venerdì 17 maggio 2013

Monzuno, predisposto da ARPA un proprio monitoraggio dell´aria, nei punti considerati potenzialmente più critici nell’area sul lungo Setta, per verificare la possibile dispersione di fibre di amianto nell’aria.

“Presenza di ofioliti negli scavi della Variante di Valico”, titola oggi un comunicato pubblicato sul sito di ARPA regionale.
“E´ necessario distinguere – prosegue il comunicato - tra amianto in forma lamellare/prismatica e in forma fibrosa. Una precisazione di ordine tecnico, dopo le recenti notizie di stampa: è necessario distinguere tra amianto in forma lamellare/prismatica e in forma fibrosa. Predisposto e avviato, di concerto con l’Ausl, un piano di campionamento e analisi Arpa delle terre di scavo e dell’aria, i cui risultati saranno resi pubblici appena disponibili.
Il 22 marzo 2013 l’impresa RTI (Vianini-Toto-Profecta) ha comunicato agli Enti competenti, fra cui Arpa Emilia-Romagna, che, a seguito di analisi delle terre provenienti dal lotto 6-7 della Variante di Valico, effettuate su richiesta dell’Ausl, avevano riscontrato nei referti analitici la presenza di amianto in concentrazioni piuttosto consistenti.
La presenza di amianto è strettamente dipendente dalle rocce scavate, ovvero dalla presenza in un tratto dello scavo di Ofioliti, minerali che possono contenere fibre di amianto,conosciute anche come “Pietre Verdi”.
L’Azienda Usl, fermo restando le immediate cautele che ha ritenuto opportuno mettere in campo fin da subito, dovendo più puntualmente delineare le condizioni di rischio per la salute, in primo luogo dei lavoratori, considerata la complessità del materiale analizzato, aveva chiesto ulteriori approfondimenti, rispetto ai dati dei primi certificati, per arrivare a definire una mappatura chiara delle aree critiche.
L’Impresa RTI (Vianini-Toto-Profecta), SPEA e Autostrade hanno prodotto e inviato nuovamente agli Enti interessati ulteriori aggiornamenti sui campionamenti effettuati sulle stesse terre e sulle ulteriori indagini analitiche commissionate alle Università di Firenze e Milano.
Gli esiti analitici delle Università hanno radicalmente ridimensionato le prime verifiche distinguendo la forma fibrosa, riconosciuta pericolosa per la salute, da quella lamellare/prismatica, che non comporta effetti dannosi per la salute, poiché non rilascia nell’aria fibre inalabili.
Naturalmente l´enorme distanza tra le conclusioni dei primi accertamenti e quelli certificati dalle Università ha portato Arpa e Ausl a valutare con attenzione le modalità con cui continuare gli approfondimenti per giungere a un quadro definitivo, che dia la reale dimensione del problema. 
Arpa ha ritenuto, di concerto con Ausl, di mettere in atto un proprio piano di campionamento delle terre depositate presso l´AD5, predisposto secondo le informazioni recepite relativamente alla mappatura delle aree a più alto rischio per la possibile presenza di minerali contenenti amianto, con l’obiettivo di verificare la presenza e la relativa concentrazione di amianto come previsto dalle norme vigenti in materia.
I campioni saranno consegnati al laboratorio integrato Arpa di Reggio Emilia, riferimento per l’Emilia-Romagna per la ricerca dell’amianto nelle diverse matrici ambientali. I risultati dell’attività di campionamento e analisi saranno, appena disponibili, messi a disposizione dell´Ausl e degli altri Enti interessati.
Mentre si continua, quindi, la necessaria e complessa attività di approfondimento sulla presenza di amianto in fibre nel materiale scavato, per poter meglio definire quali azioni/atti intraprendere sulla base del reale rischio, si è predisposto un monitoraggio dell´aria, nei punti considerati potenzialmente più critici, per verificare la possibile dispersione di fibre di amianto nell’aria.

I filtri utilizzati per la raccolta di campioni di aria saranno analizzati da Arpa Sezione di Reggio Emilia, con conteggi in Microscopia Elettronica a Scansione.

Il monitoraggio dell’aria è già attivo. I risultati saranno ovviamente messi immediatamente a disposizione degli Enti.

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