martedì 15 gennaio 2013

Mastacchi: “Mi candido per contare di più nel territorio”

Intervista esclusiva al sindaco di Monzuno, che si candiderà in Parlamento 
per la lista Io amo l’Italia di Magdi Allam

E’ l’unico sindaco della montagna bolognese a candidarsi in parlamento. E ha deciso di farlo con una lista nuova, ed anche per questo poco conosciuta. Si chiama “Io amo l’Italia” e l’ha fondata nel 2009 Magdi Allam, eurodeputato, saggista e giornalista egiziano, naturalizzato italiano, che oltre a scegliere l’Italia come suo paese d’adozione si è fatto cristiano, abbandonando la fede musulmana. Personaggio discusso e inviso alle organizzazioni filo-islamiche, Allam si posiziona nel panorama nazionale per la sua identità da integralista cattolico, unita ad un credo federalista e ad una netta posizione euroscettica, favorevole al ritorno alla Lira.
Sindaco Mastacchi, in che cosa si differenzia questa lista dalle altre e perché l’ha scelta?

La lista intende dare una risposta a quei cittadini italiani che non si riconoscono nei partiti presenti in parlamento. In particolare la lista si ispira alle nostre radici cristiano-giudaiche ed al fatto che gli italiani stanno dimenticando le proprie origini. Questa lista si differenzia dalle altre perché vuole riportare verso il basso il potere, facendo riferimento alle persone, alle famiglie ed ai comuni. Da un punto di visto economico e finanziario, vuole valorizzare il potere dei comuni, che oggi sono sfruttati dallo stato, perché hanno ben poco indietro di quel tanto che i cittadini versano con le loro tasse.
Presentare una lista  due mesi prima delle elezioni, considerando anche lo sbarramento del 4% imposto dal Porcellum, è un’operazione a rischio. Come pensate ad esempio di raccogliere le 30.000 firme previste per presentare i candidati?
“I due obiettivi più importanti sono proprio questi: la raccolta delle firme e raggiungere il 4%. Non sono obiettivi facili, ma io penso che il bacino che può avere questa lista è enorme, perché 5 italiani su 10 sono ancora indecisi o decisi a non votare, perché non si sentono rappresentati dall’attuale politica. L’impressione che ho è che ci sia molto interesse ad aderire a nuovi movimenti che non siano solo di protesta come quello di Grillo, ma che siano anche di proposta.
Per intercettare questi voti dove vengono scelte le candidature?
Principalmente tra sindaci, consiglieri comunali e persone che abbiano toccato con mano le problematiche dell’amministrazione, sempre più difficili da affrontare.
Quando chiuderete le liste dei candidati?
Dovremmo chiuderle verso il 6 o 7 gennaio, dopo di che dobbiamo presentare liste e simbolo il 10 gennaio. Poi avremo fino al 20 gennaio per raccogliere le firme.
Tra un anno si rieleggeranno anche moltissimi consigli comunali. Vi presenterete anche alle amministrative?
Certamente, vorremmo anche allargare la rappresentatività al nostro territorio, rivolgendoci alle liste civiche dei vari comuni. Vogliamo fare la stessa cosa fatta con la mia lista civica comunale, che ha aderito alla lista nazionale “Io amo l’Italia”. Chiunque diventa parlamentare oggi finisce per disconnettersi col territorio che lo ha votato. Noi vorremmo fare il contrario, far contare di più il territorio da cui proveniamo e la realtà che esso rappresenta. Nel mio caso, non voglio usare la mia carica di sindaco di un territorio come rampa di lancio per andare in Parlamento, ma voglio andare in Parlamento per dare più spessore alla mia carica di sindaco e contare di più nel territorio. E quando parlo di territorio, non penso solo a Monzuno ma anche ai comuni limitrofi, perché le problematiche di Monzuno sono le stesse di quelle degli altri comuni.
Come funziona il federalismo municipale di cui la sua lista è promotore?
Si pensa erroneamente che i comuni piccoli abbiano poca disponibilità finanziaria. Non è così. Se ad esempio il mio comune potesse contare sul proprio gettito fiscale, che cosa succederebbe? Monzuno ha una base impositiva superiore ad 80 milioni di euro l’anno. Ciò significa che, se è vero che la metà di questa ricchezza viene versata allo stato sotto forma di tasse, i monzunesi versano più di 40 milioni di tasse. Che cosa torna loro indietro? Le briciole. Il fatto è che tutti i comuni avrebbero una forza finanziaria grandissima, proporzionata al numero di abitanti e di contribuenti. Invece la loro capacità contributiva è assorbita quasi tutta dallo Stato e dall’Europa, che sono organismi che si autoalimentano assorbendo gran parte di queste risorse, e lasciano ai comuni ed ai cittadini quel che rimane, cioè appunto le briciole. Secondo noi, dovrebbe avvenire esattamente il contrario: prima vengono i comuni e le loro esigenze, e poi con quello che rimane va finanziato lo Stato e l’Europa. I bisogni locali dovrebbero venire prima, invece abbiamo uno stato che si ingrassa e sperpera e che lascia poco o  niente ai comuni. Tutto questo è quello che chiamiamo federalismo municipale, un modo per far capire ai cittadini dove vanno a finire le loro tasse, eliminando sprechi e sperperi e riducendo la burocrazia.
Dove si può trovare il programma della vostra lista?
Si può trovare sul sito www.ioamolitalia.it.

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