mercoledì 6 febbraio 2013

Rete Escursionistica regionale, vieterà ai mezzi a motore di usare i sentieri. D’accordo CAI e Pro Natura, contrari tutti gli altri


Un progetto di legge di maggioranza è stato presentato in regione per la creazione della Rete Escursionistica Regionale, cioè una rete di sentieri tutelata che avrà la finalità di promuovere il turismo. Ma già in sede di udienza conoscitiva sorgono polemiche sul testo della legge.
Come ha spiegato il relatore Roberto Piva (Pd) in apertura dell’udienza conoscitiva tenuta in regione il 4 febbraio scorso, la legge intende  “valorizzare la rete escursionistica e metterne a frutto il patrimonio attraverso l’incremento del turismo”. Ma il testo di legge vieta l’accesso ai sentieri ai mezzi a motore o a chi pratica attività pericolose per i pedoni, come il downhill.
Gli interventi delle associazioni o degli altri portatori di interesse si sono divisi secondo due linee di indirizzo:
da una parte chi, come Martino Filippi del CAI (Centro alpino italiano), rivendica che “i mezzi a motore sono vietati lungo i sentieri escursionistici da almeno 10 anni, questa norma non fa altro che confermare l’esistente”, e chiede quindi “una rapida approvazione” della legge, o come Giuliano Cervi, della Federazione Pro Natura, parla di “300 milioni di euro di danni provocati dai mezzi a motore al sistema dei sentieri emiliano-romagnoli”, dall’altra chi, come Luigi Battoglia, della Federazione motociclistica italiana, evoca “le gravi ricadute sull’economia della montagna della decisione di far sparire decine e decine di realtà turistico-sportive”. Inoltre, “chi sceglie mezzi a motore per esplorare la natura è altrettanto rispettoso di chi va a piedi e spesso si occupa da volontario della manutenzione dei percorsi”, senza considerare che “non si è ancora mai registrato un solo caso di incidente”.
Sono molte le voci che si sono levate contro l’introduzione del divieto per i mezzi a motore di usare i sentieri. Secondo l’assessore del Comune di Bedonia, Lodovico Molinari, “bisogna evitare di guardare la montagna con gli occhi della città. Per noi vietare non è mai una soluzione, dobbiamo coinvolgere gli escursionisti di ogni genere”. Per il sindaco di Bardi, Giuseppe Conti, “la contrarietà al progetto di legge è condivisa sul territorio, perché gli escursionisti a motore sono una parte importante della comunità dell’Appennino”. E mentre il primo cittadino di Neviano degli Arduini, Alessandro Garbasi, sottolinea come “il problema non sia la conflittualità, da risolvere con il divieto per una parte, ma la mancanza di regolamentazione”, il presidente dell’Unione dei Comuni delle valli Dolo, Dragone e Secchia, Fabio Braglia, imputa al progetto di legge di “svalutare e impoverire il territorio, perché all’Appennino rimane solo il turismo, in particolare quello sportivo, altrimenti rischia di diventare un grande parco naturale senza presenza umana". A tal proposito, il consigliere comunale di Varsi, Giuseppe Zanetti, ricorda come “le amministrazioni locali sono disposte a fare da mediatrici di una conflittualità a volte inevitabile, pur di non escludere nessuno”. Il sindaco di Brisighella, David Missiroli, lamenta il fatto che “questa legge esaspera le differenze, all’Appennino servono regole e non divieti per unire le forze”. Il presidente della Comunità montana dell’Appennino piacentino, Massimo Capitelli, evidenzia come “il moto-turismo e la caccia sono la prima voce nelle presenza turistiche destagionalizzate, ed è quindi necessario regolamentarle, ignorare queste realtà fa tutto tranne che un buon servizio alle comunità locali”.
Gli unici intervenuti a concentrarsi su un tema diverso sono stati i rappresentanti degli agricoltori (Alessandro Ghetti di Coldiretti Emilia-Romagna e Sergio Fiocchi di Confagricoltura Emilia-Romagna), che sollevano il problema delle nuove norme sul passaggio di sentieri in terreni privati (“non si può tornare indietro di secoli alla servitù di passaggio”). L’assessore ai Parchi della Provincia di Ravenna, Francesco Rivola, sottolinea poi come “bisognerebbe ripensare al ruolo delle Province nel progetto di legge, sarebbe meglio ragionare per macroaree”.
A chiudere l’udienza conoscitiva è l’assessore regionale al Turismo, Maurizio Melucci: “La salvaguardia dell’ambiente per noi è il punto chiave, ma va coniugata con la domanda dei territori. Bisogna però avere chiaro che per noi il turismo è prima di tutto il pernottamento, e solo in secondo luogo la gita fuori porta di una giornata”.

Nessun commento: