venerdì 17 maggio 2013

Amianto sul Setta, "un contenuto enorme" secondo il Direttore di ARPA Adelaide Corvaglia, "si tratta di una percentuale di fibre che non si trova neanche nelle cave/miniere di asbesto". Ma "non eravamo a conoscenza della possibilità che il materiale scavato potesse contenere amianto", precisa. Dopo l’esposto in Procura del 7 maggio del Consigliere M5S Defranceschi l'intera area è stata messa sotto stretto controllo

Una delle zone coperte e recintate lungo il Setta contenenti
"enormi quantità di amianto". Foto del 14 maggio 2013

Abbiamo interpellato Adelaide Corvaglia, Direttore di ARPA Bologna, per capire che cosa si sta facendo tra Rioveggio e Pian di Setta dopo il ritrovamento di grandi quantità di amianto tra le terre di scavo della galleria della Variante ammassate lungo l'alveo del fiume Setta. Viene anche annunciato, per la serata di oggi, un comunicato ufficiale di ARPA sui Piani di monitoraggio dell’aria e delle terre avviati dopo il ritrovamento, lo scorso 22 marzo, di un “contenuto enorme di amianto nei terreni di scavo”.
D. Secondo quanto affermato il 6 maggio scorso dall'Assessore regionale Lusenti in risposta ad un'interrogazione del Consigliere Andrea Defranceschi, risulta che all'inizio del marzo  scorso furono svolti campionamenti sui materiali depositati in AD5, "pervenuti il 21 marzo", che evidenziavano "la presenza di actinolite nel terreno in concentrazione variabile tra 35,5 e 72,7 g/Kg, a fronte di un valore limite per la caratterizzazione dei cumuli di 1 g./Kg previsto dal D. Lgs. 152/06". Per questi motivi, ampie zone dell'AD5 sono state coperte con enormi teli, tra la fine di marzo e i  primi giorni di aprile, per ridurre il rischio di inalazione, da parte di operai del cantiere e residenti, di amianto fibroso. Nell'intervista che ci ha rilasciato lo scorso 29 marzo, non vi è menzione di questi ritrovamenti nè delle indicazioni impartite alla ditta che opera nel cantiere per ridurre i rischi. Considerato che il Consigliere Defranceschi, insoddisfatto dalla risposta di Lusenti, ha presentato il 7 maggio scorso  un'esposto alla Procura della Repubblica ipotizzando responsabilità del sindaco di Monzuno, della Provincia, della Regione e dell'AUSL, le chiedo se può dirci se ARPA era al corrente dei ritrovamenti di amianto nelle quantità descritte e, se non lo era, come sta procedendo.

Nell'intervista che lei mi ha proposto (lo scorso 29 marzo, n.d.r.) io ho risposto alle sue domande dicendo quello che fa ARPA nell'ambito dei nostri controlli sia sulle terre che sull'acqua del Setta. L'amianto non era un parametro previsto in quanto non era a conoscenza di ARPA la possibilità che il materiale scavato potesse contenerlo. Peraltro l'amianto è notoriamente un tema di carattere sanitario, in quanto il problema della sua pericolosità non sta nelle sue caratteristiche chimiche ma nelle sue caratteristiche strutturali intese come configurazione e dimensioni delle fibre. L'amianto nelle rocce ofiolitiche è un fenomeno naturale, queste rocce possono contenere amianto ma va stabilito se questo è in forma di fibre con certe caratteristiche dimensionali o in forma lamellare o cristallina, in quest'ultimo caso non vengono rilasciate fibre in aria e il problema sanitario non esiste. Per quanto sopra il tema è gestito prioritariamente dall'AUSL con particolare riguardo alla tutela dei lavoratori che sono i soggetti più a rischio, perchè più vicini nelle operazioni di scavo. Non sempre i materiali ofiolitici contengono amianto e non sempre, pur contenendolo, lo contengono nella forma considerata pericolosa per la salute. In marzo l'AUSL ha tuttavia chiesto di fare una verifica sui contenuti di amianto (anche se il termine "amianto" è un pò generico e fa riferimento a diverse specie e solo alcune tipologie di queste hanno le caratteristiche di pericolosità). Per il tema dell'amianto ARPA supporta la AUSL (e quasi sempre su sua richiesta) sia per la parte campionamento che per le analisi; il laboratorio è di riferimento a livello regionale per la ricerca dell'amianto su tutte le matrici (terreni, acqua, aria, ecc.). I risultati analitici vengono consegnati all'AUSL per le valutazioni sanitarie e gli eventuali provvedimenti. Immediatamente dopo entra in "gioco" il ruolo di ARPA per definire, sulla base delle caratteristiche analitiche del materiale, e per stabilire la destinazione del materiale. 
Il 22 marzo la Ditta ha effettuato una comunicazione a tutti, ARPA compresa, di questo contenuto enorme di amianto nei terreni di scavo. Tuttavia, la non chiarezza della metodologia di analisi, l'anomalia del dato (si tratta di una percentuale di fibre che non si trova neanche nelle cave/miniere di asbesto) e la necessità di capire meglio quali erano i terreni interessati dallo scavo delle rocce ofiolitiche e quale il reale rischio ha portato l'AUSL a cercare ulteriori approfondimenti sulla tipologia di "amianto" trovata dal laboratorio interpellato per verificare appunto la presenza di fibre aventi le caratteristiche di pericolosità che le dicevo sopra. 

La copertura dei cumuli è stata chiesta a puro scopo cautelativo, finchè non si ha maggiore chiarezza dei dati definitivi; i dati definitivi saranno dati prodotti da ARPA, in quanto stiamo effettuando tutte le indagini del caso e i tempi non sono strettissimi, in quanto l'analisi del contenuto di amianto fibroso nelle cosiddette "pietre verdi" è un procedimento estremamente complesso. 
Chiudo anticipando che in giornata facciamo un comunicato sul sito di ARPA, forse su ARPA/Bologna oppure anche su quello generale, in cui spieghiamo sinteticamente i fatti e quello che si è deciso di fare, cioè un monitoraggio dell'aria, già in corso, un Piano di campionamenti diffuso sulle terre e un controllo sulle acque a valle dell'impianto di potabilizzazione." 

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