“Il Pubblico Ministero ha in mano una relazione dei Tecnici* bomba” –
dice Andrea Defranceschi, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, che
da sempre segue gli sviluppi della vicenda Variante di Valico – “La
relazione pone in evidenza come non ci sia mai stato un valido monitoraggio
strumentale della situazione geomorfologica della zona interessata,
declassificando quasi come ‘passeggiate’ i rilevamenti fatti. Nella
lunghissima relazione, oltre a confermare quanto andiamo affermando da anni
– ovvero che i rischi legati allo scavo sono stati ampiamente ignorati e
sottovalutati in sede di progetto sia definitivo che esecutivo
(con l’eccezione della Comunità Montana delle Cinque Valli, che nel 2005
disertò la Conferenza
dei Servizi)” – dice Defranceschi – “si
mette l’accento su due varianti tecniche spacciate come riconducibili
alla legge 109/94 sotto il capitolo ‘sorpresa geologica’ ma che i
tecnici, nella perizia, spiegano essere illegittimamente ritenute
‘sorprese’, in quanto ciò che è poi avvenuto sarebbe stato ampiamente
prevedibile con un’indagine geologica approfondita, strumentale e
quantitativa. Grazie a questo sotterfugio le modifiche, che hanno
comportato una forte lievitazione dei costi, che secondo il comitato
Cittadini di Ripoli sono stimabili in quattro volte il valore del lotto,
sono state affidate direttamente alle imprese costruttrici, senza passare
per una nuova gara. Simili modifiche al progetto” – spiega Defranceschi
– “che comportino variazioni di spesa superiori al 10%, infatti,
dovrebbero essere sottoposte a nuova gara pubblica. Classificare come
‘sorpresa geologica’ i fenomeni franosi che erano invece ampiamente
prevedibili ha consentito di aggirare il problema. La Regione dovrà
spiegarci come mai sia stata adottata questa scorciatoia… Faremo
un’interrogazione per avere una quantificazione esatta di questo denaro
extra che i cittadini dovranno sborsare, e inoltre – se necessario –
presenteremo un esposto alla Corte dei Conti” – conclude il Capogruppo.
I FATTI
1992: Il Progetto Esecutivo,
praticamente coevo della Cartografia
Regionale, segnala la presenza di due sole frane – e riporta solo la
maggiore nelle carte del Progetto – rispetto alle otto rilevate dalla
regione. La frana che giace sotto Santa Maria Maddalena, dicono i tecnici,
non sembra essere mai stata sottoposta ad indagini strumentali.
1998: Lo studio di fattibilità mette
a confronto tre soluzioni differenti.
2003: Progetto definitivo SPEA, con
lievi modifiche al tracciato, in
seguito ad una rilevazione fotointerpretativa e non strumentale.
2004: Approvazione definitiva del
Progetto per il Lotto 5B (La
Quercia –
Lagaro) da parte di SPEA e gara d’appalto vinta da ATI formata da CCC,
CMB e CFM. La cartografia sulla quale il progetto è basato si discosta
dalla cartografia GEOMIB.
2004: Progetto Definitivo dei lotti
6 e 7, per cui Autostrade chiede al
Ministero dell’Ambiente l’esclusione della Valutazione di Impatto
Ambientale.
2005: Il Ministero esclude i lotti
dalla VIA, alla Conferenza dei Servizi
decisione e sottolinea i fenomeni quiescenti sul tracciato.
2006: Approvazione ANAS del Progetto
dei lotti 6-7, gara di appalto vinta
da ATI Vianini, Toto, Profacta.
2005-2007: Approvazione progetti
esecutivi Lotto 5B. La carta
geomorfologica che ne risulta si discosta da quella del Progetto definitivo
in quanto quasi tutta la galleria è in zona “frane quiescenti” e ci
sono zone segnalate come molto fratturate. Nonostante questo non sono stati
installati piezometri in profondità, e la riattivazione delle frane non è
contemplata fra i rischi.
2008: Variante tecnica e suppletiva
n.1 per problemi all’imbocco Nord.
2009: Variante tecnica e suppletiva
n.2 con concessione di altri 930 mt di
galleria prima inclusi nei lotti 6 e 7 per lo scavo con la super-talpa
“Martina”.
2010: Variante tecnica e suppletiva
di ANAS (che ingloba le precedenti)
firmata da Lagaro Scarl.
2011: La frana di Santa Maria
Maddalena viene classificata come
“attiva” nella cartografia regionale, ma i tecnici sottolineano che la
motivazione non è specificata.
2012: Nuove aree a nord e sud del
paese di S.M. Maddalena vengono
classificate come “attive” , ma i tecnici sottolineano che la
motivazione non è specificata.
* 27 febbraio 2013: Relazione dei Tecnici Prof. Ing. Paolo Berry,
Prof.
Dott. Luciano Blois e Prof. Ing. Daniela Boldini: i dati cartografici non
sono omogenei e si basano su pochi elementi misurati strumentalmente; la
relazione fra scavi e aumento della velocità delle frane è evidente; le
modifiche al progetto sono state classificate sotto la ‘sorpresa
geologica’ e la recente attività (2010-2011-2012) di segnalazioni,
monitoraggio e interventi ‘sembrano concorrere alla stabilizzazione dei
movimenti’.
ANDREA DEFRANCESCHI
Capogruppo
Gruppo Assembleare Movimento 5 Stelle
Emilia-Romagna
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