Da anni l'alveo del Setta, per alcuni chilometri, funge da discarica a cielo aperto dei detriti di scavo delle gallerie della Variante. E dal Setta Hera preleva l'acqua potabile che esce dai nostri rubinetti...
Un tratto di qualche chilometro
del lungo Setta tra Rioveggio, in comune di Monzuno, e Pian di Setta, in comune
di Grizzana, sta cambiando la propria fisionomia naturale. Da quando cioè Società Autostrade ha avuto i permessi, rilasciati con molta generosità da
Provincia e Regione, di usare l’alveo del fiume come discarica naturale in cui
depositare i detriti e i materiali di scavo delle gallerie della Variante di
Valico. Già in passato alcuni gruppi di minoranza, come Voltiamo Pagina a Grizzana,
hanno presentato interpellanze nei Consigli Comunali per lanciare l’allarme
inquinamento. Un’interrogazione in Consiglio regionale fu fatta da Vecchi nel
2010 su sollecitazione di gruppi di cittadini. Ma allora si insisteva sul rischio di esondazione, mentre c’è anche un
rischio, non meno serio, che riguarda l’inquinamento delle falde.
Bisogna infatti considerare che proprio dal Setta, poco più a valle, Hera preleva per emungimento l’acqua potabile che disseta Bologna e molti comuni della provincia, inclusi quelli della montagna. Ad oggi non risulta che qualcuno si sia interessato al problema. Qui non si tratta di tirare la croce addosso a Società Autostrade, che fa quello che le viene consentito di fare. Si tratta piuttosto di capire se vengono svolti controlli, ad esempio dall’ARPA, per esaminare a campione la composizione chimica delle migliaia, se non dei milioni di tonnellate di materiale, scaricate giorno dopo giorno sul bordo del fiume, per una larghezza anche di cento metri. Basta percorrere la strada provinciale lungo Setta, per vedere montagne di materiale grigiastro scaricate e poi “spalmate”, con l’uso di diverse ruspe in azione continua, in modo da creare un argine artificiale alto diversi metri, largo quanto un campo di calcio e lungo chilometri. E’ ovvio pensare che, tra le sostanze contenute nei detriti scaricati, ve ne siano di inquinanti, come ad esempio oli combusti rilasciati dalle macchine di scavo, o altri detriti.
Bisogna infatti considerare che proprio dal Setta, poco più a valle, Hera preleva per emungimento l’acqua potabile che disseta Bologna e molti comuni della provincia, inclusi quelli della montagna. Ad oggi non risulta che qualcuno si sia interessato al problema. Qui non si tratta di tirare la croce addosso a Società Autostrade, che fa quello che le viene consentito di fare. Si tratta piuttosto di capire se vengono svolti controlli, ad esempio dall’ARPA, per esaminare a campione la composizione chimica delle migliaia, se non dei milioni di tonnellate di materiale, scaricate giorno dopo giorno sul bordo del fiume, per una larghezza anche di cento metri. Basta percorrere la strada provinciale lungo Setta, per vedere montagne di materiale grigiastro scaricate e poi “spalmate”, con l’uso di diverse ruspe in azione continua, in modo da creare un argine artificiale alto diversi metri, largo quanto un campo di calcio e lungo chilometri. E’ ovvio pensare che, tra le sostanze contenute nei detriti scaricati, ve ne siano di inquinanti, come ad esempio oli combusti rilasciati dalle macchine di scavo, o altri detriti.
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