Chi vuole potrà rinunciare subito al vitalizio, incassando circa 1.000 euro
in più al mese più gli arretrati del 2012.
Ora un Consigliere regionale non potrà percepire più di ...11.200 euro lordi mensili. Cambiamenti di facciata
Il DL 174/2012, Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, ha imposto alle Regioni a statuto ordinario di definire l’importo delle indennità di consiglieri e assessori e di rendere più trasparente lo stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche, elettive e di governo. Dopo la discussione in commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, un emendamento presentato in aula ha reso volontaria l’abolizione, dal 1 gennaio 2013, dei vitalizi dei consiglieri dell’Emilia-Romagna.
Il meccanismo introdotto il 18 dicembre scorso stabilisce anche che non avrà più il vitalizio chi entrerà in Consiglio Regionale dal 1 gennaio 2013, mentre ai consiglieri in carica è lasciata facoltà di rinunciare, se vogliono, ai vitalizi stessi, intascando subito la somma versata in questi anni. In pratica, chi rinuncerà al vitalizio si troverà in busta paga, a partire da gennaio 2013, circa un migliaio di euro in più ogni mese e si vedrà rimborsato di circa 12mila euro per il 2012, cioè quanto accantonato per confluire nel vitalizio. Se lo stesso principio venisse introdotto nel mondo del lavoro, un dipendente potrebbe rinunciare alla pensione e intascare quanto versato in contributi previdenziali. L’Assemblea ha anche istituito un “Collegio Regionale dei Revisori dei Conti, quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione dell’ente”. Non si capisce il perché di quest’organo, visto che il controllo finale sui bilanci, anche dei gruppi consiliari, spetterà comunque alla Corte dei Conti, che ha autonomia decisionale. Da ora in avanti le indennità dei consiglieri non saranno più agganciate al trattamento dei parlamentari, ma rideterminate a partire da tre voci: indennità di carica e funzione; indennità di fine mandato e vitalizio; rimborso spese per l’esercizio del mandato. L’indennità di carica viene tuttavia confermata tal quale era al 1 gennaio 2012, mentre l’indennità di funzione (per i membri dell’Ufficio di Presidenza, presidenti e vicepresidenti di commissione, capigruppo) sarà commisurata in varie percentuali. Si stabilisce, invece, l’importo delle spese per l’esercizio del mandato, prevedendo la corresponsione per dodici mensilità di un rimborso forfettario mensile calcolato in percentuale (37%) dell’importo dell’indennità di carica, maggiorato di una quota variabile in relazione alla lontananza della residenza di ciascun consigliere dalla sede dell’Assemblea legislativa (sarà ora l’Ufficio di presidenza a definire le fasce chilometriche). Di fatto, ha sottolineato il relatore dei due PdL Mario Mazzotti (PD), sommate le tre voci, e senza più rimborsi chilometrici aggiuntivi, non si potrà superare i complessivi 11.200 euro lordi mensili per i consiglieri e i 13.800 euro lordi mensili per i presidenti di Assemblea e Giunta. Quindi, osserviamo, si tratta di cambiamenti di facciata. La nuova legislazione regionale interviene anche sulla misura dei contributi spettanti ai gruppi consiliari, la cui consistenza, al netto delle spese per il personale, non dovrà eccedere l’importo di 5.000 euro annui per ogni consigliere regionale (250.000 euro annui complessivi). A questa cifra si aggiungeranno circa 220.000 euro totali, concordati in sede di Conferenza Stato-Regioni, ottenuti moltiplicando 0,05 euro per abitante. Su questa somma, l’Ufficio di presidenza avanzerà una proposta di ripartizione. Quanto al personale dei gruppi, per il 2013 è fatta salva la spesa contenuta nel bilancio 2012. Viene abrogata la norma che finora consentiva ai gruppi di usare come contributi per il funzionamento quanto non utilizzato per il personale.
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