“A chi oggi alimenta polemiche in nome del bene di Porretta e del futuro
del termalismo, dov’era quando c’era da partecipare ad un’asta fallimentare
d’acquisto, tra il 2007 ed il 2008?”. A chiederlo è Lucio Di Biase, AD
della Società Terme di Porretta, oggi assieme alla Provincia di Bologna al
centro di polemiche e di accuse, prima tra tutte non voler concedere l’uso
delle acque termali ad altri operatori. Lo incontriamo mentre a
Bologna si sta svolgendo un incontro tra Sindaco di Porretta e funzionari della Provincia. Uno scarno
comunicato diffuso dopo l'incontro mostra che la linea dell’Amministrazione comunale è quella di tenere
un basso profilo in attesa che le parti in causa si accordino tra di loro. La
nota non aggiunge infatti nessun elemento di novità,
ma si limita a ribadire che “questa
Amministrazione ha ottenuto la disponibilità dei rappresentanti sia delle Terme
che dell’Hotel Helvetia ad un incontro stragiudiziale per tentare di definire
il contratto di somministrazione dell’acqua tra imprenditori privati, secondo
quanto stabilito dai regolamenti e dalle norme di legge. Il processo
di liberalizzazione delle acque - si puntualizza per rimandare al mittente attacchi mossi all'Amministrazione - è un passaggio fondamentale per il futuro
turistico di questo territorio, ed è per questo che, a suo tempo, abbiamo
esplicitamente richiesto alla Provincia di subordinare la concessione alle
Terme di Porretta all’obbligo per quest’ultima società di redigere contratti di
somministrazione con chiunque ne faccia richiesta”. Tutti gli addetti ai
lavori sanno benissimo che è già così, fatti salvi i requisiti che devono
essere posseduti da chi richiede la somministrazione.
In realtà, la polemica sulla
cosiddetta “liberalizzazione” dell’acqua termale a Porretta si sta sempre più
rivelando essere una semplice diatriba tra Società delle Terme e Hotel Helvetia
della famiglia Pavanello, legata ad un contenzioso su un vecchio contratto in scadenza. Dal prossimo 7 aprile, infatti, l’hotel Helvetia
rischia di restare a secco di acqua termale, perché non avrà più effetto il contratto di somministrazione annuale siglato a suo tempo, e prima che
il controllo della Società passasse, nel maggio 2012, alla compagine che fa
capo al dott. Di Biase. “Il contratto in
questione di somministrazione all’Helvetia – ci spiega Di Biase – fu fatto in un particolare momento di
debolezza economica della Società. L’Hotel Helvetia aveva fatto dei lavori di
ingente valore, attraverso una propria impresa (Lenzi, ndr) in uno degli
edifici del complesso termale. Si addivenì ad una compensazione inserendo tra
le forme di pagamento il contratto di somministrazione a favore dell’Helvetia, a condizioni particolarmente vantaggiose.
Noi siamo subentrati dopo e ci siamo ritrovati con questo contratto annuale di
somministrazione, siglato nelle particolari circostanze che ho detto, che
prevede 1,6 milioni di litri d’acqua/anno a fronte di un contributo di soli 4.800
euro. L’acqua di rubinetto costa meno. Ora ci pare evidente che tale contratto
capestro deve essere riscritto, perché noi abbiamo una serie di obblighi che
voglio ricordare. In primis dobbiamo garantire la corretta gestione della
risorsa mineraria, cioè emungere in modo da tenere in vita le falde acquifere.
Poi dobbiamo garantire l’igienicità di quest’acqua, il suo essere priva di
batteri. Per questo abbiamo dovuto fornire alla Provincia una serie di
garanzie, a partire da una struttura dedicata che include un ingegnere
minerario, un laboratorio di analisi che campiona continuamente l’acque e la
sottopone ai controlli dell’AUSL. E tutte queste cose hanno un loro costo”. Il senso di
quanto spiegato da Di Biase è: “d’accordo
la somministrazione a tutti, ma non certo gratis o in rimessa. Anche perché - continua a spiegarci - noi abbiamo messo nel piatto tra gli 8 e i 9
milioni di euro per tenere in vita e rilanciare un’azienda fallita, prendendo a
cuore tra l’altro il destino di tutti i suoi dipendenti, che da 40 che erano al
momento del nostro subentro sono arrivati sino al numero di 125. Chi oggi parla
in nome del bene di Porretta, si ricordi di queste cose. Noi le abbiamo fatte”. Se questo è il contesto, cadono anche certe richieste, avanzate da varie parti, di ridiscutere la concessione, magari mettendola a gara con un "bando di evidenza pubblica". "Perfino il Commissario Europeo" ricorda Di Biase "ha escluso i bandi per tutte le concessioni in tema di sanità. Molti dimenticano che le leggi vigenti considerano le acque termali alla stregua dei farmaci. E certi discorsi del genere dell'"acqua pubblica" qui non hanno senso".
Quanto alla somministrazione
all’Helvetia, Di Biase concorda con quanto dichiarato dall'Amministrazione comunale e non esclude assolutamente di poter pervenire al più
presto ad un nuovo contratto, se ci sarà la volontà della controparte. Per
quanto riguarda invece altre richieste “non
ci risulta che siano state accettate dalla Provincia per la mancanza dei
requisiti dei soggetti richiedenti, ad es. nel caso di un centro estetico. Non la Società delle Terme, bensì
la Provincia
riconosce tali requisiti. Infine ricordo che le acque termali non possono
affatto essere a disposizione di tutti. Le leggi vigenti stabiliscono che
possono essere usate solo per stabilimenti termali, estrazione di sali minerali
e produzione di bevande analcoliche”.
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