso novembre, il referendum consultivo delle popolazioni dei
cinque comuni aveva fatto
registrare, complessivamente, 5.726 sì alla fusione e 5.401 no; nel
dettaglio, i sì hanno prevalso in tre comuni, Castello di Serravalle,
Crespellano, Monteveglio, mentre il no è risultato maggioritario a Bazzano
e Savigno.
Tutti approvati a maggioranza dalla commissione, presieduta
da Marco Lombardi, anche la ventina di emendamenti ‘tecnici' proposti
dalla Giunta, perlopiù finalizzati ad inserire nel testo della proposta di
legge il nome del nuovo comune “di Valsamoggia”, il più votato nel referendum
tra una rosa di quattro proposte.
Galeazzo Bignami (Pdl), su un emendamento che in parziale deroga a quanto previsto dalla legge sulla montagna precisa che il nuovo comune è definito montano “limitatamente ai suoi territori individuati come zone montane...”, ha sollevato dubbi sulla correttezza con la quale vengono individuate le aree cosiddette montane, facendo presente che a suo giudizio ne andrebbero specificati i confini con tanto di dotazione cartografica. Di parere opposto il relatore del progetto di legge, Antonio Mumolo (Pd), che ha sostenuto come il dettato dell’emendamento chiarisca con precisione le aree in questione garantendo a quei territori, all’interno del nuovo comune, i benefici già concessi dalla legge. Non convinto, Bignami ha chiesto la sospensiva del provvedimento che, messa ai voti, è stata respinta dalla maggioranza dei presenti (a favore Pdl, Lega nord e Mov5stelle, contrari Pd, Idv, astenuti Sel-Verdi e Fds).
Galeazzo Bignami (Pdl), su un emendamento che in parziale deroga a quanto previsto dalla legge sulla montagna precisa che il nuovo comune è definito montano “limitatamente ai suoi territori individuati come zone montane...”, ha sollevato dubbi sulla correttezza con la quale vengono individuate le aree cosiddette montane, facendo presente che a suo giudizio ne andrebbero specificati i confini con tanto di dotazione cartografica. Di parere opposto il relatore del progetto di legge, Antonio Mumolo (Pd), che ha sostenuto come il dettato dell’emendamento chiarisca con precisione le aree in questione garantendo a quei territori, all’interno del nuovo comune, i benefici già concessi dalla legge. Non convinto, Bignami ha chiesto la sospensiva del provvedimento che, messa ai voti, è stata respinta dalla maggioranza dei presenti (a favore Pdl, Lega nord e Mov5stelle, contrari Pd, Idv, astenuti Sel-Verdi e Fds).
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